Raddoppio ferroviario: IL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI BATTA UN COLPO

Ritratto di Saro Di Paola

30 Dicembre 2016, 11:52 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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I comunicati, di ieri, del Sindaco di Cefalù e di RFI e quell’altro, di oggi, del Sindaco, sono comunicati di parte.
Comunicati di parti coinvolte nelle problematiche del raddoppio ferroviario e della fermata di Cefalù.
COMUNICATI DI PARTI INTERESSATE.

Quella del Sindaco impegnata nella campagna elettorale per la sua riconferma.
Quella di RFI impegnata nella difesa di un progetto “esecutivo” con carenze tecniche che si appalesano, sempre più patenti, se, dopo oltre 4 anni ed otto mesi dall’aggiudicazione dell’appalto, è vero, come si legge nel comunicato di RFI, che le due parti si “incontrano in una mera fase di confronto interlocutorio dal quale emergono ipotesi di variazioni che dovranno concretizzarsi in progetti da approvare”.

Non è, perciò, pensabile che alla causa della chiarezza sulle problematiche connesse alla realizzazione dell’opera e all'andazzo dei lavori possano contribuire i comunicati delle due parti.
Per di più disgiunti.

La chiarezza può venire dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e, per esso, dai suoi organi tecnici, istituzionalmente preposti al controllo dell’iter dei lavori, del rispetto dei tempi contrattuali e di tutti gli aspetti tecnici, che concorrono alla realizzazione dell'opera, alla sua ultimazione nei tempi più brevi ed alla sua buona riuscita.
Dopo la successione, più tragica che comica, dei comunicati di ieri, Cefalù, la Sicilia e l’Italia tutta si aspettano un intervento ed una presa di posizione del Ministero preposto.
Il raddoppio della tratta ferroviaria Cefalù-Castelbuono, pur con i limiti di un’opera con rifluenze, troppo, locali e localizzate per destare l’interesse della Nazione, non può risolversi in un’opera destinata a rimanere incompiuta per decenni, icone dell’andazzo delle opere pubbliche nel nostro Paese.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, se c’è come c’è, batta un colpo.
Ne è il tempo.
E non da ieri!

Saro Di Paola, 30 dicembre 2016

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