I sacri bronzi della basilica cattedrale di Cefalù

Ritratto di Sandro Varzi

8 Giugno 2018, 19:34 - Sandro Varzi   [suoi interventi e commenti]

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Con la semplicità di un buon padre di famiglia il nostro vescovo S.E.R. mons. Giuseppe Marciante, alla fine del concerto per organo del  maestro Diego Cannizzaro, tenutosi  in cattedrale il 5 u.s., ha annunciato che, per qualche tempo, le campane della nostra basilica non faranno sentire i loro rintocchi che da secoli scandiscono le giornate di noi cefaludesi., e proprio la loro vetustà e il secolare continuo uso, richiede ora improrogabili e urgenti lavori di manutenzione e restauro funzionale.

Delle campane antiche, mi riferisco a quelle normanne o medievali, non si hanno notizie nè documenti che ci possono far conoscere la loro storia o il loro numero. Solo dagli inizi del XVI secolo si hanno dei documenti che parlano di un numero imprecisato di campane, dei loro committenti e dei fonditori, che ci aiutano a conoscere con certezza la loro storia che vale la pena in parte ricordare in occasione di questi lavori che le renderanno di nuovo funzionali e le preserveranno dal degrado per tanti anni ancora.

Le campane funzionanti giunte sino ai nostri giorni sono soltanto tre e sono allocate in un unico vano al secondo piano della torre nord della nostra cattedrale.

 

Campana prospiciente piazza Duomo (ovest): AGATA

È la campana più grande, il cosiddetto campanone, ed è anche la più antica. Risale al 1638, durante l’episcopato di mons. Ottavio Branciforte (10 gennaio 1633 - 2 marzo 1638 nominato vescovo di Catania) che la fece rifondere imponendole il nome di S. Agata vergine e Martire.

Cristo benedicente, campana datata 1638 di mons. Branciforte

 

Sulla predetta campana, oltre alle sue insegne vescovili e un Cristo in Maestà in bassorilievo, sono  presenti le seguenti iscrizioni:

Prima riga:

PIUS   HIC  CANTUS  NON  TAM  DIVINAE  EST  LAUDIS  DECANTATIO  QUAM  LUGUBRIS  DOEMONUM  LAMENTATIO

Seconda riga:

+ OCTAVIUS  BRANCIFORTIUS  ANNO  A  PARTU  VIRGINIS

M. DC. XXXVIII.  PONTIFICATUS   SUI  V. EDIDIT  SACRAVIT  ET  AGATHAM  NOMINAVIT.

Terza riga:

FRANCISCUS  PITROLO  FECIT

 

Campana prospiciente la Rocca (sud): IMMACOLATA

È la campana mezzana. Risale al 1653 durante l’episcopato di mons. Gisulfo e Osorio (21 novembre 1650 - 30 settembre 1658  nominato vescovo di Agrigento).  Ebbe imposto il nome di Immacolata.

Stemma episcopale, campana del 1653 di mons. Gisulfo

 

Oltre alle insegne episcopali, anche su di essa si possono leggere delle iscrizioni dedicatorie:

Prima riga:

+ ILL.mus  GHISULPHUS  DEVOTIONE  FLAGRANS  IMMACULATA  VIRGINIS  CONCEPTIONI  DICAVIT  ET   PIUS  SECT : ANNO  1653.

Seconda riga:

+ OPUS   M.  FABIUS  PITROLUS  ET  IOSEPHE  AGLIOLO

 

Campana prospiciente la Giudecca (nord): LUCIA

È la campana più piccola. Risale al 1693 durante l’episcopato di mons. Matteo Orlando (25 giugno 1674 - 13 novembre 1695 deceduto). Anche questa rifusa gli fu imposto il nome di S. Lucia vergine e martire.

Stemma episcopale, campana del 1693 di mons. Orlando

 

Su di essa sono presenti le insegne episcopali e si leggono le seguenti iscrizioni:

 

Prima riga:

CAMPANAM  HANC  SUB  LUCIA  VOCATUR  MATTHEUS  ORLANDO

Seconda riga:

EPUS  CEPHALUDENSIS  DE  NUO  REFICI  ENDAM  CURAVIT ANNO  DOMINI  1693.

 

Dopo questo breve excursus storico sulle campane della nostra cattedrale, si capisce bene che esse hanno suonato ininterrottamente per quasi 380 anni e necessitano indubbiamente di una accurata manutenzione.

                                                                                      Sandro Varzi