Difesa del territorio, lettera aperta al Presidente e all'Assessore regionali

Ritratto di Giovanni La Barbera

14 Settembre 2019, 00:00 - Giovanni La Barbera   [suoi interventi e commenti]

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Al Presidente della Regione Sicilia

All'Assessore al Territorio e all'Ambiente della Regione Sicilia

 

Oggetto: Attività inerente la formazione della pianificazione del territorio Regionale.

 

Un caso dimostrativo dell'esistenza di criticità.

Sulla procedura di formazione dei Piani Regolatore Generali si registrano gravi carenze nello svolgimento delle attività dell'Assessorato al Territorio in ordine ai compiti di controllo e partecipazione alla formazione degli strumenti urbanistici.

Attualmente l'Amministrazione del Comune di Campofelice di Roccella, si trova a doversi determinare sul PRG adottato, ma mai approvato secondo l'ordinario rituale di legge. La vicenda non può non stupire. L'Assessorato al Territorio, con i Servizi interni: Istruttoria SU-VAS- e CRU, non è stato in grado, nel ritardo e nelle inadempienze, di assicurare l'alta funzione di controllo partecipativo finalizzato alla corretta formazione degli strumenti di pianificazione locale.

Ne è conseguita una paradossale approvazione per decorrenza dei termini, alla stregua del più banale atto amministrativo privo della complessità e dell'importanza del principale strumento di pianificazione e programmazione locale. Si tratta di un Piano Regolatore portato, all'approvazione regionale, dopo circa mezzo secolo dall'approvazione del Programma di Fabbricazione. Già questo evidenzia il grave ritardo sofferto, ovviamente ancora oggi, dalla Sicilia, nell'assenza di una moderna legge urbanistica e insieme di una struttura organizzativa dell'Assessorato competente atta a reggerne la divulgazione, l'applicazione e a promuoverne i cambiamenti o gli aggiornamenti seguendo e registrando le calibrazioni suggerite dagli effetti di ritorno.

Ma qui, per inciso, non intendiamo soffermarci oltre sulla Riforma di cui si è avuto notizia recentemente. Essa sarà invece oggetto di una attenzione partecipativa, in altra occasione, nel tentativo di sostenerne la più corretta modalità con la quale se ne deve costruire l'impianto, che, subito, rilevo inadeguato a supportare lo sforzo che la politica regionale vuole compiere per condurre la Sicilia nella competizione culturale ed economica moderna.

Suscita altresì stupore il considerare con quale enfasi celebrativa, nei rituali pubblici, si vogliono esaltare gli sforzi in vista dell'affermazione della Identità Siciliana, e per contro non si è in grado di diffondere correttamente la cultura per un corretto uso del suolo o del territorio, per mezzo dei processi costruttivi degli strumenti di pianificazione locale e poi della loro gestione.

Sappiamo tutti che senza un rapporto consapevole delle comunità locali con il loro territorio il rischio e proprio quello di perdere via via l' IDENTITA'. E questo rischio è tangibile e a farlo correre è proprio il vuoto dell'Amministrazione regionale Insomma non può esistere un PRG che diventa efficace per decorrenza dei termini perché esso è la dimostrazione del fallimento totale della organizzazione regionale e delle sue inadempienze che finiscono col gettare le amministrazioni comunali, nel migliore dei casi, in uno stato di smarrimento, oppure, nei casi più deprecabili, nell'approfittare della relativa anarchia adeguandosi opportunisticamente.

Certo è che nel corale pressapochismo che fa del territorio regionale, almeno in parte, il terreno solamente della speculazione senza effetti di arricchimento sociale, ma solo privato, anche gli enti locali non sono esenti da responsabilità e da inadempienze. Inadempienze e responsabilità che bene interpretano la pochezza nella quale viene svolta la politica regionale e dalla quale si assumono le approssimazioni e le leggerezze comportamentali.

