Silvana Schittino Artista

Ritratto di Giuseppe Forte

8 Dicembre 2019, 16:46 - Giuseppe Forte   [suoi interventi e commenti]

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Conosco Silvana Schittino da tanti anni e seguo, con crescente interesse, la sua attività artistica dal lontano 1982 quando ha iniziato ad esporre sia in mostre collettive che personali, prima a Cefalù e nei paesi del circondario e in seguito a Palermo, Messina, Taormina, Erice, Marsala, Roma, Avenza Di Carrara, Riccione, Cava Dei Tirreni, Casalpusterlengo, Castrocaro, S. Gimignano per spingersi successivamente fino a Parigi, New York, Nizza, Monaco, solo per citare alcune località.

Il suo incessante itinerario è stato coronato da notevoli successi e riconoscimenti e molti sono stati gli articoli apparsi su varie testate giornalistiche. Ricordo con piacere le diverse note critiche apparse su “Il Corriere Delle Madonie”, diretto per 40 anni dal Prof. Alfredo Mario La Grua, che ci tenevano informati sulle varie esposizioni della “Nostra” artista e i molti articoli a firma della stessa inerenti al patrimonio storico – artistico della Sicilia. Desidero ricordare anche che Silvana, oltre a fare parte di associazioni ed essere promotrice di eventi culturali, è appassionata studiosa di testimonianze del passato e dell’identità siciliana e lascarese in particolare, tanto da collaborare, anche con diversi disegni illustrativi, alla stesura di alcuni testi, uno fra tutti “Lascari e le sue torri”.   

Il suo lavoro di artista, così come è per la scrittura, è un mezzo per trasmettere dei messaggi e per descrivere determinate situazioni o realtà. Messaggi che possono orientare o cambiare le idee e i comportamenti del fruitore, anche se l’opera verrà letta dal proprio punto di vista e in base alle proprie esperienze, alla propria cultura e sensibilità. Silvana non è indifferente alle inquietudini e alle contraddizioni del nostro tempo, all’inquinamento dell’ambiente, all’abbandono e al disfacimento di meravigliose opere d’arte del passato, allo stravolgimento del volto delle città e delle campagne, all’impoverimento culturale, allo strapotere economico della società dei consumi e del profitto, all’arroganza e al disprezzo delle comuni, normali, regole di comportamento.

Con questa ricchezza di sentimenti, ma anche di inquietudine, il suo linguaggio cromatico diventa un interrogativo e allo stesso tempo una risposta dell’anima ed è affidato alle proprietà emozionali del segno e del colore. La profondità del blu ci rimanda al cielo e alle acque marine trasmettendo un senso di serenità ed elevazione spirituale, il giallo all’esplosione di solarità e a lingue di terra illuminate e scaldate dal sole e dalla luce, il rosso al calore, all’energia e al vigore che, accostati ai colori complementari e secondari assumono particolare potenza espressiva e valenza simbolica. Molto interessanti sono le trasparenze e le velature con tinte chiare, luminose, contrapposte a passaggi cromatici forti e decisi utilizzati come mezzo per creare atmosfere a volte fantastiche, irreali, guidando l’attenzione dell’osservatore all’interno dell’immagine e suscitando particolari sensazioni emotive.

In alcune rappresentazioni è il segno ad avere il sopravvento sul colore e la linea curva, retta, mista o spezzata, filiforme o corposa da diventare importante nucleo embrionale in espansione e costituisce il perno espressivo per eccellenza, crea un insieme estremamente nitido e misurato evocante i misteri segreti dell’essere. A volte esso stesso si fa colore forte, deciso, prorompente come un forte disperato grido che sembra graffiare la tela con fughe e tragitti di linee per poi amalgamarsi con altre zone di un cromatismo delicatissimo, contribuendo a determinare il ritmo e il significato dell’opera stessa dove la realtà vissuta mette in evidenza la propria interiorità partendo dall’aspetto formale – compositivo dell’immagine.

La compensazione delle varie forze presenti nella superficie trattata la portano a un equilibrio sorprendente tanto da diventare emblema di valori appartenenti alla nostra storia, al nostro vissuto, al nostro pensiero e documento del nostro tempo.

