A volte gli economisti migliori non sono gli economisti

Ritratto di Angelo Sciortino

6 Aprile 2019, 20:46 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Cercando di capire quello che comporteranno le scelte economiche dell'attuale governo, ho riletto alcune pagine del Faust. Il Faust è una delle opere teatrali più famose nella storia occidentale uscita dalla penna dello scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832). La sua opera in due tempi è considerata uno dei migliori lavori della letteratura tedesca. Questo testo complicato e a volte inquietante narra la storia di un giovane studioso, Faust, che fa un patto con il diavolo, Mefistofele. In cambio del supporto di quest’ultimo alla realizzazione delle sue ambizioni, Faust scommette la sua anima con il diavolo.

All’inizio della seconda parte, l’opera fa una sorprendente panoramica economica. Faust, accompagnato da Mefistofele, frequenta la corte di un sovrano il cui impero sta affrontando la rovina economica a causa delle spese dissolute del governo. Invece di spingere l’imperatore ad essere più responsabile, da un punto di vista economico, Mefistofele—travestito da buffone di corte—suggerisce un approccio diverso, che ha degli inquietanti punti in comune con il nostro tempo.

Notando il fatto che la moneta dell’impero è l’oro, Mefistofele afferma che c’è sicuramente una grande quantità d’oro sotto terra nei possedimenti dell’imperatore. Così sostiene che l’imperatore può emettere delle cambiali per il valore dell’oro che ancora non è stato trovato, generando, in questo modo, nuove risorse monetarie per il governo e risolvendo il problema del debito.

Non c’è da sorprendersi del fatto che l’imperatore e i suoi tesorieri sono entusiasti della sua idea. Così l’imperatore può evitare scelte economiche drastiche provvedendo, allo stesso tempo, a soddisfare il disperato bisogno di moneta dell’impero. Poi, Mefistofele sommerge la corte di denaro di carta, e Faust viene elogiato sia dall’imperatore e chi dal cittadino ordinario.

I risultati, però, non sono quelli sperati. Prima di tutto l’emissione di cambiali non risolve i problemi delle spese dell’imperatore. Invece, le spese dell’imperatore e dei suoi cortigiani diventano addirittura più stravaganti, sapendo che possono sempre emettere più cambiali per coprire le loro spese che aumentano sempre più. Seconda cosa, il diavolo ha cambiato in modo impercettibile ma nell’essenza, le basi della moneta dell’impero. Invece di essere radicate nella solidità offerta da elementi tangibili e di valore, ora, sono radicate su promesse di carta inconsistenti. Così la stabilità monetaria a lungo termine e le forti restrizioni sulle spese esagerate del governo sono sacrificate per i guadagni a breve termine.

Goethe finì di scrivere la seconda parte di Faust nel 1832. L’economia moderna, allora, era appena emersa dalla sua infanzia. Tuttavia, l’intuito di Goethe si colloca proprio al centro di alcuni dei nostri problemi economici più difficili da irrisolvibili al lungo termine. Uno riguarda l’impatto della moneta a corso forzoso. Tecnicamente parlando, la moneta a corso forzoso è una valuta a cui un governo dà corso legale, anche se non ha valore intrinseco. Attraverso la storia, la moneta a corso forzoso è stata l’eccezione piuttosto che la regola. Molte monete si basavano su beni fisici, in modo particolare sull’oro. Invece la moneta a corso forzoso, alla fine, è basata sul fatto che abbastanza persone hanno fiducia nel fatto che una data valuta sarà accettata per le transazioni economiche.

Tale fede, tuttavia, vacilla facilmente. Le recenti tribolazioni dell’euro sono un buon esempio di ciò che succede quando la gente comincia a perdere la propria fiducia nella moneta a corso forzoso. L’espressione “valere tanto oro quanto pesa” sottolinea quella che è la fiducia che la gente ha sempre attribuito alla moneta del baratto, soprattutto in tempi di difficoltà economica.

Il secondo problema riguarda la tentazione affrontata dai governi quando combattono per risolvere i loro problemi di deficit. Nel 2009, il governo federale americano ha registrato un deficit di $1,4 trilioni di dollari. Valore che corrisponde al 10% del PIL degli Stati Uniti, un livello mai raggiunto dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Dovendo scegliere tra un taglio alle spese, un prestito o mettere in circolo una maggiore quantità di denaro, la terza opzione attrae molti politici. Inoltre, come l’imperatore di Goethe, è esattamente quello che molti governi occidentali fecero tra il 1945 e 1980. Ci fu un sollievo a breve termine a spese della stabilità fiscale a lungo termine.

Ma forse, la più grande lezione del Faust di Goethe è che ingannarsi è intrinseco a tutte le azioni folli. In qualsiasi momento in cui il governo sceglie di alimentare le illusioni economiche a danno della difficile verità economica, allora, come Mefistofele, impiegherà mezzi discutibili di ingegneria governativa come inflazionare la valuta, indebitando il settore pubblico in modo che le politiche studiate male sembrino meno gravose a chi, alla fine, dovrà pagare le conseguenze a lungo termine.