Sempre per inciso, ci saremmo aspettati che dopo aver espunto dalla legislazione regionale il Programma di Fabbricazione, vi fosse una intensa azione regionale finalizzata all'obbligo di far dotare tutti i comuni del PRG. E' notissimo che il PdiF, non possedeva, per genesi storica e costituzione tecnico- giuridica, il carattere di strumento urbanistico, tuttavia con essi si è sostanzialmente trasformato il territorio regionale, impotenti a regolare i fenomeni insediativi sulla costa, ancorché funzionali all'appropriazione dei valori paesaggistici, per non usare l'espressione più consona di rendita,

Duole ancora ricordare che neppure la sequela dei commissari ad acta, dei quali si è politicamente capito per la maggior parte dei casi l'inutilità, e valsa a cambiare l'insieme delle inerzie amministrative. Il bilancio, della loro strumentale azione, nel suo complesso, non è valso a migliorare la pianificazione ne a sviluppare il senso fondamentale del rapporto tra Comunità e territorio e se vogliamo Paesaggio.

L'azione meramente burocratica si è altresì dimostrata del tutto fallimentare. Tralasciamo una serie di osservazioni critiche sulla nostra produzione legislativa regionale, riguardante l'uso del suolo, e soprattutto sulla sua gestione, o meglio, dei gravi vuoti gestionali di questa produzione, per ragioni di brevità, che sarebbero comunque in tema con lo spirito critico della presente, per porre alla Vs attenzione le seguenti domande sul PRG del Comune di Campofelice.

1) E' nella Vs cultura della Pubblica Amministrazione consentire che nel processo di formazione e verifica dei contenuti di uno strumento urbanistico, in quanto atto complesso, questo possa divenire efficace per decorrenza dei termini?

2) Ritenete possibile che i Servizi regionali possano non concludere, anche a tempo scaduto, la loro attività di verifica dello strumento di pianificazione locale e notificandola al Comune?

3) Ritenete possibile che sulle inadempienze regionali il Comune sia stato costretto ad un contenzioso (ricorso al TAR) sul decreto dirigenziale portante la VAS?

4) Ritenete possibile, tra l'altro, che l'efficacia dell'esame istruttorio delle osservazioni non abbiano rilevato che tutte o molte di esse, sotto la veste di osservazioni nel pubblico interesse dissimulavano, non troppo velatamente, l'interesse privato, e dunque andavano considerate come opposizioni?

5) Ritenete possibile che in mancanza di una istruttoria del Piano non si sia verificato se le osservazioni presentate (o opposizioni) siano state ritualmente deliberate dal Commissario?

6) Ritenete possibile che l'Assessorato possa tollerare che l'esame istruttorio su un PRG sia frammentato da posizioni valutative che non sono contenute coerentemente in una unica istruttoria da sottoporre al CRU?

7) Ritenete possibile che l'esame istruttorio dei servizi dell'Assessorato, su un PRG, possa condurre lo stesso CRU a non determinarsi con una univoca e autorevole posizione, sulla legittimità degli obiettivi recati dal PRG, in considerazione anche che si tratta del primo Piano del Comune?

8) Non vi appare lecito pensare che sia illusorio pensare che il disegno di legge portante la “Riforma urbanistica Regionale”, stante cosi le cose, non avrà lo stesso destino della LR 71/78 e delle altre altre leggi varate per il governo del territorio?

9) E, per finire: non vi pare fuorviante attribuire l'insuccesso delle politiche di pianificazione e di valorizzazione delle peculiarità della nostra Regione, alle leggi storicamente prodotte, (come è stato detto nella relazione di accompagnamento al disegno di legge sulla Riforma), alla insufficienza delle norme delle leggi regionali, e in particolare alla 71/78, e non alla grave insufficienza dell'organizzazione regionale che ha generato fatti come quelli qui narrati?

Cestinare la presente non aiuterà un sia pur piccolo contributo al progresso della Sicilia.

Grazie

Alcuni siciliani