A Cefalù non c'è soltanto supponenza, ma anche scienza

Ritratto di Angelo Sciortino

18 Febbraio 2018, 11:54 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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 Il dottor Virgilio e alla sua sinistra il dottor Spampinato

 

Nei miei due precedenti interventi sono stato costretto a trattare dei mali che affliggono Cefalù, soprattutto a causa delle scelte improvvisate della sua Amministrazione. Per fortuna a Cefalù non c'è soltanto la politica, più o meno becera, ma anche una realtà, che lascia ben sperare almeno per la salute fisica dei suoi cittadini: l'ospedale Giglio. Oggi, domenica, voglio riposarmi, allontanando le tristezze e facendo posto a un aspetto finalmente positivo.

Ho nei confronti del dottor Spampinato e verso l'ospedale Giglio un incommensurabile debito di riconoscenza. Come ho già raccontato, è stato proprio il dottor Spampinato a operarmi e a togliermi un tumore al pancreas nel maggio 2017. Oggi, a sette mesi da quella non piacevole esperienza, ho ripreso parte del mio peso forma – avevo perso ben 24 chilogrammi! - e sono in via di guarigione definitiva. Per questo debito di riconoscenza ogni qualvolta vengo a conoscenza dei suoi successi, mi rallegro così tanto da dimenticare le molte manchevolezze dell'ospedale, che altrimenti mi spingerebbero ad allontanarmi inorridito in seguito alle esperienze avute con il Pronto Soccorso e con l'impatto con la lenta burocrazia delle prenotazioni, durante il quale mi sono ritrovato come riunito in un gregge in attesa del foraggio.

Dovrei ricordare anche altri medici e infermieri, che hanno dimostrato sempre grande professionalità e umanità, ma non me ne vorranno, se mi limito a parlare soltanto del dottor Spampinato, perché l'occasione mi viene offerta dal riconoscimento di alcuni interventi al fegato eseguiti con tecniche, che rendono la guarigione più certa.

Egli ha eseguito alla Fondazione Giglio di Cefalù i primi cinque interventi di asportazione di tumori al fegato per via laparoscopica con l’innovativa tecnica della fluorescenza o del verde di indocianina.

L’indocianina è una sostanza, innocua per l’organismo, che viene iniettata al paziente 24 ore prima dell’intervento e consente di identificare nel fegato, con precisione, il tumore.

La resezione epatica, grazie ad una apposita apparecchiatura – spiega proprio Marcello Spampinato, responsabile della chirurgia del Giglio,– viene guidata dalla “fluorescenza” e l’asportazione del tumore viene completata evitando di lasciarne residui, soprattutto in prossimità dei margini di resezione. La indocianina passa attraverso i tessuti del corpo e viene trattenuta solo nell’area attorno al tumore primitivo o alle metastasi”.

Uno straordinario passo avanti nella lotta ai tumori del fegato – afferma il direttore generale Vittorio Virgilio – che vede l’ospedale di Cefalù sempre più qualificato nella vocazione oncologica e protagonista nell’acquisizione di tecnologie e tecniche all’avanguardia”.

Il colorante utilizzato- tiene a sottolineare Spampinato- permette ai chirurghi di scoprire anche piccole metastasi non visibili a TC e risonanza magnetica preoperatorie. Siamo una delle prime equipe chirurgiche in Italia ad utilizzare questa recentissima innovazione tecnologica sul fegato”.

I casi eseguiti al Giglio di Cefalù saranno presentati al congresso mondiale di chirurgia epato- bilio-pacreatica che si terrà a Ginevra, in Svizzera, a settembre 2018.

L’unità operativa complessa di chirurgia generale della Fondazione Giglio si colloca così nel panorama nazionale ed internazionale di eccellenza in chirurgia epato-bilio-pancreatica.

E scusate se è poco, soprattutto considerando che in un tempo recente una certa politica avrebbe voluto fare del Giglio quasi una infermeria. Dobbiamo riconoscere un merito particolare nella lotta per la salvezza del nostro ospedale al suo Presidente, Giovanni Albano, al quale dico, però, che c'è ancora molto da fare.