Ci risiamo, un'altra querela

Ritratto di Angelo Sciortino

11 Marzo 2019, 21:44 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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A quanto sembra ormai dobbiamo abituarci a considerare che le polemiche politiche non devono svolgersi con un civile dibattito, fatto di affermazioni e di contestazioni nelle sedi d'informazione dove le prime hanno trovato ospitalità, ma nelle sedi giudiziarie, alle quali con querele ci si rivolge con troppa facilità.

In data 18 agosto 2018 il consigliere comunale Valeria Piazza ha pubblicato su questo blog il seguente intervento: http://www.qualecefalu.it/node/22302. Lo stesso intervento è stato pubblicato anche su Cefalunews e su Cefaluweb. Nel suo intervento il consigliere Piazza, dopo aver sottolineato che il Comune aveva perso i finanziamenti per la messa in sicurezza antincendio delle scuole, si chiede come mai lo stesso non è accaduto per i cantieri scuola e avanza il sospetto che a tali cantieri scuola si sia dedicata più attenzione, perché potevano tutelarsi ragioni clientelari. Aggiunge ancora: “Si potrebbe pensare che i cantieri possano produrre clientele per l’accesso dei lavoratori che vi parteciperanno. Il dato che desta tale perplessità è che il canale di selezione per la scelta dei candidati lavoratori sia il Centro per l’Impiego di Cefalù dove, come è noto, la persona che riveste il ruolo di Ispettore del Lavoro è il fratello dell’attuale Sindaco Lapunzina”.

Letto l'intervento del consigliere Piazza, il fratello del Sindaco non fa pervenire alle testate, che hanno pubblicato l'intervento, una smentita, ma presenta immediatamente una querela contro Valeria Piazza. Quando il Pubblico Ministero, che la esamina, decide di chiederne l'archiviazione, lo stesso querelante si oppone all'archiviazione e coinvolge i responsabili delle testate, che hanno pubblicato l'intervento del consigliere Piazza.

Sorge spontanea una domanda: perché una querela e non una immediata smentita e una protesta, che nessuno si sarebbe rifiutato di pubblicare? È una domanda alla quale non riesco a rispondere, sebbene faccia nascere in me non pochi sospetti, primo fra tutti quello che la querela potrebbe intendersi come un atto di intimidazione non tanto contro un consigliere dell'opposizione, ma contro gli organi di stampa, che hanno osato dar voce al giusto dissenso contro uno dei tanti errori di questa Amministrazione. Ed è significativo che un simile atto “intimidatorio” non per nulla venga proprio da chi è fratello del capo di questa Amministrazione, come se si volesse imporre il silenzio a ogni critica, anche di coloro che i cittadini hanno eletto perché la esercitassero.

Non credo che abbia scelto un buon comportamento, ma lascio ogni valutazione al Tribunale, che deciderà sulla sua querela.