La politica ridotta a una banda di razziatori

Ritratto di Angelo Sciortino

30 Ottobre 2017, 13:21 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Prima di decidere come e per chi votare alle prossime elezioni regionali sarebbe bene riflettere su che cosa è ormai in Italia e in Sicilia lo Stato. Si tratta di due burosauri, che poco si preoccupano del principio che in democrazia il popolo è sovrano, ma fanno di tutto per adattare tale principio agli interessi di chi lo rappresenta o dovrebbe rappresentarlo.

Nelle monarchie assolute e nelle dittature tali Istituzioni altro non erano che il risultato delle razzie del più forte. Una sorta di banditismo primitivo. Con una differenza, però. La banda nomade non si preoccupa di ciò che accade nell’area che ha saccheggiato e che poi si lascia dietro. Ma il brigante stazionario, che vuole vivere in modo permanente nell’area conquistata, deve tener conto delle condizioni e degli incentivi ai suoi assoggettati, se vuole che essi continuino a produrre e quindi a creare qualcosa per lui da saccheggiare attraverso la tassazione anno dopo anno.

Così, dalle tasse che impone anche il bandito stazionario deve in qualche modo proteggere i diritti di proprietà del suo soggetto, imporre contratti, stabilire un sistema giudiziario per giudicare le controversie e fornire anche alcuni “beni pubblici”, come strade e porti per facilitare il commercio.

Così non accade oggi. La banda politica stazionaria non se ne preoccupa più e invece di amministrare, razzia. Purtroppo non soltanto in Sicilia, ma in tutta Italia. Peggio ancora: anche tanti piccoli comuni hanno imparato a comportarsi allo stesso modo, lasciando i loro cittadini isolati e indifesi di fronte alle razzie; anzi, facendosi spesso essi stessi braccio armato dei razziatori o imitandoli con le loro piccole tassazioni, per le quali offrono servizi pressoché inesistenti.

Le riflessioni potrebbero continuare per pagine e pagine, ma non aggiungerebbero maggiore comprensione della situazione. Essa è già nota ai cittadini più avvertiti, che pagano per le razzie, che accontentano soltanto la classe politica troppo spesso banditesca. E non pagano solamente i cittadini più abbienti, ma anche quelli sotto la cosiddetta soglia di povertà; pagano togliendosi il pane dalla bocca, come suol dirsi. Siamo tornati al Medioevo, quando i Signori e la Chiesa lasciavano il popolo preda della fame e delle epidemie.

È quasi incredibile che tutto ciò accada ai giorni nostri, dopo il trionfo della democrazia e del popolo. Perché è accaduto? Per tante ragioni, la più importante risiede nella scarsa considerazione, che si ha per il bene più grande di un uomo: la sua libertà. E libertà significa indipendenza di giudizio e scudo contro ogni sopraffazione. Bisogna fare una distinzione in uno stato di diritto, dove regnano libertà e giustizia: il principio di non aggressione si chiama Legge; un’azione che rispetta il principio di non aggressione si definisce legittima; un’azione che rispetta il comando arbitrario di un’autorità si definisce legale. Purtroppo questa distinzione non si fa più, per cui rimaniamo vittime di un potere arbitrario, che fa razzia delle nostre fatiche.

Tornerò sull'argomento, nella speranza di consigliare come passare dalle lamentele alle azioni.