I discorsi del prof. M. Panzarella, del Magister S. Muffoletto per il Masci, e del Sindaco R. Lapunzina

Ritratto di Pino Lo Presti

2 Luglio 2019, 09:02 - Pino Lo Presti   [suoi interventi e commenti]

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Domenica, 30 giugno, ore 15.00, Chiesa di S. Francesco. Officiante Padre Liborio Asciutto.

 

   

Padre Aurelio da la parola all’Arch. Prof. Marcello Panzarella

La commozione di chi lo ha incontrato sulla strada di un sogno di Cefalù, ormai svanito

 

Commemorazione del dott. Rosario Ilardo

Non avrei immaginato mai di dover portare il peso di questa memoria di oggi. Eppure ciò è quanto la vita ci obbliga ad affrontare.

Il caro dott. Rosario Ilardo ha concluso la sua vita su questa terra nel modo della sua virtù consueta, attendendo alacremente al suo lavoro di sempre: adoperarsi, anche in tarda età, a favore della città amata, rimanendo al servizio dei concittadini anche nel tempo della sofferenza. Delle virtù di marito e padre, altri sapranno dire. A me tocca parlare di lui come uomo pubblico. Un compito difficile, perché già il lasso di tempo di una generazione è pur sempre un tempo, e si frappone alla condivisione delle vicende, al possesso pieno del pensiero, alla memoria esatta e completa degli atti e degli eventi. Ma subito, senza tema di errore, la prima cosa, la più certa che io possa affermare, è che con la conclusione del passaggio terreno del dott. Rosario Ilardo si è chiusa per sempre la parte fondamentale di un’epoca felice e irripetibile di questa città. Quella che a me ragazzo quattordicenne si mostrò come un’apparizione folgorante: il delinearsi organico, razionale, sistemico, di una novità entusiasmante, per la quale valesse la pena di esserci, cioè la dimensione del futuro fatta oggetto di un connubio di attenzioni e di azioni tecniche e politiche, e lo sforzo, l’intenzione, la passione di un gruppo di miei concittadini coinvolti in questo impegno, capaci di collocare sé stessi e la nostra città in un orizzonte non più locale, ma globale, e di coniugare ogni passo da compiere qui con altri passi già compiuti altrove. Catalizzatore dal polso fermo, convinto e animato da idealità fortissime, e munito di competenze già salde, ne fu il giovane dottor Rosario Ilardo, nocchiero capace di condurre in porto la navigazione, pur tra amarezze, sconfitte, ma anche momenti sublimi di esaltazione. Eppure, la sua figura fu sempre quella del pari tra pari, quella di chi non ama mettersi in mostra, ma pensa, elabora, e agisce di concerto, in squadra, in compartecipazione, talora anche avvilendosi per le lentezze, le remore di chi non vedesse o non volesse vedere ciò che lui già scorgeva, ma riprendendosi ogni volta senza indugi, tenendo fissa la rotta. Nel momento forse più delicato, impegnativo, ma certamente più esaltante di questa città, quando – archiviato il dopoguerra – più giovani di estrazioni differenti costrinsero la politica di allora ad accorgersi dei tempi che mutavano, questo allora mi appariva di lui: l’esserci ma in modo defilato sul palco della città. Non sapevo allora che quel riserbo celava una passione, che aveva modo di dispiegarsi appieno nella capacità di progettazione e di sistematizzazione rivolte al futuro, ma anche di esprimersi pienamente, col vigore appropriato e nelle sedi più appropriate, nel dibattito interno alle compagini politiche, all’interno del Consiglio Comunale, e nell’Amministrazione della città.

La lettura del suo percorso di vita, da lui delineata nelle righe brevi e sintetiche di un curriculum che mi aveva affidato, lascia intravedere ben poco della mole immensa del lavoro da lui compiuto, e dell’impegno di energie intellettuali da lui speso senza risparmio, al servizio della cosa pubblica, prima in questa città, poi in altre sedi prestigiose della pubblica amministrazione.

