Gli ULIVI di Salaverde chiedono AIUTO

Ritratto di Saro Di Paola

9 Settembre 2017, 08:32 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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La trincea, che è stata aperta per realizzare il tratto artificiale della galleria “Poggio Maria” del raddoppio ferroviario

   

è stata colmata con le terre di risulta degli scavi della trincea di Ogliastrillo.

   

Terre con caratteristiche geologiche diverse da quelle del terreno rimosso.
Alla terra di ricolmo, in superficie, è stata data una sistemazione che ripropone, per quanto è stato possibile, la morfologia e l’andamento planoaltimetrico naturali, che, a Salaverde, il terreno aveva prima dell’apertura della trincea.
Per ovvie ragioni, non è stato possibile ripristinare la coltre superficiale di terreno vegetale e gran parte dei detriti e dei rifiuti dell’area di cantiere è stata sommersa dal terreno di ricolmo.
Sicché, la qualità bioambientale complessiva della parte di Salaverde, che è stata rifatta artificialmente, non può che essere, assai, scarsa.
Fare di meglio sarebbe stato possibile ma sarebbe stato molto oneroso dal punto di vista economico.

In tale parte di Salaverde, sono stati messi a dimora definitiva gli ulivi, che, espiantati per realizzare il raddoppio, erano stati messi a dimora provvisoria nella lingua di terra tra la strada statale e l’area di cantiere, là dove, per parecchi anni, erano rimasti in salute e rigogliosi di verde.

   

Dopo pochi mesi dalla messa a dimora definitiva degli ulivi,

   

a Salaverde, le immagini sono di desolazione.
Molti ulivi sono già morti e molti altri stanno per morire.

   

   

La siccità degli ultimi mesi, il caldo e le caratteristiche bioambientali del suolo

   

e del sottosuolo dell’area nella quale sono stati reimpiantati non li hanno aiutati.
Non li aiutano.

Quegli ulivi chiedono aiuto.
Ma a chi?
Se, da parte di qualcuno, l’aiuto non dovesse arrivare per tempo, a Salaverde, saranno canneto e cimitero di ulivi.

   

Saro Di Paola, 9 settembre 2017