I dati percepiti dalla realtà sono rielaborati dalla sua immaginazione e dalle sue conoscenze, oltre che dalla sua capacità tecnica, e abilmente trasferiti nella superficie bidimensionale che è il supporto (tela, legno,  carta o materiali di recupero) o attraverso la tridimensionalità come la scultura.

    

Nelle sculture o nelle installazioni la materia viene scelta, plasmata, svuotata e alleggerita, assemblata, trasformata, scolpita a forza di scalpello e mazzuolo se trattasi di pietra, a volte colorata e piegata, come per la pittura, ai fini propri dell’arte.

La forma suscita emozioni, riflessioni, suggerendo l’insita vocazione a trovare un linguaggio formale proprio e che le appartiene. La materia, così trattata e dominata dall’artista, racchiude un valore indipendente dal materiale utilizzato divenendo avventura e messaggio, logica immaginativa e documento personale di emozioni, tensioni e motivazioni interiori.

L’impegno costante nella ricerca, proiettata verso il futuro, induce Silvana a elaborare soluzioni sempre nuove e quindi diverse coinvolgendo la sfera dell’immaginazione e della fantasia.

Le sue opere non sono un fatto rappresentativo e non sono sottomesse all’esigenza di dare immagine alla visione che noi abbiamo di ciò che ci circonda attraverso l’esperienza sensoriale, tantomeno rappresentano un mero episodio realistico, ma esprimono la profonda necessità vissuta e trasfigurata dalla fantasia indipendentemente dalla realtà esteriore che non viene dimenticata ma liberamente ri-creata inserendo, a volte, nella superficie dipinta oggetti reali, materiali poveri o di recupero.

   

Forme e colori traducono uno stato d’animo e una campitura cromatica o una semplice linea che si insinua nell’insieme  può essere più significativa di una figura riconoscibile. Un qualsiasi avvenimento emozionale può condurre la nostra artista a realizzare con segni, colori e rilievi volumetrici opere capaci di trasmettere, con vigore, messaggi senza che vi sia bisogno di rappresentare veristicamente la realtà oggettiva e quindi il suo lavoro, portato avanti da circa quarant’anni, non va collocato nel filone  dell’arte rappresentativa perchè è libero da ogni asservimento alla illustrazione e svincolato dal peso materiale da tutti percepibile. 

La realtà naturale serve solo da spunto e da base per quella felicità del colore accostato a macchie o steso con sfumature o a larghe campiture, con chiarezza, trasparenza e sovrapposizioni delicatissime liberando l’opera da ogni vincolo di fedeltà naturalistica, allontanandola dall’esteriorità delle cose per renderla partecipe della necessità interiore in un fiorire di invenzioni straordinarie che seguono gli impulsi più repentini e reconditi della sua anima. A volte il peso della materia sembra scomparire lasciando spazio a composizioni cromatiche di una bellezza intensa e contenuta, illuminate da una luce che è purissima poesia accompagnata da un vibrante sottofondo musicale. La trasposizione del suo mondo avviene in una tensione che conserva la freschezza e la fiamma della sua sensibilità, il tutto organizzato con fantastica e unica libertà della interiore tensione che diviene sintesi di forze vitali e ricchezza di significati reconditi nonchè realtà ritrovata in nuove molteplici sfaccettature. L’armonia compositiva diventa specchio dell’armonia del creato e l’adesione sentimentale con la realtà, prima ancora che concettuale, si configura come un urto di forze, di simboli, di pensieri, che affiorano dalla profondità dell’incoscio con richiami alla poetica astratta, ponendo la logica del visibile al servizio dell’invisibile. Per arrivare a questo Silvana ha osservato bene le cose assimilandole e appropriandosi con una prodigiosa tensione mentale, delle forme reali e delle forze intensive ed estensive della natura, con bozzetti, disegni studi preparatori, mescolanza di tinte, ecc..

L’attività di un’artista, quale è Silvana, è la storia della sua anima e del suo cuore e le sue facoltà riflessive accompagnate da lucide visuali sul senso della vita e del mondo, che non si finisce mai di scoprire e analizzare, sono vissute intensamente e si riversano con vigore e dinamicità nella stessa struttura di tutte le sue opere.

Cefalù, 07 dicembre 2019

                                                                                           Giuseppe Forte