Il nuovo Ddl sul Turismo in Sicilia e le ripercussioni su Cefalù

Ritratto di Angelo Maggio

19 Gennaio 2017, 16:31 - Angelo Maggio   [suoi interventi e commenti]

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Ieri mattina l’Assessore Regionale al Turismo, Anthony Barbagallo, ha presentato il nuovo codice di regolamentazione del turismo in Sicilia che dovrebbe, salvo imprevisti, essere approvato per la primavera prossima.

Fra i vari articoli (50 per l’esattezza) spiccano: il riordino e la chiarezza sulle classificazioni delle strutture alberghiere e non; la definizione delle strutture turistiche “non convenzionali” (appartamenti, stanze, case e villini); la lotta al sommerso (previste sanzioni importanti); l’adeguamento alle normative europee e la regolamentazione delle agenzie di viaggio.

Questo percorso, di fatto, mira (direi finalmente) a scardinare quegli equilibri generatisi negli anni, dove chiunque possedeva un tetto ed un letto in una qualsiasi località turistica ne faceva un alloggio per turisti!

La nostra cittadina sarà, proprio in primavera, interessata a decidere sulla nuova amministrazione trovandosi già nel pieno della stagione turistica. La mia domanda nasce spontanea: Cefalù come intende reagire di fronte anche a questi nuovi input?

Secondo me, per evitare che la nostra comunità si trovi, come successo in passato, a subire delle ripercussioni negative sull’immagine e l’economia turistica di Cefalù, sarebbe importante che l’amministrazione uscente e tutti i soggetti interessati a governare la città si attivassero immediatamente ad utilizzare gli strumenti esistenti o crearne di nuovi che regolarizzino anche le attività del sommerso  e che diano più opportunità di sviluppo turistico a tutti coloro che vogliono intraprendere queste professioni.

Farò un esempio concreto: il nuovo testo punta a regolare anche le unità abitative private utilizzate a locazione turistica dietro compenso promosse sul web attraverso portali specifici come per esempio Airbnb. Se entrasse in vigore la legge anche i proprietari/gestori di queste strutture alternative agli alberghi tradizionali dovrebbero produrre documentazione congrua, come la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività), e fornire tutti i dati agli organi competenti, per non incorrere in importanti sanzioni!

Cosa potrebbe fare allora l’amministrazione?

  • Dedicare un apposito ufficio per informare delle norme in vigore e di quelle prossime, dando tutto il supporto costruttivo per avviare un processo di emersione a chi non ha mai regolamentato la propria struttura e di adeguamento a chi ne ha invece una già avviata.
  • Predisporre una strategia, insieme agli organi di controllo, che possa permettere al comune di acquisire più dati possibili utili a realizzare un sistema statistico locale; avere un maggiore e più dettagliato controllo del territorio sia in termini di presenze che in termini di strutture ufficiali.

Chiaramente la lista degli interventi da mettere in atto è molto ampia a prescindere dalla nuova proposta di legge regionale. Io ho solo voluto soffermarmi su un paio di aspetti che inevitabilmente andranno comunque affrontati all’indomani dell’entrata in vigore della legge stessa. Il resto riguarderà la gestione turistica complessiva della città.

Cefalù ha bisogno di riscrivere il turismo partendo dalla condivisione consapevole delle regole esistenti e future e da una governance che, come ho scritto sopra, metta i cittadini nelle condizioni di poterle trasformare in opportunità! 

Grazie