Raddoppio ferroviario: il sogno, la realtà e le chiacchiere a ruota libera del Forum delle Associazioni

Ritratto di Saro Di Paola

18 Febbraio 2017, 08:05 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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L’attuale tracciato della ferrovia, una volta smantellato, verrà alberato e collegherà gli alberghi con il centro della Città, attraverso mezzi ecologici (bus o trenino elettrico, biciclette ….) per dotare Cefalù di una lunga, straordinaria passeggiata panoramica che attraverserà il territorio come una linea verde: IL PARCO URBANO LINEARE”.
Così si legge nel programma elettorale, col quale l’On. Simona Vicari si presentò agli elettori nelle amministrative del 2002.

Un parco urbano lineare per “collegare i numerosi parchi che si sviluppano nelle incisioni vallive” come si legge nella “pronuncia di compatibilità ambientale” che, il 24 ottobre 2002, la seconda Amministrazione Vicari espresse sul progetto definitivo, che il Consiglio aveva approvato nel mese di luglio dello stesso 2002.

Un parco urbano lineare per “collegare in un’unica linea verde i parchi delle valli” trasformando, così, Cefalù “in una Città nuova, con una nuova fisionomia ……la Città dei parchi”.
Il parco urbano lineare, nella Città dei parchi: autentico sogno!

Ma non solo!
Per gli ambientalisti (“a giorni alterni” come li definì Giovanni Cristina quando, nel 1999, il Consiglio comunale ebbe ad approvare il primo progetto definitivo con la fermata sotterranea), per gli esponenti del comitato “Cefalù quale ferrovia” e per alcuni urbanisti e strateghi di turismo, il sogno andava ben oltre quel parco urbano lineare.
Il trenino elettrico e la pista ciclabile avrebbero dovuto collegare Finale di Pollina e Imera.
Addirittura!

Ne ho già scritto, il 20 maggio del 2016 (http://www.qualecefalu.it/node/19275), quando, sulla carta, mi sono reso conto che quel sogno era stato spazzato da RFI, che aveva posizionato la pista di atterraggio dell’eliporto di Ogliastrillo, con il baricentro sull’asse dei binari dell’attuale tracciato della ferrovia.

     

Ne riscrivo oggi, quando l’eliporto si comincia a vedere nella realtà.
Con la fisicità dei pilastri, pronti per il getto, di una delle tre palazzine previste, addirittura, nel progetto del lotto Fiumetorto-Ogliastrillo.

    

Ne riscrivo oggi, mentre il Forum delle Associazioni di Cefalù discute “della pressante esigenza della utilizzazione ad uso pubblico delle aree e delle reti ferroviaria ed elettrica esistenti e da dismettere (tra le stazioni di Lascari e Castelbuono) … per dare alle innumerevoli strutture alberghiere che insistono nelle vicinanze del binario esistente la possibilità di fruire di mezzi pubblici di collegamento rapido e leggero senza comprimere la possibilità di usare e fruire appieno dell’inesauribile patrimonio di beni naturalistici e monumentali locali”.

Chiacchiere a ruota libera.
Parole a vanvera di uomini, come il Presidente di quel Forum, dott. Luciano Luciani, al quale non sono bastati 22 anni del XX secolo e 17 del XXI, per cogliere gli straordinari benefici, di cui tutto il territorio cefaludese fruirà quando saranno stati dismessi i tratti in superficie della linea ferroviaria esistente e per capire che questi tratti devono essere spazzati dalla geografia del territorio, piuttosto che mantenuti in esercizio per essere attraversati dal treno della follia.
Quello che dovrebbe fare navetta tra le attuali stazioni di Lascari e Castelbuono per “il riassetto del territorio e per la realizzazione di un produttivo e lungimirante progetto di sviluppo e assetto urbanistico-territoriale dell’area turistica ed archeologica da Himera (Termini-Fiumetorto) ad Halaesa (Finale di Pollina-Castel di Tusa)”.

Saro Di Paola, 18 febbraio 2017