Equilibrio turismo-cittadini

Ritratto di Angelo Sciortino

20 Luglio 2019, 22:46 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Da alcuni giorni mi è stato sempre più difficile scrivere, sebbene di ragioni ve ne fossero tante. Ragioni, che mi suggerivano le non poche azioni e inazioni della cosiddetta Amministrazione, ma trovavo inutile e persino offensivo per la mia intelligenza parlarne. Inutile, perché sembra che le chiacchiere vane siano sufficienti per accontentare l'odierna opinione pubblica, che sembra più interessata al vantaggio contingente, piuttosto che a una visione di un futuro per le generazioni future. Offensivo per l'intelligenza, perché ogni uomo deve dedicarla, la poca o molta intelligenza che ha, soltanto a ciò che può accrescere la propria mente e la propria cultura. E non mi sembra questo il caso, che la nostra piccola Amministrazione offre.

In occasione della inaugurazione-benedizione della sede della Pro Loco di Cefalù, il vescovo Marciante ha ritenuto, bontà sua, che fosse opportuno spendere alcune parole a sostegno di un turismo più sostenibile a Cefalù. Ricavo dal Giornale di Cefalù: “Il Vescovo mons. Marciante in occasione della inaugurazione della nuova sede della Pro Loco: la Pro Loco meritava una sede perché costituisce un valore per la città. Lo dirò - osserva il Vescovo di Cefalù - anche in altre occasioni, bisogna restituire la città ai cittadini. Dico questo - sottolinea - perché è bello l'afflusso dei turisti, ma si deve creare un equilibrio tra il turismo e la città. Se invece c'è uno squilibrio, i cittadini non possiedono più la loro città, gli sfugge di mano. Allora, il senso della concessione della sede alla Pro Loco - dice mons. Marciante - vuole essere: riprendiamo l'equilibrio tra il turismo e la città. Tutto non deve essere in funzione del turismo, ma anche della città, dei cittadini che vi abitano. Un esempio: il costo della vita a Cefalù... i cittadini non possono essere dei turisti e non possono pagare quanto pagano i turisti. E' un problema sociale! La Pro Loco - sottolinea il Vescovo - deve promuovere il turismo, ma anche il benessere della città. La Pro Loco nasce per promuovere tutte le cose belle che ci sono nella città. Io osservo, io vedo, io registro e poi parlo: ci sono periodi dell'anno in cui la città non è vivibile dai suoi cittadini!”

Questo intervento del Vescovo mi ha spinto a qualche riflessione, che riporto di seguito, per condividerla con i miei lettori. Lettori, che ormai sanno che ho dello Stato, delle sue Istituzioni e delle attività economiche una visione laica, dettata un poco dal mio personale agnosticismo e in parte dalla convinzione che gli uomini di Chiesa non debbano distrarsi dalla loro missione, interessandosi dei piccoli problemi della vita quotidiana, che spetta a una politica democratica risolvere.

La mia prima riflessione me l'ha suggerita il punto in cui il Vescovo dice che “bisogna restituire la città ai cittadini”. Se restituire la città ai cittadini significa lasciarla senza acqua potabile; con strade fatiscenti e occupate da troppe concessioni di suolo pubblico; con un servizio di ritiro rifiuti disorganizzato come l'attuale; con un'assenza di un civile servizio di polizia municipale sufficiente e capace: allora non capisco quale città si restituisce ai cittadini.

La seconda riflessione la derivo quando il Vescovo dice che “si deve creare un equilibrio tra il turismo e la città”. È vero che l'afflusso turistico è reso più che mai caotico dalla presenza di numerosi turisti in determinati periodi, quelli estivi e quelli di particolari feste, ma siamo sicuri che di ciò sono colpevoli i turisti e non l'assenza di infrastrutture? Se è vera questa seconda ipotesi, allora non sarà mai possibile un equilibrio.

Una terza riflessione me l'ha suggerita la seguente frase: “Tutto non deve essere in funzione del turismo, ma anche della città, dei cittadini che vi abitano.” Non credo che Cefalù, con un'economia ormai da decenni basata sul turismo, possa considerare di essere in funzione del turismo e non pure dei cittadini, se proprio dalla sua funzione turistica essa trae ricchezza e lavoro per i suoi cittadini.

Ultima riflessione sulla seguente affermazione del Vescovo: “il costo della vita a Cefalù... i cittadini non possono essere dei turisti e non possono pagare quanto pagano i turisti.” Non capisco a che cosa si alluda, se al costo dei locali come bar e ristoranti oppure al costo dei beni primari per le famiglie. In questo secondo caso non mi sembra che supermercati come Giardina, Conad, MD e Decò non rappresentino un'occasione di offerte a bassi costi. Con l'aggiunta che in ogni caso, se a Cefalù “tutto è in funzione del turismo”, allora non può negarsi che proprio il turismo renderebbe, se ben sfruttato, migliore il tenore di vita dei cittadini.

Se è così, allora il problema non è quello di “creare un equilibrio” tra turismo e cittadini, restituendo a questi ultimi la loro città, quanto piuttosto renderla meno provinciale; meno interessata al piccolo cabotaggio e più educata a rispettare se stessa e le sue ricchezze artistiche e paesaggistiche. E questa educazione deve essere compito di tutti i cittadini, in particolare di coloro che hanno il compito di amministrarla, ma anche di coloro che hanno il compito di docenti nei vari gradi di scuola.

Tutto ciò sarebbe una conquista dei cittadini e non un miracolo.