Troppo degrado continuo!

Ritratto di Angelo Sciortino

4 Giugno 2018, 21:12 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Quello che accade in questi mesi e in questi giorni in Italia e a Cefalù sarebbe per me insopportabile se non trovassi sfogo nella lettura o nella rilettura di tanti Autori, che ho letto nel corso della mia ormai lunga vita. Questo sfogo l'ho trovato in queste sere in Stefan Zweig. Di Zweig ho letto Notte fantasticaLettera di una sconosciutaTolstoj l'ultima profeziaAppello agli EuropeiSovvertimento dei sensi e altri titoli ancora, sufficienti per farmene conoscere a fondo il pensiero. Un pensiero, che non può non considerarsi come una vera e propria visione apocalittica del mondo del suo tempo. Una visione che lo spinse a suicidarsi nel 1942 in una casa di Petropolis, città brasiliana. Egli e sua moglie, Lotte, presero una overdose di barbiturici dopo aver stipulato un patto suicida.

La nota lasciata da Zweig nel momento del suo suicidio, così comincia: "Quelle forze che possiedo sono state esaurite dai lunghi anni di vagabondaggi senza casa". Lo scrittore allora augurò ogni bene ai suoi amici, esprimendo la speranza che potessero testimoniare "l'alba dopo la lunga notte”. Questo sembrava essere un riferimento al mondo tollerante e pacifico che Zweig immaginava se il male canceroso dell'Europa del nazismo fosse stato sconfitto. Se Zweig avesse coperto le sue scommesse e fosse rimasto in vita un po 'più a lungo, avrebbe potuto vedere che presto le maree della fortuna si sarebbero inclinate contro il nazismo e verso gli Alleati. Il grande piano di Hitler per conquistare la Russia era fallito, e il suo esercito era in ritirata. Le anticipazioni del Nord Africa del generale Erwin Rommel erano state fermate. L'America era in guerra.

Ma la morte di Zweig non ha messo fine al suo impatto sul suo tempo o sulle generazioni future. Avrebbe continuato a vivere nel suo lavoro, tra cui un memoriale considerato da molti come uno dei migliori del 20° secolo, che ha inviato al suo editore pochi giorni prima della sua morte. Il mondo di ieri, pubblicato postumo nel 1943, documenta la storia dell'Europa dallo splendore del XIX secolo, dalla sua decadenza e dal compiacimento per la distruzione della prima guerra mondiale, e poi dalla brutalità e depravazione dei nazisti.

Esattamente come accade a me, costretto ad assistere al decadimento dell'Italia e di Cefalù a partire dagli anni '70. Nessuna meraviglia, quindi, se la rilettura di Zweig un po' mi consola e quantomeno non mi fa sentire solo, soprattutto quando le mie opinioni sono considerate esagerate e io stesso sono ritenuto un incontentabile pronto a criticare tutto e tutti. Non è così, però. Se il comportamento dei miei contemporanei non fosse tale da spingermi alla polemica, io sarei ben felice di vivere in silenzio in questo bellissimo paese, in questa stupenda Cefalù, dove regnassero la cultura, l'amore per l'arte e almeno il buon senso del tempo che fu. Invece, giudicando con il prosciutto sugli occhi e con la pancia, non ci si accorge che in cambio di un tozzo di pane si vende non soltanto il proprio futuro, ma anche quello dei propri figli e nipoti.

Se non criticassi e polemizzassi, la coscienza non smetterebbe mai di rimproverarmi. Anche se la critica e la polemica, sebbene ben argomentate, non faranno mai condividere i miei timori.