"Federico II: genio e carisma"

Ritratto di Giuseppe Maggiore

18 Maggio 2015, 13:50 - Giuseppe Maggiore   [suoi interventi e commenti]

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"FEDERICO II: genio e carisma"

(breve nota di cronaca)

 

Nel quadro delle attività culturali inerenti all'inserimento del progetto "Palermo arabo-normanna e cattedrali di Cefalù e Monreale" nel patrimonio mondiale dell'Unesco, lo scorso 16 Maggio il Prof. Angelo Rosso, del fu Saverio, docente di lettere italiane negli Istituti Superiori nonché Dirigente Scolastico a Trabia, ha tenuto, in quel del Mandralisca, una forbita esaustiva e capillare conferenza sul tema "Federico II di Svevia e il Regnum Siciliae".

Fotografie di Giacomo Sapienza pubblicate su Cefalunews

 

L'incontro è stato promosso dall' "ArcheoClub d'Italia, Sede di  Cefalù", in accordo col Comune di Cefalù e con la stessa Fondazione Culturale Mandralisca.

Come in una esoterica seduta medianica, nello spazio temporale di un'ora e mezza, evocati dalla suadente e calibrata voce del predetto esimio oratore, sono tornati a rivivere, quali reali ectoplasmi, personaggi, re, papi e quant'altri che hanno connotato l'epoca federiciana; sono stati analiticamente messi sul tappeto motivazioni, risvolti politici, trame segrete e strategìe, pertinenti al periodo storico trattato, di tutti spiegando brillantemente genesi e finalità.

Federico II di Hohenstaufen, tanto per delinearne fugacemente un profilo (Sesi, 26 Dicembre 1194), duca di Svezia, fu re di Sicilia, di Germania, di Gerusalemme e Imperatore del Sacro Romano Impero.

Per parte di madre discendeva dagli Altavilla e da tutti, per la sua intelligenza, per il suo carisma, per la sua moderna concezione dello Stato, per la sua lungimiranza, per il suo costante prediligere le arti, per la sua estrema conoscenza della scienza militare, per il suo senso politico e per la sua cosmopolita cultura, veniva universalmente connotato con l'appellativo di "Stupor Mundi".

Letterato egli stesso (parlava correttamente circa 7 lingue: latino, siciliano, italiano, tedesco, francese, greco ed arabo), compose delle poesìe e scrisse un trattato sulla caccia " De arte venandi cum avibus."

Morì nel 1250 a Castel Fiorentino al termine di una luminosa carriera e di una avventurosissima esistenza; seppure entrambi questi suoi due excursus siano stati contrastati da reiterate scomuniche, che, per motivi di dissenso politico e di rivalsa, non mancarono di infliggergli i papi Gregorio IX e Innocento IV.

Tutto ciò è risaputo grazie alla storia e l'abbiamo avuto riportato alla memoria dalla lucida disamina del Prof. Angelo Rosso che ha confermato la sua acclarata valenza di studioso, di letterato e di preparato estroverso conferenziere, integrando l'assunto enunciato con aneddoti e notazioni particolari che di solito esulano dalla storiografia ufficiale.

Interessanti gli interventi, a fine conferenza, effettuati dall'Architetto Marcello Panzarella e dal Prof. Morello; notazioni che hanno dato agio al relatore di addentrasi ancora di più nella materia, esaurendo efficacemente ed ampliando i quesiti proposti.

Dalle pieghe del dialogo promosso dall'insorto dibattito è scaturito il seducente pensiero di cosa sarebbe potuta essere oggi la nostra situazione nazionale se fosse riuscito a Federico II di operare allora l'unità d'Italia, ipotesi che lui avrebbe voluto realizzare.

Presenti in sala, il Presidente della Fondazione Culturale Mandralisca, Giornalista Franco Nicastro, Flora Rizzo, Consigliere nazionale dell'Archeoclub d'Italia e la Presidente della sede di Cefalù del prefato organismo, Rosalinda Brancato.

Quest'ultima, nella qualità sopra menzionata, ha inizialmente preso la parola per presentare Il Prof. Rosso nelle sue molteplici sfaccettature culturali e poi, alla fine, dopo aver posto anche lei un quesito, per concludere la serata che si è rivelata proficua ed interessante.

 

Cefalù 18 Maggio 2014                                                                                                                                                Giuseppe Maggiore