L'Italia scende dalle Stelle e si Lega ai disastri

Ritratto di Angelo Sciortino

19 Maggio 2018, 19:23 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Una tempesta di retorica colpisce l'Italia su tutto il suo territorio. I cittadini non sanno come difendersi. Le loro case non sono più un riparo sicuro e cadono colpite dal vento di qualche banca; oppure colpite dal vento più potente dell'Ufficio delle Entrate; e se il vento non basta, ecco una pioggia di bollette oppure un terremoto sussultorio o ondulatorio dei legislatori.

Una situazione, questa, antica di ben venticinque secoli. A quel tempo Atene era la città più libera della Grecia, almeno fin quando non spuntò l'erba malefica dei sofisti. Dicevano costoro, come oggi dicono i maggiori esponenti della Lega e del M5S, che per convincere gli elettori non era necessario dire cose sensate e logiche, ma parlare bene e abbondantemente.

Questa situazione italiana si ripete in piccolo, ma non tanto in piccolo, in tantissimi comuni italiani e a Cefalù in particolare.

Per capire meglio, nulla di più utile della storia. Quando Atene non poté contare più su uomini come Temistocle e Pericle – ai quali potremmo paragonare De Gasperi ed Einaudi – presero il sopravvento i vari Nicia e Alcibiade – che potremmo paragonare rispettivamente a Salvini e Di Maio. Con costoro cominciò la lenta decadenza di Atene, che finì sconfitta da Sparta, l'odierna Russia tanto cara alla Lega e al M5S, trasformandosi da democrazia nella tirannide.

Che cosa era accaduto, perché tramontasse il primo e fulgido esempio di democrazia? Semplicemente che il timoroso Nicia e l'arrogante Alcibiade condussero una guerra contro Siracusa, andando incontro a una perdita di ben diecimila ateniesi, morti di stenti e di torture nelle latomie. Questa sconfitta indebolì così tanto Atene, che Sparta la sconfisse e ne abbatté perfino le mura. A essere sconfitta, purtroppo, non fu soltanto la polis di Atene, ma la stessa democrazia.

Questi pensieri, questi paragoni, mi sono venuti in mente leggendo le 58 pagine del famoso “contratto”, allegato alla fine di questo intervento. Non c'è Pericle a dirigere la politica italiana, ma un timido Nicia e un arrogante Alcibiade. Come allora, non si contano i sofisti e le loro mistificazioni, che raccolgono gli applausi dei cittadini, che non sono più popolo, ma folla. Quella folla che Tacito definiva “tremans o tremenda”; quella folla che genera oclocrazia, potere della folla amorfa e credulona.

Soltanto una simile folla può dare ancora fiducia a chi vorrebbe il mandato imperativo per i parlamentari eletti, uguale a quello che Mussolini impose nel famoso ventennio; soltanto una simile folla può credere senza conseguenze disastrose molti dei punti del contratto, che già una folla di quarantamila grillini ha votato sul web e che domani un'altra folla leghista voterà nei gazebo.

Soltanto una folla abituata alle mistificazioni del sindaco Lapunzina e prona all'arroganza dei vari Alcibiade può aspettarsi migliorie da questo futuro giallo-verde e non disastri.

M5S accordo.pdf