Nacque nel 1928 a Cefalù, si laureò in Giurisprudenza a Palermo, frequentò a Roma la Scuola di Specializzazione in Scienze e Tecniche Amministrative dell’Università di Studi Sociali “Pro Deo”. Intraprese la carriera professionale nel campo pubblico dell’Amministrazione, concludendola dopo quarant’anni come Segretario Generale della Provincia regionale di Palermo. Non smise mai di studiare, e di acquisire competenze sempre maggiori nel campo della Scienza dell’Amministrazione, frequentando diversi corsi delle scuole più accreditate nel campo, quella di Lucca, il Formez di Napoli, la Bocconi di Milano.

Fu Sindaco di Cefalù nei primi anni Settanta, ma anche Presidente della Fondazione Culturale “Mandralisca”, componente del Consiglio di amministrazione dell’Opera del Duomo, vicario della Rettoria di “San Domenico”, componente del Consiglio di amministrazione del “Teatro Biondo” di Palermo, Presidente del Centro di Cultura e Spiritualità “Duns Scoto” di Gibilmanna, consulente dell’Ente Parco delle Madonie.

Dette alle stampe più libri, tra i quali Lineamenti di diritto ambientale in Sicilia (1990) e La ristrutturazione della nuova Provincia regionale (1990) ma anche studi che mostrano l’ampiezza dei suoi interessi e la profondità della sua cultura, come ci testimonia L’eccelsa rupe. Studi, ricerche e nuove prospettive storiche sulla Rocca di Cefalù (2013), e un altro che mi aveva affidato per scriverne la prefazione, che uscirà col titolo da lui scelto: L’antica cappella di san Biagio nell’agro cephaleditano. Analisi e prospettive.

Le venti righe cui mi sono riferito, da lui stilate in questa sintesi fulminea di una vita professionale, mi furono affidate per uno scopo preciso: suggellare, anche introducendolo, il racconto di una fase capitale, cruciale, della sua vita e della nostra città, quella antecedente e conseguente alla stesura del Piano Regolatore Generale. Come omaggio alla sua memoria e restituzione odierna del suo ricordo, do lettura di un paio di brevi passi del Suo racconto, tra quelli centrali e più significativi:

“Qualche settimana prima di presentarsi al Consiglio con la nuova Giunta, il Sindaco Giardina mi chiese di elaborare per lui una bozza programmatica. L'incarico era di quelli gravosi, a cui non potevo sottrarmi. Mi attivai con solerzia, e il documento che consegnai rappresentò uno strumento di lavoro davvero unico e innovativo, che irruppe con fragore nella vita della cosa pubblica. Sottoposto al Sindaco, questi lo condivise in ogni punto, aggiungendo di suo pugno queste parole:

«Cefalù deve essere un'élite, deve essere il centro del pensiero, il cervello, il cuore delle generose popolazioni delle Madonie. Su questo dobbiamo puntare e per questo io conto sui giovani. Io non conto più, ma conta il loro entusiasmo. Essi, sono sicuro, raccoglieranno questo entusiasmo, che mi ha guidato e sospinto perché Cefalù torni alle mete che Ruggero le aveva segnato e che Cefalù aveva raggiunto...».”

E ancora:

“In quegli anni della mia giovinezza e della prima maturità, sono stato testimone e operatore di una stagione esaltante della vita della nostra Città, una stagione nuova e rivoluzionaria, perché contrassegnata dall'irrompere sistematico, nella gestione della cosa pubblica, del metodo della programmazione e della pianificazione: un salto di qualità grande e decisivo, grazie al quale furono gettate le fondamenta per costruire, con spirito nuovo, una città nuova. E che l'aria, tutt'attorno, profumasse di nuovo fu attestato dalla partecipazione e dal coinvolgimento emotivo di molti giovani che, con spirito civico, reclamavano una gestione della cosa pubblica democraticamente partecipata. Giovani di varia estrazione sociale e diversa ideologia – democratici-cristiani, comunisti, socialisti, repubblicani, liberali – finalmente guardavano all'Amministrazione con animo fiducioso e con gli occhi della speranza, giovani che incarnavano quello spirito di “cittadinanza attiva” che proprio il mio documento programmatico auspicava, per ispirare e pungolare ogni azione di governo.

