A Cefalù non soltanto l'acqua è pericolosa

Ritratto di Angelo Sciortino

23 Settembre 2018, 13:53 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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A Cefalù l'acqua è quella che conosciamo tutti: non potabile, forse inquinata e certamente pericolosa per la salute dei cittadini. Oltre all'acqua, però, c'è un'altra causa di pericolo per i cittadini: la spazzatura. Nessuno ci fa caso, ma la stessa raccolta del cosiddetto umido avviene dopo che questo è stato depositato a terra, dove lascia un alone di umido, che presumibilmente è un ricettacolo di batteri. Fosse solo questo!

C'è dell'altro, purtroppo. Le seguenti foto riguardano i cestini posti nella via Roma. Dopo che essi sono stati svuotati, rimangono nel fondo resti della spazzatura buttata, quando non pure il liquido prodotto dagli escrementi dei cani, che i loro proprietari raccolgono e poi buttano nel cestino, non potendosi pretendere che essi si trascinino dietro il sacchetto che li contiene.

Questi cestini in ferro si trovano in prossimità sia di scuole primarie e sia di scuole secondarie. I bambini o i ragazzi, passandovi accanto, godono del frequente olezzo e vengono assaltati dai batteri invisibili, ma non per questo meno dannosi. Subiscono, in buona sostanza, una sorta di bullismo da parte di chi dichiara con forza di volere difenderli; da parte di chi vuole vaccinarli contro gli attacchi epidemici, ma poi non fa nulla per evitare che questi avvengano.

Lo stesso accade sul Lungomare, luogo prediletto dai cefalutani per le loro passeggiate estive e ai bambini per giocare liberamente sui marciapiedi.

Ho conosciuto due assessori al ramo, Pippo Abbate e Augusto Cesare, che quando furono in carica spesso li incontravo alle cinque del mattino in giro a controllare lo svolgimento della raccolta dei rifiuti da parte degli operatori ecologici. Continuo a uscire presto al mattino, ma non incontro l'attuale e spesso neppure gli operatori ecologici.

Spero ardentemente che il Sindaco, alla lettura di questo mio post e alla vista delle foto allegate, venga spinto a controllare la veridicità di quanto ho detto. A meno che egli, riconoscendo la propria incapacità di rimediare, non decida di rivolgersi nelle “sedi opportune”, che sono quelle giudiziarie. Se così fosse, sarà mia premura, in quelle sedi, spiegare le ragioni dei miei timori.