Sub specie aeternitatis

Ritratto di Giuseppe Maggiore

7 Gennaio 2016, 19:37 - Giuseppe Maggiore   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

SUB  SPECIE AETERNITATIS

(...dal punto di vista dell'eternità... - dall'Etica di Spinoza)

 

La tradizione presepiale cefalutana è salva.

Sotto l'alto ed avveduto patrocinio dell'Assessorato alla Cultura del Comune della nostra città e della attenta cura profusa dalla D.ssa Rosalia Liberto, nota ed infaticabile organizzatrice di incontri culturali, anche quest'anno le luci del Santa Caterina si sono accese sulla mostra dall'ambizioso titolo "Adeste fideles - presepi in mostra" ed hanno illuminato una congerie di manufatti, dal più fantasioso al più semplice, opere di volenterosi (perché, ove difettino i mezzi, subentra la volontà di chi vuol fare rompendo il silenzio sociale che spesso non manca di allignare) molteplici autori ed espositori che hanno riempito l'ottagono durante le feste natalizie e di fine anno con la copiosa esibizione di plastici che riecheggiano enfaticamente l'ancestrale tematica della Natività.

Natività!

Simbolo di rinnovamento. Compendio d'essenza. Storica catartica rimembranza.

Bisognerebbe possedere il genio d'un grande letterato-poeta per poter coniare con un solo distico pregno di calibrata lungimiranza l'immortale carisma di taumaturgica rilevanza che promana da una ricorrenza così basilare come il Natale.  

Natività! Vocabolo che racchiude una molteplicità di significati nella singolarità dell'espressione!

Senso profondo della vita che rinasce, che s'incorpa e si rivela schiudendo gli abissi insondabili della più amorfa inconsistenza!

Ah, se solo per alcuni istanti io potessi innalzarmi sino a raggiungere il livello di poesia e di stile d'un Ungaretti o d'un Quasimodo, i quali con una semplice, scarna, lapidaria frase hanno rivelato un mondo proferendo tutto il dicibile! Se solo potessi acquisire e far mia la loro concisione creativa, le estreme naturalezza e profondità dell'animo che favoriscono la simbiosi fra verso e significato, il connubio della parola col libero pensiero; prerogative che nell'Uno e nell'Altro connotano l'alto lirismo carismatico che li pervade!

Ungaretti, che col suo  "...m'illumino d'immenso..." (liberi versi, nei quali è rintracciabile un settenario fratto, certamente ispirati dalla visione di un paesaggio incantevole, di qualcosa di etereo, di mirabile, d'imponderabile, d'eccelso) esprime una sensazione subliminale determinata dall'acquisizione di un illuminante concetto elevato; e Quasimodo, che col suo "...ed è subito sera..." adombra con estrema efficacia la solitudine dell'uomo, la sua fragilità, l'incomunicabilità, la precarietà della condizione umana resa palpabile da un'atavica angoscia persistente soffusa di fluente poesia, in cui la costante visione del bello e del fattibile si contrappone all'inevitabile sopraggiungere di una ingloriosa  fine!

Due artisti diversi, concettualmente all'antipodo (l'Uno che inneggia al soprannaturale, librandosi nella fantasmagorica concezione del trascendente - "...m'illumino d'immenso..."-; l'Altro, che, invece, abbandona le ali di Icaro e ritorna con i piedi sulla terra riconducendo l'animo alla realtà dell'esistenza - "...ed è subito sera...-!).

Ah, se così, come Loro, in due parole, con due vocaboli azzeccati e prorompenti, utilizzando verbi singolari, io sapessi riassumere e condensare in una frase un'immagine esplicativa di sottaciuti connessi significati in modo da renderla letterariamente concreta, appetibile e significativa o se fossi in grado di esprimere una convinzione primordiale esternando una intuizione fondante o di stigmatizzare un evento o di parafrasare un accadimento!!!

Multum in parvo, insomma!

O se solo sapessi definire il Natale, la Natività, l'Avvento, la transustanziazione, la trasumanazione ("...trasumanar significar per verba non si poria..." declama Dante nel primo canto del suo inimitabile Paradiso), in maniera chiara, concisa, adeguata, essenziale e recepibile e operare la simbiosi fra spirito e materia, fra mente e corpo, fra pensiero ed immagine!!!

Ma io non sono Ungaretti, né tanto meno Quasimodo e, quindi, mi debbo adattare alla esigua valenza delle mie modeste possibilità nell'enunciare una storia, una rimembranza, una rievocazione, un avvenimento, un fatto,  soprattutto se gli stessi promanano da una rivelazione  divina.

E, quindi, prendetevi ciò che posso darvi.