Lo strumento della programmazione, culminato nella redazione del Piano Regolatore Generale, venne condiviso anche dalle segreterie politiche dei partiti, di maggioranza e di opposizione. Purtroppo, si trattò di una “condivisione” che durò solo fino all'esame del Piano da parte del Consiglio. Se i partiti avessero avuto a cuore gli interessi della Comunità, se, cioè, si fossero schierati, senza infingimenti, a difesa del Piano, la programmazione, così come era stata pensata e avviata, avrebbe potuto assicurare alla Comunità benefici immensi sul piano sociale, economico e culturale. Così, purtroppo, non è stato!”

[da questo momento, fuori testo, rivolto al feretro]

Eppure, caro dott. Ilardo, è stato grazie al Suo lavoro alacre, certosino, minuzioso, costante, esperto, capace di individuare le necessità della città, indicandone le priorità, organizzando la programmazione delle opere e individuando le fonti appropriate di finanziamento, che è stato possibile per Cefalù divenire una piccola capitale dell’architettura contemporanea in Sicilia. Gliene sono grato, anche per quanto mi riguarda personalmente.

Manterrò fede, caro dott. Ilardo, al Suo desiderio di rendere pubblica questa Sua ultima testimonianza e questo lascito, ampio, profondo e appassionato. E di completarne l’introduzione, che mi ha fatto l’onore di richiedermi. Tenere il Libro tocca anche a noi, come figli di Abramo, perché è custodia, cura e consegna del tempo della vita. Lo faremo, perché una stagione si è chiusa, ma un’altra di speranze rinnovate si dovrà pur aprire. 

[Cefalù, 30 giugno 2019]

 

In rappresentanza dei MASCI di Cefalù, il Magister S. Muffoletto

 

Elogio funebre a Rosario Ilardo Magister emerito della Comunità MASCI di Cefalù.

Non è facile riuscire a imbastire un elogio funebre per una persona con la quale sino a qualche giorno prima discutevi e scherzavi, ...tranquillamente seduti nel suo studio.

Non è assolutamente facile riuscire a rendere omaggio, in pochi passaggi, ad un amico e fratello scout che oramai sarà presente tra di noi soltanto attraverso il ricordo.

È anzi particolarmente complicato, anche perchè la vita del Dott Rosario Ilardo, del fratello scout Saro Ilardo, è così piena e densa di contenuti che non sai da dove cominciare, non sai a quale degli elementi che lo hanno caratterizzato dare priorità.

Una cosa, però, va subito detta: se è vero che un  uomo è considerato vecchio  nel momento in cui diventa privo di progettualità e allora Saro Ilardo era un giovane.

Si un giovane...seppur di 92 anni, capace di trasmetterti il Suo entusiasmo, quell'entusiasmo tipico della giovinezza,  e la Sua vitalità,  capace di coninvolgerti in idee e progetti di cui meticolosamente curava ogni sfaccettatura, attenzionando anche il minimo dettaglio.

Un giovane di 92 anni... capace di spendersi senza sosta nel portare avanti le cose in cui credeva, incurante delle leggi di natura tra le quali, quella del tempo, è la più crudele....ma l'elemento temporale non è stato ostacolo alla sua voglia di fare, di costruire ...alla sua voglia di vivere

Una vita di costante impegno la Sua.

Un Impegno verso la  famiglia innanzi tutto, pieno di attenzioni ed affetto, ricambiato, per la moglie e per i figli;

Un impegno pluriennale  nella politica, e mi riferisco a quella politica oggi in via di estinzione che metteva al centro delle attenzioni l'uomo con la sua dignità, con le sue necessità, quella politica che puntava a migliorare le condizioni di vita non di caste o gruppi di interesse ma di tutta una comunità ed in particolar modo dei meno fortunati, come lui soleva dire; un impegno che lo ha visto negli anni 60 e 70 come Consigliere, Assessore e Sindaco di questa Città; un impegno che, anche quando non più direttamente coinvolto in ruoli istituzionali, lo ha visto sempre pronto a saper cogliere i cambiamenti della società, le derive di questa nostra società, senza mai perdere la speranza in un futuro migliore. Emblematico il suo "progetto di sviluppo per una città ideale all'alba del terzo millennio" pubblicato in occasione della Sua candidatura per le elezioni comunali del 2002.

