Cefalù, senza cure e senza tombe

Ritratto di Angelo Sciortino

25 Febbraio 2019, 01:03 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Che cosa succede a Cefalù? Perché è così diffuso il disagio dei cittadini? Perché per essi non c'è vero aiuto, quando si ammalano? Perché anche da morti non possono contare sulla pietà cristiana e rimangono persino privi di una decente sepoltura? Perché i giovani non possono contare non soltanto su occasioni di lavoro, ma anche su occasioni di svaghi edificanti, che li aiutino a migliorarsi e a creare un futuro migliore? È mai possibile che i soli argomenti di questa società siano soltanto i pettegolezzi e le invidie, che occupano le conversazioni anche di fronte alle tragedie?

Domande, che ogni uomo saggio si pone spesso, troppo spesso, perché ormai troppo spesso i fatti quotidiani li suggeriscono. In tanti dovremmo dare risposte e la politica innanzitutto. Invece, proprio da parte della politica ecco le risposte: non affannatevi, perché la soluzione è il blocco dell'immigrazione e il reddito di cittadinanza; non affannatevi, perché la soluzione è l'improvvisazione nelle scelte amministrative; non affannatevi, perché non vi facciamo mancare le promesse.

Che poi l'acqua fornita dal nostro acquedotto sia pericolosa per la salute, come riportato dalle analisi del SIAN; che siate costretti a emigrare, per cercare lavoro; che le strade siano impercorribili, perché dissestate; che senza l'appoggio del caporalato non riusciate a trovare lavoro anche nelle poche imprese presenti; che le vie cittadine siano deserte anche nei giorni sereni e di festa; che non ci siano punti d'incontro per scambiarsi idee e opinioni; poco importa tutto questo. Importa che crediate per atto di fede in chi promette. Dovete credergli, perché egli rappresenta l'Autorità.

Se poi le cose non vanno come sarebbe giusto che andassero e le promesse restano lettera morta, la politica ha due scappatoie: aspettare che i cittadini se ne dimentichino o, nel caso che insistano nel ricordare, trovare rapidamente un capro espiatorio, al quale addossare la colpa. In verità, a Cefalù esiste un'altra scappatoia: demandare, fidando nella lentezza della Giustizia, all'Autorità Giudiziaria la soluzione dei problemi, che proprio la cattiva Amministrazione ha creato. In questo caso, allora, i Commissari nominati per chiudere il dissesto finanziario del Comune possono chiedere una proroga di sei mesi, perché sono pendenti processi nei confronti di alcuni creditori e di alcuni debitori. Con buona pace dei cittadini, che saranno costretti a sborsare denaro per pagare per altri sei mesi i Commissari.

In simili condizioni non è gran meraviglia che il disagio abbia tolto la fiducia in se stessi ai cittadini e che sempre più numerosi vengano spinti alla disperazione. Qualcuno dovrà pur aprire gli occhi e convincere gli altri che così non si può continuare. Non si può continuare con il dubbio che a Cefalù potrebbe presto essere difficile nascere, ancora più difficile curarsi e quasi impossibile contare su una tomba al cimitero. Per non parlare del vivere dignitosamente e non da precari della vita.