Natività! Simbolo di rinnovamento! Compendio d'essenza! Catarsi vivifica! Come citavo prima.

Così, nella cornice ovattata dell'ottagono, dove il bianco carico delle pareti pare inneggiare alla purezza dei sentimenti e dei costumi, emblematica location aggettante sulla mirifica piazza del Duomo oggi deputata allo svolgersi di svariate manifestazioni artistiche, questa antica polifunzionale struttura ormai sacrario indiscutibile di eclettici incontri (una toilette, comunque, non guasterebbe, per rendere l'accreditato luogo più funzionale), si è tornati a contatto con una realtà onirica nella quale la "Sacra Famiglia" e l'istituto familiare in genere rappresentano l'espressione concettuale cardine più rispondente ad una verità trascendente.

Numerosi sono stati gli autori e gli espositori che hanno preso parte con un ampio ventaglio di pregevoli realizzazioni alla ricorrente annuale rievocazione.

I presepi, più di venti, quest'anno: un coacervo di opere scultoree, di scenografico gradevole impatto all'osservazione, ben disposte in oculato assembramento, nelle quali alla maestria degli artefici si abbina il più recondito senso della fede.

Notiamo (per seguire un iter circonferenziale, a mò di ordine alfabetico) in primis le tre apprezzabili sculture di Salvatore Rondinella, veri e propri momenti di vita pastorale scavati in contorte radici di ulivo

    

e le ceramiche (10 pezzi) di squisita fattura di Francesco Caruso della Ceramica La Maga di Santo Stefano di Camastra, eseguite su supporti lateriziali che, a prima vista, appaiono come reperti archeologici;

    

e, ancora, la scultura, pregevole nell'intaglio, di Roberto Giacchino che, come sempre, rivela la mano del Maestro.

Originali, il presepio esposto da Tony Franco e quell'altro, riuscito esempio di certosino ricamo, realizzato dalla stessa Rosalia Liberto.

    

E poi, ancora, tutti inneggianti all'evento natalizio, un coacervo di manufatti, di quadri, di tarsie, di pirografie e di composizioni varie di altri autori, il cui senso della creatività, la disposizione e la fattura ne dimostrano la immancabile valenza; fra costoro citiamo:  Natalina Maranto, Sandro Varzi, Boscia, Fiasconaro, Giuseppe Forte, Maria Vello, Domenica Ferrari, Giovanni Gugliuzza, Adriana Abbate Virga,  Nello Marsiglia, i Ragazzi del Centro Diurno, quelli di S. Pasquale (Falletta, Glorioso, Maggio, Serio, Valenziano), Luigi Occhipinti, Cimino-Milazzo, Giovanni Culotta, Raffaele Ferrante e Filippo Napoli.

    

    

Notevoli per stile ed impegno, inoltre, profusi nella studiata estrosa ideazione, le composizioni di materiale dolciario realizzate, su iniziativa della locale Pro-Loco, da pasticcerie, hotels e chef di chiara fama: l'Angolo delle dolcezze dei rinomati F.lli Di Vincenzo, Helios, S.Lucia & Le sabbie d'oro, Bar Duomo.

Ciò che emerge da tutti i pezzi  visionati è il palpabile sentimento che riporta al racconto biblico; in essi l'umiltà dell'espressione felicemente si sposa col raffinato gusto che l'artista spande nel suo transfert creativo.

Alla mostra, apertasi lo scorso 12 Dicembre e che è ancora in itinere sino al prossimo 10 Gennaio, manifestazione che sino ad oggi ha lucrato più di diecimila presenze, è abbinato un punteggio dato dal pubblico alle composizioni più riuscite.

Da tale concorso è emerso con evidente chiarezza che quest'anno le preferenze sono andate tutte alle produzioni della categoria alimentare.

Il che, ancora una volta, tende a dimostrare che l'originalità, l'estrosità ed il gusto (per non citare l'appetito!) la fanno sempre da padroni.

Ha preso il 1° premio, infatti, la pasticceria "L'angolo delle dolcezze"; il 2° è andato all'Hotel Santa Lucia & Le Sabbie d'oro", il 3° ad "Helios" ed il 4°, infine, al "Bar Duomo".

    

    

Il tutto condito dal gusto incontestabile, dall'eleganza, dalla classe e dalla personalità della prestante, professionalmente ineccepibile, Silvia Patti, capace padrona di casa per l'occasione, elemento, ormai, insostituibile in manifestazioni del genere in generale ed in ambito promozionale in particolare, che ha proficuamente collaborato alla realizzazione della mostra.

Cefalù, 7 Gennaio 2016.

                                                                                           Giuseppe Maggiore