Un forte impegno anche nell'ambito lavorativo, coronato dalla brillante carriera dirigenziale amministrativa, iniziata da Segretario comunale in giro per l'Italia prima, ma anche presso i Comuni di Cefalù e Castelbuono in seguito, conclusasi come Segretario Generale della Provincia di Palermo;   una attività attentamente svolta nel rispetto rigoroso delle Leggi dello Stato, che oltre ad applicare sapientemente, studiava, dando il proprio contributo per il miglioramento della gestione amministrativa degli Enti Locali, gestione che ha sempre condotto, potremmo oggi dire da vero manager, ispirandosi a principi di efficienza ed efficacia.

Numerose le sue pubblicazioni in materia di Diritto Ambientale, di Regolamenti dei servizi di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani, di disciplina delle onoranze ufficiali, in materia di protezione civile, di ristrutturazione del servizio di distribuzione dell'acqua potabile, di Ristrutturazione della Provincia Regionale...

Un impegno appassionato anche verso la conoscenza della nostra storia, delle nostre origini, un impegno incessante questo, portato avanti con anni di ricerca e di studio, in giro per l'Italia, per biblioteche e archivi di Stato, con l'assidua collaborazione del figlio Lorenzo,  un impegno che ha prodotto il Suo "Eccelsa Rupe" sino ad oggi unico per qualità e ricchezza di contenuti, presentato al pubblico nel 2013, che affronta aspetti storici, archeologici, naturalistico-ambientali, geologici, della Rocca di Cefalù, frutto di diretti riscontri sul campo che ha esaminato in lungo e largo nel corso degli anni.

Indimenticabile la serie di conferenze da Lui tenute presso la sede del Masci ma aperte a tutti i cittadini, che hanno riguardato la presenza dei Normanni in Sicilia ed in particolare a Cefalù. Una serie di incontri nel corso dei quali, anche con la proiezione di immagini e simulazioni grafiche da lui curate nei minimi particolari, è riuscito a portarci indietro nel tempo trasmettendoci una serie di incancellabili emozioni.

A breve, da esperto conoscitore del monachesimo in Sicilia nel periodo pre e post normanno, avrebbe dovuto presentare un suo lavoro sulla Chiesetta e sul Cenobio di San Biagio in agro di Cefalù, chiesetta che, su Sua richiesta, venne affidata, dall'allora Vescovo Vincenzo Manzella e  sino a pochi mesi fa, alla Comunità di Adulti Scout di Cefalù.

Non meno profondo il suo impegno verso la tutela e la salvaguardia dell'ambiente.  Un appassionato attaccamento, il Suo, alle bellezze naturalistiche del nostro territorio che cercava di valorizzare, coinvolgendo e sensibilizzando anche i rappresentati delle pubbliche amministrazioni, affinchè certi angoli meravigliosi del nostro territorio potessero essere tutelati e  intelligentemente resi fruibili ai cittadini.

Un impegno nello scautismo, a cui aderisce sin dal 1944, quando il movimento riprende le attività nelle regioni già liberate del sud Italia,  dopo lo scioglimento dettato dalle leggi speciali del 1926, svolgendo i ruoli di Capo Riparto e Capo del Gruppo Cefalu I.

Un impegno continuato poi nel MASCI che lo ha visto tra i fondatori della locale Comunità, Magister per i primi 10 anni e Magister emerito subito dopo.

Un impegno scout durato 75 anni, non tanto in termini di partecipazione attiva ma per fedeltà a quei principi ed a quei valori che ha posto alla base di ogni Sua azione, a fondamento della Sua stessa esistenza, attuando quello che un famoso motto sintetizza in quattro parole: semel scout semper scout....una volta scout per sempre scout.

Questo era Saro Ilardo ed è stato un onore, oltre che un piacere, potergli stare accanto in questi 17 anni di vita della Comunità Masci di Cefalù, fruendo del Suo enorme bagaglio di conoscenze, della Sua chiarezza, della Sua saggezza, della Sua sensibilità, della Sua disponibilità.... sentiremo tutti la Sua assenza ma sapremo, certamente,  fare tesoro dei Suoi insegnamenti.

