Ancora su Draghi e la sua falsa scienza economica

Ritratto di Angelo Sciortino

14 Marzo 2015, 14:58 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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A fine gennaio di quest'anno criticavo la scelta di Draghi sul cosiddetto quantitative easing. Riporto il link: http://www.qualecefalu.it/node/16161.

Oggi vorrei tornarci su e approfondire ancor più le mie riflessioni. L'approfondimento è ancora più necessario, perché da più parti a questo tipo di politica monetaria si dà, erroneamente, il nome di neoliberismo e la si spaccia per politica in favore del libero mercato.

Nulla di più falso. Non ci troviamo di fronte a una politica liberale o liberista e neppure di fronte a una difesa del libero mercato.

Se una etichetta vogliamo dare alla politica economica di Draghi, dobbiamo tornare indietro, al secolo XVII, quando nacque il cosiddetto mercantilismo, che regnò sovrano in Francia fino alla Rivoluzione, ma che non attecchì in Inghilterra, che proprio grazie a questo rifiuto ebbe una crescita economica straordinaria, la crescita della Rivoluzione Industriale.

Come il capitale di un singolo individuo può essere aumentato soltanto da quello che egli risparmia dal suo reddito annuo…così anche il capitale dell’intera società, che si identifica col capitale di tutti gli individui che la compongono, può essere aumentato solo in questo modo. La parsimonia, e non l’operosità, è la causa immediata dell’accumulazione del capitale…qualunque cosa l’operosità possa procurarsi, se la parsimonia non la risparmiasse e non la accantonasse, il capitale non crescerebbe mai” dice Adam Smith. Tutto ciò perché per Smith la moneta è soltanto uno strumento, per favorire la circolazione dei prodotti.

Di idea diversa erano i mercantilisti e ancora lo sono Draghi e i banchieri. Essi confondono la moneta con il capitale. Se io sono un agricoltore, uso la sementa (il capitale) per produrre grano e, prima di venderlo, ne accantonerò una parte per la semina successiva. Questa parte sarà maggiore se io sarò stato parsimonioso e avrò investito nella sementa (capitale) ciò che ho risparmiato. È evidente che, così facendo, aumenterò la ricchezza. Lo stesso non accadrebbe, se io confondessi la produzione e la parsimonia con la moneta. Essa è e resta soltanto il valore nominale della sementa e del grano e sarei uno stupido se considerassi ricchezza la moneta, sostituendola alla produzione.

Quel che sta facendo Draghi è proprio questo. Egli dovrebbe sapere, perché l'Italia ne ha dato esempio per lungo tempo, quando queste pratiche interventiste aumentarono la legislazione, rendendola farraginosa e dalla quale si facevano dipendere i sussidi pubblici, che venivano alimentati da una sempre maggiore tassazione e dall'inflazione. Oggi questo interventismo a molti sembra normale, perché da un quarantennio siamo stati abituati a vederlo normale. Se, però, pensiamo per un attimo alla storia, ci rendiamo subito conto che l'operazione di Draghi è identica a quella dei mercantilisti del secolo XVII. Oggi sappiamo come finì.

Speriamo per questa povera Italia, dove troppo spesso si dà nobiltà di scienza alle chiacchiere. E speriamo che i cittadini sappiano non farsi trarre in inganno dai politici, che sono di idea diversa e considerano la parsimonia obbligatoria per i cittadini, ma non per se stessi, che sulla parsimonia degli altri ricavano le loro ricche, seppure immeritate, prebende.