Francesco Liberto espone al Museo Mandralisca

Ritratto di Giuseppa Guercio

24 Gennaio 2017, 20:50 - Giuseppa Guercio   [suoi interventi e commenti]

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Sta per concludersi in Cefalù, nelle sale del Museo Mandralisca , dove è stata accolta dal 17 dicembre 2016 al 31 gennaio 2017, l'esposizione "Un pò Pop e un pò Art" di Francesco Liberto.

Noto Artista cefaludese per l'originalità delle sue "creazioni", che lo hanno sempre contraddistinto, nonché per le poliedriche esperienze del suo vissuto artistico, che vagano dal campo della moda e del costume-ideazione e produzione di modelli per le "sfilate", alla regia delle stesse, al teatro, alla creazione ed esecuzione di monili, all'arredo decorativo di ambienti, alle installazioni artistiche.

Ed è su queste ultime "fatiche" che prediligiamo soffermarci un attimo per fare alcune considerazioni.

Il fenomeno trend della Pop-Art o se si preferisce della corrente artistica della Pop-Art, nacque intorno alla metà del secolo scorso (tra gli anni cinquanta e gli anni sessanta), in America ed anche in Europa ed è, come suggerisce la sua stessa definizione di derivazione inglese Popular-Art,  "arte popolare" nel senso che nelle performances vengono utilizzati oggetti e quant'altro del consumismo e quindi di uso popolare, di uso comune.

A far riflettere, però, non è solo quella, essa è anche e, direi, soprattutto un'arte di "pensiero" e quindi intellettuale, celebrale, che si avvale sì dell' utilizzo di "materiali" facilmente reperibili in giro, riciclati ed ingegnosamente accostati, ma li usa come strumenti e mezzi espressivi di ciò che la mente umana è capace di ideare e teorizzare e comunque in antitesi all'accademismo.

È appunto il caso di Francesco Liberto, che nelle sue installazioni incarna perfettamente quelle che sono le peculiarità, le caratteristiche e le tipicità della Pop-Art.

L'utilizzo di giganteschi "CUORI" dagli sfolgoranti rossi scarlatti o di minuscoli "cuori neri" su fulgidi rossi vermiglioni, o l'uso di arti inferiori ricoperti da variopinte calze e fuoriuscenti dal quadro, occhi bendati di manichini a mezzo busto o maschere ammiccanti, emergenti da scenari di sottofondo, altro non sono che simboli "riciclati" aderenti al tema dominante della mostra: l'AMORE o meglio il travaglio d'amore, che culmina con un cuore ferito a morte da una pugnalata, tema autoproposto dall'Autore stesso e reso, ora con arguzia ed ironia bonaria, ora con melanconica complicità o struggente nostalgia, ma, sempre, con coerente armonia stilistica.

      

      

   

Il tutto garbatamente e poeticamente miscelato nelle sfumature di grigio e grigio argentato fino al bianco.

D'altronde la Pop-Art è un movimento di tendenza che ha trovato e trova entusiastica accoglienza ed applicazione tra gli artisti giovani, soprattutto, nella capacità innovativa e nella dinamicità intellettuale purché   sempre di matrice anticonformista ed antiaccademica.

                                                                                     Giuseppa Guercio