Carissimo Saro, resterai per sempre nei nostri cuori, nei cuori di chi ti ha conosciuto ed apprezzato.  Per questo tuo instancabile operare resterai nella storia dello scautismo cefaludese, della Chiesa cefaludense, nella storia di questa città anzi, volendo usare un termine a te caro, della "polis" intendendo così indicare non semplicemente uno spazio edificato ma  "tutta una Comunità che vive lo spazio urbano" e spero, da cittadino,  che a questo tuo straordinario ma silenzioso impegno venga quanto prima dato il giusto riconoscimento.

Voglio chiudere questo saluto a Rosario Ilardo  con un semplice ricordo, un ricordo di appena qualche anno fa,  quando nel corso di una delle nostre escursioni di Comunità  lungo i sentieri delle alte Madonie, mi disse: «perchè non organizziamo qui un campo di qualche giorno....dormiremo in tenda....non possiamo non godere di queste meraviglie della natura».

Risposi con qualche battuta, sorridendo, pensavo stesse scherzando, essendo lui prossimo ai novant'anni, ....  ma capii subito che non era così.....perchè, volgendosi verso un lato di quel bellissimo prato verdeggiante, continuò dicendomi: «vedi quell'angolo.... in prossimità di quegli alberi?  potremmo benissimo lì piantare le nostre tende..... »

Voglio pensare, caro Saro che tu la tenda l'abbia già piantata nei prati celesti, dove la parola tempo perde il suo significato e la vita, invece, lo acquista definitivamente,  ponendosi al cospetto di Dio.

Salvatore Muffoletto, Magister Comunità MASCI – Cefalù

30 giugno 2019

 

Il Sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina

In qualità di Sindaco, sento di dover rendere il commosso, sentito, profondo omaggio della città di Cefalù alla venerata memoria  di Rosario Ilardo, ottimo Sindaco, integerrimo uomo delle istituzioni, filantropo convinto, studioso rigoroso, profondo conoscitore della storia e dell’anima della nostra Città, uomo di specchiata moralità, cefaludese autentico e per bene.

Egli fu uomo delle istituzioni che servì fedelmente, con dignità e onore, sia dal vertice della burocrazia provinciale, sia da Amministratore della nostra Città, al servizio della quale rivestì numerosi ruoli di responsabilità e, in particolare, come Sindaco, carica nell’esercizio della quale seppe raccogliere e attualizzare l'eredità lasciata dall’indimenticato dott. Giuseppe Giardina, del quale, giovanissimo, fu Assessore.

Mi piace ricordare con vibrante commozione come, ogni volta che mi chiedeva un incontro per discutere dei  progetti che instancabilmente elaborava, rifiutava che fossi io ad andarlo a trovare a casa, poiché mi diceva che il rispetto per le istituzioni gli imponeva di essere lui a dover andare ad incontrare il Sindaco nella Casa comunale, che è la sede nella quale tutta la Città è rappresentata.

Ricordo quando, all’inizio del mio mandato, volle venirmi a trovare in comune per augurarmi buon lavoro.

In quella circostanza mi disse che riteneva suo dovere farlo per rispetto della democrazia per l’affermazione della quale si era battuto e delle istituzioni che egli aveva sempre servito con profonda lealtà.

In quella circostanza mi spiegò di nutrire profondo rispetto per la scelta di “ scendere” al servizio della città. Disse proprio così , scendere e non “ salire”, come comunemente si dice di chi viene eletto, perché , mi spiegò, nella magna Grecia, di cui la nostra Cefalù era realtà importante, i magistrati della Città  sedevano nel Consiglio civico, che aveva la forma di un anfiteatro, nei gradini in basso mentre il popolo stava in alto. Ecco perché, concluse, chi accetta di dedicare il proprio tempo al servizio dei cittadini, non ascende a chi sa quale potere ma si pone in condizione di scendere per servire meglio la sua gente e, in particolare, gli ultimi.

Di quelle parole sento ancora l’eco e da esse mi lascio guidare nell’agire quotidiano cercando di servire la mia città con tutte le mie forze e al massimo delle mie capacità.

