I politici tutti al lavoro in campagna...elettorale!

Ritratto di Angelo Sciortino

2 Febbraio 2018, 07:12 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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L’accusa ai grillini di essere gente che non conosce il lavoro è certamente ingenerosa. Infatti, ora stanno andando tutti a lavorare in campagna... elettorale. Gli altri partiti non sono da meno, però. Promettono a più non posso, nella speranza di guadagnare voti. Dovrebbero sapere che, come nei rapporti interpersonali, anche nel loro caso ogni promessa è debito... pubblico, debito che pagano i cittadini, siano essi ricchi o poveri. E se non ce la faranno, lo pagheranno i loro figli.

Questa premessa, un po' ironica, per dire che mai come oggi la campagna elettorale si era ridotta a un simile livello di mistificazione. Loro, i politici, sono forse convinti di riuscire a ingannare i cittadini, forti anche del fatto sconcertante che negli ultimi vent'anni hanno ridotto tali cittadini in una sorta di clientes di romana memoria. Dovrebbero sapere, se non fossero ignoranti, che, proprio quando a Roma crebbe il numero dei clientes, morì prima la Repubblica e poi l'Impero. Così continuando, essi, complici i loro clienti, condurranno l'Italia in un baratro, dal quale difficilmente potrà salvarsi.

Scorrendo ogni lista, si osserva una frenetica corsa ai nomi “importanti”, i quali, in realtà, consistono generalmente in null’altro che in nomi noti quasi sempre per la loro presenza in questa o quella trasmissione televisiva o magari per la loro attività sportiva. In altri casi, poi, essi hanno acquisito popolarità improvvisa a seguito di tristi eventi, che li hanno coinvolti o hanno coinvolto qualche loro familiare o la loro comunità. Costoro, con uno stile che personalmente non condivido, aspirano a ricoprire un posto in Parlamento, reso probabile non già dalla propria notoria competenza professionale o politica, bensì da un’onda emotiva, che, del tutto irrazionalmente, si potrebbe trasformare in sostegno elettorale. Si tratta di un fenomeno poco rassicurante, perché si ritiene, purtroppo non sempre a torto, che persuadere gli elettori sia molto più facile col volto e la storia personale di un personaggio che non attraverso argomentazioni razionali, come i vari problemi che sempre agitano qualsiasi società, e quella italiana in particolare, invece richiederebbero.

Ci fu un momento in cui credetti che un cambiamento di rotta potesse venire dal M5S, ma le esperienze di Roma e di Torino prima e le dichiarazione degli ultimi mesi di Di Maio, candidato alla presidenza del consiglio, hanno finito con il convincermi che le mie speranze erano mal riposte. Di Maio, tenendo bene in mente il puritanesimo della base, ha dichiarato che, se sarà necessario, il movimento proporrà alle altre forze politiche il proprio programma, ma senza che esse pretendano poltrone. Come dire che quelle se le terrebbero tutte loro. Un’idea che definire balzana è ancora poco. Definire balzano il programma politico del Movimento, poi, è ancora meno.

Nessuna lista mi convince, nessun candidato finora mi ha fatto ascoltare argomentazioni convincenti. Questa campagna elettorale mi sembra uno scontro di comari al mercato: urla, minacce e promesse; banalità, acrimonie e aspirazioni personali. Nulla di ciò che serve all'Italia; nessuna idea per ridarle finalmente un'economia sana, che crei posti di lavoro, soprattutto per i giovani; in politica internazionale un dichiararsi filo qualcuno e pronti a considerare il globalismo responsabile dei nostri mali. In una parola, tutto ciò che potrà condurci a essere quella che Metternich definì una “espressione geografica”. Com'eravamo allora lo sanno tutti coloro che non ignorano la storia, per prevedere come diventeremo continuando con simile classe politica non occorre molta fantasia, purtroppo.