Gli studenti del Liceo Mandralisca domani in visita al carcere dell’Ucciardone

Ritratto di I.I.S. Mandralisca

18 Marzo 2017, 13:40 - I.I.S. Mandralisca   [suoi interventi e commenti]

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Gli studenti del liceo Mandralisca in visita al carcere dell’Ucciardone. Animare un incontro. 19 marzo 2017

 

Domenica 19 marzo p.v. un gruppo di 15 studenti del Liceo Mandralisca, accompagnati dai prof. Arrigo, Re e Spinosa, si recheranno presso il carcere dell’Ucciardone, per animare la “festa del papà”, ossia l’incontro fra i detenuti, le loro consorti e i propri figli, nella atmosfera di  “libertà vigilata” di una villa curata all’interno di quel luogo di detenzione.

I ragazzi, in questi giorni, si sono preparati con i propri cartelloni, con cartoncini e colori, con musiche e balli, per far immergere in attimi di festa e di allegria, famiglie disunite, abituate a incontrarsi con i minuti contati e con controlli e barriere che impediscono qualunque flusso di emozioni spontanee.

Per i tanti ragazzi che già in anni precedenti hanno vissuto questa esperienza, si tratterà di rivivere il sorriso di una trovata, le parole di un bambino e dei genitori, il piacere di gustare insieme qualcosa, e poi un campanello che segna la fine di un incontro, i saluti, il distacco, e l’apparizione di un altro gruppo. Si tratterà di rivivere la riflessione, sugli errori, sui reati, sulle pene, sulle conseguenze, e sui possibili itinerari per ritrovare una nuova speranza di vita.

È il progetto “l’umanesimo dell’altro uomo” che in questi otto anni ha avvicinato ai ragazzi le realtà più aspre e contraddittorie, dalla detenzione, alla disabilità, all’immigrazione, alla donazione degli organi quest’anno; realtà da studiare, da esaminare, certamente, ma anche da vivere con azioni dirette e simboliche e attraverso sentite condivisioni, in un ambito scolastico che, come ama ripetere il nostro Dirigente Scolastico prof. Francesco Di Majo, non rinuncia a vivere e a operare nel territorio cui appartiene.

Così, questi ragazzi, rinunceranno a vivere questa domenica nelle tranquille mura domestiche, e ne faranno dono ad altri, augurandosi che un sorriso, o un attimo di gaiezza, possa dare il senso di “un’altra chance”, e, a loro, una vicinanza e un radicamento  ovvero un arricchimento profondo di vita.