U palu pa ‘ntinna a mari” e u fistinu a Santa Rosalia

Ritratto di Saro Di Paola

20 Ottobre 2015, 10:48 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Il 3 luglio 2014 per emettere l'ordinanza, in forza della quale l'impresa Imgediv, l’8 luglio, ebbe ad iniziare i lavori di costruzione della passerella aerea sulle banchine collassate, il Sindaco Lapunzina si avvalse del potere di “adottare provvedimenti contingibili e urgenti in materia di sanità ed igiene, edilizia e polizia locale al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità dei cittadini”, che la Legge conferisce ai sindaci “quali Ufficiale di Governo”.

Il grave pericolo che minacciava la pubblica incolumità, sino a fare “ricorrere i caratteri e gli estremi dell’urgenza, della indifferibilità, della contingibilità e dell’interesse pubblico” era “la soluzione dei pericoli che minaccia(va)no l’incolumità pubblica nel caso in cui l’attuale by-pass utilizzato dovesse essere interessato dal crollo delle campate ammalorate”.
Ciò, se sono riuscito a cogliere il significato autentico di quanto è, testualmente, scritto nell’ordinanza medesima :
Atteso, in sintesi, che nel caso in specie ricorrono i caratteri e gli estremi dell’urgenza, della indifferibilità, della contingibilità e dell’interesse pubblico nonché la proporzione fra l’ordine che si intende impartire ed il pericolo cui fare fronte cioè la soluzione dei pericoli che minacciano l’incolumità pubblica nel caso in cui l’attuale by-pass utilizzato dovesse essere interessato dal crollo delle campate ammalorate”.

Al riguardo, solo a considerare che, per ragioni legate alla legge di gravità della Terra, il crollo delle campate ammalorate, MAI, avrebbe potuto interessare i pontili galleggianti e, conseguentemente, MAI, avrebbe potuto minacciare la pubblica incolumità, non è difficile comprendere che mancava il presupposto, fondamentale, per il ricorso all’ordinanza sindacale.
I pontili, infatti, non correvano sotto le banchine ammalorate, ma, paralleli alle stesse ed ad una distanza di oltre tre metri.

Come dire che l’ordinanza fu atto amministrativo compatibile ma non conforme alla Legge, che consente le ordinanze dei Sindaci, quali ufficiali di governo.  
Compatibile per il semplice fatto che l’ordinanza venne emessa.
Non conforme alla Legge, proprio, perché mancava il presupposto fondamentale per la sua applicazione, previsto dalla Legge medesima.

Nella sostanza, l’ordinanza sindacale ebbe le stesse caratteristiche di compatibilità e di non conformità, che, rispetto al PRG di Cefalù, aveva avuto la localizzazione, in terreno agricolo, dell’area di un programma di edilizia residenziale pubblica convenzionata.

Quella localizzazione, con la quale, l’8 maggio del 2013, il Consiglio comunale di Cefalù aveva “beneficiato” il “benefattore” ing. Pietro Di Vita.
Quello stesso Consiglio, che, poi, il 3 dicembre del 2014, avrebbe definitivamente approvato il programma costruttivo dello stesso "benefattore".
In variante al PRG.
Ovviamente.

I pericoli per la pubblica incolumità, che, per quanto ho detto, erano assolutamente insussistenti e, che, invece, per quanto è scritto nell’ordinanza, erano talmente gravi che l’Imgediv avrebbe potuto eseguire i lavori, come poi li ha eseguiti, senza le autorizzazioni, ben sei, che, previste dalle leggi in materia, l’impresa avrebbe dovuto acquisire da più Enti, prima dell’inizio dei lavori, “con esonero dell’Amministrazione da qualunque onere economico e tecnico”.

Senza la necessità di acquisire i pareri previsti dalle Leggi in materia e con l’esonero dell’Amministrazione da qualsiasi onere tecnico, il Sindaco, demandò la realizzazione dell’opera alla discrezionalità ed alle scelte dell’Imgediv, tagliando fuori, di fatto, il Comune e tutte le Istituzioni preposte da qualsiasi attività di controllo e da qualsiasi ingerenza nell'operato dell'impresa.
Il Sindaco, come ebbi a scrivere allora e come ho ricordato nel mio ultimo scritto, “non guardò in bocca a caval donato”.

Come scrissi il 9 luglio e come ho ricordato nello stesso ultimo scritto, dopo soli due giorni dall’inizio dei lavori, la struttura portante della passerella era stata pressoché ultimata e sulla estremità est della struttura, erano state, pure, fissate le pedane tipo orso grill, che avrebbero fatto da piano di camminamento della passerella.

La struttura era costituita da tre travi reticolari metalliche “schiacciate”, sulle quali, a partire dai primi già saldati, sarebbero stati saldati tutti gli altri pannelli del camminamento pedonale.

La struttura aveva, sì, la tipologia, che avrebbe dovuto avere, ma, una geometria molto diversa da quella dello schema assiale, che avevo pubblicato.
Le ringhiere della passerella, sarebbero state, come poi sono state, sovramesse alle due travi laterali, senza dare alcun contributo alla resistenza ed alla portanza delle travi già realizzate.
Come sarebbe stato più vantaggioso dal punto di vista tecnico.
Oltre che da quello economico.

Sarebbe stato sufficiente che la Imgediv si fosse guardata intorno spingendo lo sguardo, in linea d’aria, a non più di un centinaio di metri dal martello a T.
Avrebbe potuto ispirare il progetto di cui si era fatta carico alle passerelle metalliche, che due gestori di pontili galleggianti avevano realizzato, una decina di anni prima, per collegare la terra ferma ai pontili medesimi.

          

          

Per tali ragioni la struttura, già, realizzata non mi convinceva.
Affatto.
Perciò, ancora una volta, da cittadino invadente e petulante, mi ingerii nella questione.

La struttura era veramente “striminzita”.
Per qualificarla con un aggettivo non tecnico ma efficace.
Totò, un mio amico pescatore, che aveva partecipato a tante “ntinne a mare”, vincendone anche una, avendola osservata, meravigliato quanto me, mi chiese “ma stannu mittiennu u palu pa ‘ntinna a mari”.
Persino Totò, che tecnico non era, aveva dubbi sulla realizzanda passerella.
Me li esternò con quella domanda-battuta, che mi colpì per la sua straordinaria efficacia.
I lavori, che erano proceduti con straordinaria speditezza, si fermarono.

A me che il 12 luglio lo avevo fatto rilevare scrivendo che, al porto, i lavori erano fermi da tre giorni e che si era trattato di una falsa partenza (http://www.qualecefalu.it/node/13069)

il Sindaco rispose su facebook.
C
osì:
Desidero precisare che la momentanea inattività del cantiere che sta realizzando la passerella nel pontile a T del porto dipende,esclusivamente,dalla necessità di attendere l'arrivo del materiale necessario per il completamento dei lavori, il quale sarà consegnato, al termine della pausa determinata dalla concomitanza per i festeggiamenti della Patrona di Palermo, Santa Rosalia, mercoledì 16 luglio”.

A Palermo, i festeggiamenti per la Santuzza, iniziarono il 10 luglio e si protrassero sino al 23.
In occasione del 390° Festino, gli esercizi commerciali, compresi i rivenditori di barre d’acciaio rimasero chiusi per ben 14 giorni.

Fu la prima volta nella storia di Palermo.
È rimasta, e rimarrà, l’ultima.
Viva Palermo!
Viva Santa Rosalia!

(continua)

Saro Di Paola, 20 ottobre 2015

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