Cefalù e l'Inghilterra

Ritratto di Angelo Sciortino

21 Febbraio 2013, 14:08 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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C'è qualcosa di diabolico, che si presenta spesso a ogni Consiglio e che impedisce, da tempo, ai Consiglieri di esprimersi in piena libertà. Essi sono sempre perseguitati da scadenze improrogabili e minacciose: prima la Corte dei Conti, poi il TAR e ieri sera ancora il TAR, al quale il Consiglio ha dovuto chiarire quant'era necessario per evitare al Comune una condanna a conclusione di un ricorso presentato dagli albergatori contro la tassa di soggiorno.

La deliberazione presentata dall'Amministrazione ed esaminata già dalla Commissione competente non presentava la dovuta chiarezza, per cui è stato necessario apportarvi un emendamento presentato dai consiglieri Cassata e Riggio. Il consigliere Cassata, comunque, si è riservato di presentare una formale richiesta di porre a uno dei prossimi ordini del giorno la richiesta di abolire la tassa oggetto del regolamento approvato ieri sera. Un'approvazione, lo ripeto, dovuta a una obiettiva necessità di sfuggire a una condanna da parte del TAR. E' stata una fortuna che in Consiglio ci fossero consiglieri in grado di correggere gli errori presenti nella deliberazione preparata dagli uffici dell'ottusocrazia comunale.

L'episodio, se riferito soltanto al tema discusso ieri sera, non meriterebbe commenti, che sarebbero ripetitivi di quanto scrivo ormai da mesi.

Esso, però, si presta a una riflessione più edificante. In un momento in cui gli enti locali, i comuni soprattutto, si ritrovano privi di fondi finanziari, perché si è posto quasi fine ai trasferimenti dello Stato, in pieno Consiglio si è levata alta e accorata la voce di un consigliere del PD, per augurarsi che il nuovo Governo provveda a ripristinare i trasferimenti. Parlava ed era convinto di quel che diceva. Non sembrava rendersi conto quanto negativo sarebbe stato il ripristinare la situazione quo ante, alla quale può e deve addebitarsi l'attuale situazione non soltanto dei comuni, ma persino dello Stato, con più debiti delle pulci di un cane randagio.

A questa situazione il precedente Governo ha cercato di porre rimedio con l'approvazione del cosiddetto federalismo fiscale, che tale non è e che è stato un rimedio peggiore del male.

Un vero federalismo fiscale e una conseguente vera democrazia si reggerebbero soltanto in presenza di comuni autonomi, che tali non possono essere, se le loro fonti di reddito deriveranno solamente dai trasferimenti. Nessuno sarà mai autonomo e libero, se il suo sostentamento sarà dovuto a un altro. Quindi nessuna libertà per i comuni, se i loro fabbisogni saranno dipendenti dal potere centrale. I loro sindaci faranno il bene del loro comune soltanto se sapranno avere buoni rapporti con i politici centrali, soltanto se saranno buoni galoppini elettorali.

E la democrazia? E la libertà dei cittadini? Consiglio al consigliere del PD e a quanti la pensano come lui di guardare alla storia con una visione meno gretta: ci fu più libertà al tempo de Re Sole, quando i singoli aristocratici di provincia avevano più potere autonomo per opporsi al potere del Re, che durante la Rivoluzione, che distrusse ogni autonomia locale. Non per nulla gli Inglesi, che della libertà e della democrazia sono i più gelosi custodi, chiamano ancora il loro Parlamento Camera dei Comuni.

Ecco, per me, l'unico momento utile di un Consiglio comunale tra l'altro poco importante quanto a novità. Un momento, che sarà utile, però, se sapremo superare la gretta convinzione alla base dei cosiddetti trasferimenti, altrimenti detti elemosine elettorali.