In questo mi è stato d’aiuto il suo esempio; quello di un uomo che con vera umiltà, fede sincera, specchiata onestà e integrità morale ha servito la comunità cefaludese lasciandosi guidare da un alto senso delle istituzioni, da una visione della politica alta e nobile, da una profonda e genuina fede Cattolica che fu il faro della propria esistenza  e che contraddistinse il suo agire sia come uomo pubblico, sia come marito amorevole e padre esemplare.

Una fede profonda che lo portò ad essere sempre disponibile nei confronti del prossimo e attento agli umili. Lo ricordiamo come Presidente del MASCI che guidò con competente sagacia e profonda umiltà, realizzando innumerevoli attività culturali e sociali, cercando sempre la collaborazione delle istituzioni e ponendo al centro i valori su cui si fonda la nostra carta Costituzionale e la stessa civile convivenza.

Fu un autentico ‘Cefalutano’, Rosario Ilardo, di quella cefalutanità  d’altri tempi, elegante e nobile che lo portava a nutrire un amore viscerale per la storia Patria, quella della sua patria, Cefalù, per la quale dedicò tanti anni di studi rigorosi e di un eclettismo e di una profondità che lasciano esterrefatti.

La sua “Eccelsa Rupe”, opera monumentale sulla nostra Rocca, può essere considerata l’opera che meglio rendere evidente il suo sapere enciclopedico.

Tuttavia, dall’alto dei suoi novanta e passa anni non cessò mai di essere giovane nello spirito e nella voglia di fare e di scrivere. Nel nostro ultimo incontro, alcuni mesi fa, venne a riferirmi che stava scrivendo un volume sulla storia della chiesa di San  Biagio e concordammo che in occasione della presentazione di questa sua ultima fatica avremmo organizzato una tavola rotonda con esperti che si erano occupati di questo nostro gioiello d’arte e di storia.

Al temine di questa cerimonia le sue spoglie mortali riposeranno accanto a quelle di altri uomini illustri nel nostro cimitero cittadino, ai piedi di quella Eccelsa Rupe che egli tanto amò e alla quale sarà legato per sempre.

Eccelsa, come eccelsa fu la sua umanità , la sua integrità morale, la sua cultura la sua rara eleganza e signorilità.

Con la sua scomparsa la Città di Cefalù perde uno dei padri nobili del nostro tempo, un galantuomo, un cittadino esemplare, un protagonista indiscusso, un cultore della nostre memorie che della storia della città da oggi entra a far parte.

Il suo ricordo resterà indelebile in coloro che ebbero la fortuna di conoscerlo e, come Amministrazione comunale, prenderemo le doverose iniziative per fare in modo che la sua memoria non cada nell’oblio.

In questo compito ci aiuterà l’eredità di affetti che egli ci ha lasciato, il MASCI di Cefalù che rappresenta il continuatore delle iniziative da egli ideate e che, nel portarle avanti avrà il massimo sostegno da parte dell’Amministrazione comunale, e tutti coloro che hanno avuto la fortuna e l’onore di conoscere Rosario Ilardo e di esserne amici.

Nel rivolgere i sentimenti di profondo cordoglio ai familiari tutti  io, ora, Innanzi al feretro di quest'uomo che ha tanto amato e servito la sua città, chino il mio capo in segno di deferenza e di rispetto e quale sincero e doveroso omaggio da parte di tutti i cittadini di Cefalù.

Rosario Ilardo, la città ti è grata per tutto ciò che hai saputo e voluto donarle e perpetuerà il ricordo della tua persona additandola ad esempio alto e nobile per le future generazioni.

  

La sincera commozione dell’uomo per l’uomo a cui lo legava un affetto filiale

Se ne è andato un vero Scout tra gli Scout, un vero Magister di vita

  

il loro saluto

Inizia il viaggio

 

   

   

   

   

   

   

   

L’ultimo saluto

 

   

Tutto è a posto per quel cuore, perchè riconsegnato alla terra ciò che è suo, inizi il gran viaggio da quei suoi spazi angusti a quelli finalmente ampi del cielo.