Cefalù senza autonomia amministrativa

Ritratto di Angelo Sciortino

9 Settembre 2017, 14:08 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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C'è chi, quando si dà alla politica e viene eletto, si auto-convince di possedere veri e propri superpoteri, che gli consentono di vedere ciò che il cittadino comune, anche intellettualmente superiore, non riuscirà mai a vedere. Ciò che è grandioso di questo superpotere è che permette di rompere le maniere convenzionali del pensare per permettere di accedere a nuovi punti di vista. Con riferimento alla democrazia, questo non è né costituzionalismo, né liberalismo, né pieno socialismo, e neanche conservatorismo. È un tipo di potere senza freni da parte delle autoproclamate élite, che pensano di saper gestire meglio di noi le nostre vite. Ne è venuto fuori un enorme stato invasivo, amministrato da élite di burocrati, riempito di intellettuali, ai quali il diritto universale di voto dava la copertura. Oggi, però, la tecnologia, il cui aspetto più evidente è quello dei social, ha fatto sviluppare nuove forme di libertà, che erano incompatibili nell’apparato statale statico ed invadente.

Lentamente, lentissimamente, come accade sempre nella storia con i cambiamenti sociali, il popolo comincia a rendersi conto di queste rivoluzionarie novità e cerca di adeguarvi le proprie opinioni, soprattutto politiche.

È questa spasmodica ricerca di adeguarsi alla nuova realtà e al fallimento dello Stato invasivo, che spinge alla ricerca di un nuovo modo d'intendere la democrazia. Purtroppo, però, le menti non sono ben preparate a comprendere che cosa c'è da cambiare e che cosa, invece, bisogna conservare. Tale impreparazione spinge tanti ad agire senza una strategia, per cui si affidano al primo capopopolo trovato sulla loro strada. Ne sono un esempio Grillo e il suo Movimento, ma anche il Sindaco di Cefalù, che ha dimenticato il suo dovere principale: difendere l'autonomia del suo Comune.

Rivolgersi a ogni piè sospinto alle Autorità Giudiziarie, in primis quella amministrativa, crea già una forma di rinuncia all'autonomia. Ancora peggio se ci si rivolge a tali Autorità in forza di una farneticante interpretazioni delle norme, com'è accaduto più volte per la questione acqua o per ogni concessione a costruire. Se l'obiettivo del Sindaco era di portare a uno stato di soddisfazione pubblica e alla sicurezza che la sua Amministrazione si sarebbe presa cura di tutto, il risultato è stato l’esatto opposto. Più persone sono più insoddisfatte che mai. E fra queste persone a essere più insoddisfatte ci sono quelle che guardano al futuro, che vedono sempre più nero per gli errori del presente. Viviamo, infatti, in un ambiente diviso fra amici e nemici, che invece dovrebbero trovare un accordo su un futuro unico e soddisfacente per gli uni e per gli altri. Ma non lo capiscono; non lo capiscono specialmente coloro che vengono soddisfatti al presente con “contentini” fugaci ed effimeri come neve al sole.

Da dove deriva, alla luce di quanto detto, la fiducia, seppure irrisoria, di cui gode questo Sindaco? Credo che la risposta non possa che essere: dalla rinuncia alla libertà da parte di cittadini, che credono ancora nella democrazia sociale, nonostante i suoi fallimenti persino nel distribuire vantaggi alla popolazione. Anzi, nel distribuire piuttosto vantaggi, come ai banchieri e agli speculatori finanziari, proprio a chi deruba la popolazione di vantaggi, ricchezza e futuro. E Cefalù questo depauperamento lo ha subito in passato a opera di certi falsi imprenditori edili, sostenuti da intellettuali ancora più falsi di loro. L'azione amministrativa del Sindaco attuale ha dato vita alla divisione di costoro in amici e nemici, ma ciò non impedisce che si perpetuino gli errori del passato, con l'aggravante che siamo più poveri che nel passato e quindi non più in grado di distribuire ricchezza. Se una cosa si distribuisce oggi, per perseverare nella democrazia sociale, questa è una sempre più diffusa povertà. O il precariato.