I proverbi della Nonna

Ritratto di Angelo Sciortino

15 Giugno 2016, 15:34 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Pasquale Di Paola, noto ai più come l'avvocato Di Paola, non è soltanto uno studioso del diritto e, quindi, un ottimo professionista, ma è uno studioso tout court, che ha imparato e ancora impara dai libri e dalla sua esperienza, non tralasciando la cultura del buon senso delle tradizioni.

Lo ha fatto fin da quando era bambino, ascoltando la sua Nonna paterna, che, come egli stesso dice, “parlava attraverso un linguaggio intessuto di continui richiami proverbiali, modi di dire dialettali e invocazioni sacre”. Per una mente assetata di conoscenza e saggezza, com'era e com'è quella di Pasquale Di Paola, conservare la memoria di queste perle di saggezza era già tanto. Con il passare degli anni e maturato anche grazie alle parole della Nonna, egli ha sentito il bisogno di condividere gli “insegnamenti” della Nonna anche con altri. Una specie di dono senza prezzo e di grande valore, come l'avrebbe definito Plutarco.

Ecco, allora, Pasquale al lavoro. Raccoglie ogni parola delle sue conversazioni con la Nonna e alla fine tira fuori l'aureo libricino, intitolato appunto I proverbi della Nonna. Già in un'altra occasione ne ho parlato proprio su queste pagine, ma oggi, rileggendolo, come spesso faccio, m'è venuto in mente di riparlarne, non solamente per ricordarlo a chi mi legge, ma per fare quello che la prima volta non feci: riportare alcuni dei proverbi, che meritano ancora oggi la nostra riflessione, perché ci aiutano a capire meglio il presente. Eccoli, qui di seguito.

Cu è impiatu a lu cumuni fa la vita di lu baruni, cu è impiatu a lu guviernu fa la vita di patrietiernu. C'è oggi qualcosa di nuovo?

Miegghiu un malu matinu ca un malu vicinu. Come dubitarne?

Quantu amici si pierdunu tanti scaluna si scinnunu. La vita l'ha insegnato a noi tutti!

Vuoi ingannare lu tò vicinu? Curchiti priestu e susiti matinu. Se lo facessero i giovani d'oggi!

Quannu la donna canta e l'uomu taci, nun c'è paci; quannu l'uomu canta e la donna taci, c'è paci. Sebbene sia difficile trovare la spiegazione, essa c'è ed è profondamente vera.

Cù havi figghia 'nta fascia nun può chiamari a nuddu bavascia.

Vorrei e dovrei continuare a citare queste perle di saggezza, ma preferisco tornare alla loro lettura e a farmi trascinare nei meandri della riflessione senza la distrazione di ricopiare. Non prima, però, di ringraziare ancora una volta Pasquale Di Paola per questo bel regalo, consegnatomi con dedica otto anni fa, ma ogni giorno vivo e nuovo!