Brani d’Autore

Ritratto di Giuseppe Maggiore

26 Aprile 2019, 08:43 - Giuseppe Maggiore   [suoi interventi e commenti]

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BRANI  D'AUTORE

 

Interessante questo recente lavoro di Giuseppe Testa, "Clarinet Works", articolato e modulato su due strumenti musicali di indubbia resa fonica: il clarinetto ed il pianoforte.

Quattordici le composizioni del Maestro contenute nel CD che m'é venuto per caso fra le mani e sulle quali, attratto dalle loro possibilità d'impiego in particolari momenti scenici nel campo cinematografico, spendo un mio brevissimo pensiero.

I vari brani, magistralmente eseguiti da Domenico Calìa e Gabriele Coggì, al clarinetto, e da Maria Di Pasquale, al piano, creando singolari giochi disarmonici attraverso il connubio fra i due strumenti combinati in ensemble, a mio vedere sembrano voler analizzare le reciproche possibilità di resa dei mezzi impiegati fornendo intimi squarci di riflessione sui vari stati d'animo dell'autore focalizzati nei momenti precipui del loro casuale esternarsi.

Detti pezzi, frutto oltre che di studiosa oculata composizione quanto di estemporanea libera espressione musicale non più legata agli schemi ed agli stili tradizionali che hanno uniformato tutta la nostra tradizione sino agli albori del '900, e che a tratti sembrano ingredire in una dimensione dodecafonica seguendo le intuizioni ed i dettami d'un precursore del ramo del calibro di Arnold Schonberg, connotano pulsioni creative e moti intimistici per naturale maturazione inneggianti ad un pentagramma più complesso seppure covato ma non sempre costantemente perseguito dall'autore.

Questa sua ricercata dimensione estetica è favorita viepiù dalle qualità timbriche del clarinetto, i cui registri di differente sonorità fan sì che si possa trasmigrare con estrema efficace naturalezza dal "grave"  al "sovracuto" e dall' "acuto" al "medio" connotando lo spartito d'una vitalità espressiva di coinvolgente fulgore artistico.

Il flusso sonoro a fiato, unito alle tonali corde corrispondenti alla tastiera del pianoforte, rende un impasto timbrico, assonanza primordiale, di imprescindibile valenza recettiva; schema musicale che a partire dal siciliano Nicola Giammarinaro ha coinvolto i vari Santilli, Acello, Allegra, Angelini, Antonioli, Bosi e tant'altri maestri clarinettisti.

Gli stessi titoli attribuiti alle dette quattordici composizioni (alcuni: "Sguardi verso l'infinito", "Perdita d'identità", "Stati d'animo", "Riflessioni" ed altri) sono altamente indicativi di un creativo humus interiore in cui l'estrema sensibilità stilistica ad un certo momento trova la sua ragion d'essere nel tracimare esternandosi alla ricerca di un riscatto lirico al di là di un'effimera realtà contingente.

Suoni singoli del clarinetto, combinati in modo che par che s'inseguano e s'intersechino, si distanziano e si sovrappongono determinando nell'animo di chi ascolta una sensazione strana, arcana, forse a tratti scomoda ma pur atta ad indurre ad una culturale interpretazione: più brani da film che d'intrattenimento.

Sembrano, essi suoni, voler render leggibili le pieghe più intime della sensibilità di chi li ha prodotti inducendo a riflessioni sugli accadimenti umani, sull'esistenza, sui rapporti fra realtà e visioni oniriche e cosmiche e su quanto di ignoto possa turbare la coscienza rendendola incerta e precaria nella sua naturale consistenza.

A tratti la disarmonìa che pervade le note prelude ad un astrattismo musicale che, per quanto i miei interessi nel settore siano stati e sono da sempre orientati verso una dimensione diametralmente all'opposto (l'armonìa), pur tuttavia risulta convincente ed accattivante.

   

Ha, il Maestro Testa, una carriera musicale di tutto rispetto alle spalle che continua validamente a sostanziare con nuovi apporti creativi, diversificandola con eterogenee tematiche e più estrosi stili.

Ed ancora una volta, qui, dimostra la sua indubbia capacità di stupire innovando ed innovandosi nella composizione di una trama musicale che rende il pentagramma motile, cosmogonico, policromamente assonante se vogliamo, e d'effetto; che, per quanto sia rivolto ad iniziati, non manca di favorevolmente interessare anche chi non lo è.

 

Cefalù, 24 Aprile 2019

                                                                                             Giuseppe Maggiore