Sicilia Nazione: votare il bilancio di Baccei e Crocetta equivale a tradire la Sicilia!

Ritratto di Sicilia Nazione

23 Febbraio 2016, 16:07 - Sicilia Nazione   [suoi interventi e commenti]

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Comunicato stampa - Palermo, 23 febbraio 2016

Regione: Sicilia Nazione, "Il bilancio 2016 pietra tombale per la Sicilia. I deputati che lo voteranno tradiranno l'isola e li additeremo alla condanna da parte dell'opinione pubblica".

 

"I deputati regionali che voteranno il bilancio di Baccei e Crocetta tradiranno la Sicilia, facendole perdere quanto le spetta dallo Stato italiano. Noi renderemo noti i loro nomi e li additeremo alla condanna dell'opinione pubblica siciliana".

Così Sicilia Nazione si rivolge ai parlamentari dell'Ars che voteranno favorevolmente il bilancio 2016, attualmente in discussione a Sala d'Ercole.

"Il bilancio 2016, a causa dei meccanismi della nuova contabilità pubblica e dell'accordo forfettario contenuto nella Finanziaria, che calcola il credito dello Stato in un miliardo e 400 milioni di euro - afferma Sicilia Nazione - è la pietra tombale per la Sicilia perché azzera tutti i crediti degli ultimi decenni che la Regione vanta nei confronti dello Stato.".

Sicilia Nazione illustra i dettagli che rendono il bilancio approvato dal governo e all'esame dell'aula, "la conferma della disfatta della Sicilia".

"Il bilancio 2016 - spiega il movimento indipendentista - è infatti il primo redatto secondo i principi della nuova contabilità pubblica varata nel 2011, e come tale deve essere predisposto a seguito del riaccertamento dei residui attivi e passivi e quindi nel caso specifico della verifica definitiva di crediti e debiti della Regione. La Regione Siciliana ha da decenni contenziosi mai risolti con lo Stato derivanti da articoli dello Statuto mai attuati o attuati solo parzialmente. Basti pensare all'articolo 36 che prevede che la Sicilia debba incassare per intero i tributi relativi ai redditi dei siciliani, o all'articolo 37 sulla base del quale le imprese che operano, anche solo parzialmente, in Sicilia debbono versare le tasse relative in Sicilia (anche se hanno sede legale fuori dalla Regione), o all'articolo 38 che prevede una quota di solidarietà relativa alla differenza di reddito tra la Sicilia e le altre regioni italiane (quota di solidarietà che vede un mancato versamento da circa vent'anni), o alle accise una parte del cui incasso doveva essere versato alla Sicilia in cambio dell'aumento della compartecipazione alle spese sanitarie".

Secondo Sicilia Nazione, "questi contenziosi dovevano essere risolti da un accordo in sede di Commissione paritetica Stato Regione, come già fatto dalle altre regioni a Statuto speciale. La Sicilia aveva quasi raggiunto l'accordo nel 2012 con l'allora assessore al Bilancio Armao, ma Crocetta, appena diventato Presidente della Regione azzerò tutto e la paritetica non si riunì più".

"Questi crediti - commenta Sicilia Nazione - non sono stati quindi quantificati e non è stato possibile per questo inserirli nel riaccertamento dei residui e non sono messi in bilancio. A tutto questo vanno aggiunti gli effetti devastanti dell'accordo forfettario contenuto negli allegati alla finanziaria che calcola in un sottostimatissimo miliardo e quattrocento milioni il credito annuale nei confronti dello Stato relativamente a tutte le partite, determinando con questo l'azzeramento sostanziale di ogni partita pregressa e facendo presupporre una prossima ratifica da parte dell'inutile Commissione Paritetica che viene messa di fronte ad un accordo già compiuto".

Sicilia Nazione sottolinea che oggi la forza contrattuale della Regione è stata ridotta a zero.

"Per sommare anche la beffa a questo danno macroscopico - continua Sicilia Nazione - che rischia di pregiudicare per sempre ogni possibilità della Sicilia di recuperare una parte del gap con le regioni italiane, Baccei porta da Roma il ricatto vergognoso secondo il quale il governo Renzi per consegnarci l'ultima tranche di 500 milioni (del miliardo e quattrocento) vuole la garanzia che legiferiamo sotto dettatura (o dittatura)".

Per il movimento indipendentista, "resta una sola possibilità. Non approvare il bilancio, rinviarlo e pretendere l'attivazione della Commissione paritetica per arrivare a un accordo rapidissimo".