Un profumo troppo caro

Ritratto di Angelo Sciortino

11 Giugno 2018, 19:22 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Una nuova schiuma da bagno viene da alcuni anni prodotta e distribuita a Cefalù e adesso per essa è stato chiesto il pagamento, sebbene i cittadini non abbiano gradito il profumo, che hanno definito puzza, e neppure le qualità detergenti del nuovo bagno schiuma.

Per la sua produzione erano stati preparati due stabilimenti, uno a Sant'Antonio e l'altro a Sant'Ambrogio, denominati depuratori, il primo dei quali non è piaciuto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Termini Imerese, che lo ha posto sotto sequestro, non impedendo però la produzione della schiuma da bagno.

Il Sindaco ha tentato di affidare la gestione degli stabilimenti ad AMAP, ma le sue ordinanze sono state annullate dal TAR. Oggi, pertanto, i due stabilimenti continuano la loro produzione di schiuma in automatico, alimentati dalla produzione escrementizia ininterrotta della digestione dei cittadini.

Sembra che tale funzionamento automatico e incontrollato degli stabilimenti sia vietato dalla legge, per cui la Città Metropolitana di Palermo ha ingiunto al Comune di Cefalù di pagare in solido con il gestore la somma complessiva di circa 18.000 euro. Ma siccome il gestore non c'è, a pagare ha provveduto da solo il Comune di Cefalù.

Ma chi è il Comune, se non la totalità dei cittadini? Allora a pagare saranno i cittadini! E pagheranno per un profumo, che chiamano puzza, e per un bagno in acqua mista a escrementi. E in quest'acqua saranno costretti a fare il bagno anche i turisti, se le loro narici sopporteranno la puzza e comunque finché la sopporteranno.

Intanto, con la firma del dott. Antonio Di Francesca, responsabile del SII, quella del rag. Giuseppe Curcio e grazie alla deliberazione 89/18 della Giunta Municipale, che ha reperito i fondi con spostamenti di bilancio, il Comune ha pagato. Il Comune o i cittadini?

Sotto le copie delle determine.

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