Liberismo sfrenato, statalismo e libertà

Ritratto di Angelo Sciortino

2 Gennaio 2020, 21:08 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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In questo momento c'è qualcosa che manca nella geografia politica italiana. C'è una sinistra statalista e una destra sovranista, manca però un centro. Un tempo, quando c'era lo scontro tra le due ideologie interessate soltanto alla loro affermazione, c'era almeno una parvenza di centro moderato, che evitò per quasi un ventennio che gli elettori fossero costretti a scegliere fra due odi, come avviene oggi. Allora, come giovanotto già abituato a un giudizio razionale, amavo paragonare missini (destra) e comunisti (sinistra) a due giovani innamorati della stessa donna, il potere, per cui era giocoforza che litigassero strenuamente. Agli elettori moderati sarebbe rimasto il disorientamento e perfino l'astensione dal voto, come avviene oggi in massa, se non fossero esistiti i partiti moderati PLI e PRI, ai quali s'era aggiunto il PSDI e spesso anche l'ala moderata della DC. La loro funzione, almeno fino ai primissimi anni '60, non rappresentò soltanto una via di scelta elettorale, ma anche quella di tenere a freno il filo comunismo da una parte e il filo neofascismo dall'altra di alcune correnti della DC. Quando alla fine del '63 una di queste correnti prevalse, nacque il centrosinistra. Lentamente, giorno dopo giorno, i risultati del “miracolo economico”, che aveva fatto dell'Italia la settima potenza industriale del mondo e della sua moneta, la lira, la vincitrice dell'oscar della moneta più affidabile, andarono scomparendo. Fece capolino, invece, uno sconfortante statalismo, che, saziando le pance persino con il precariato, divenne il potere assoluto da sempre sognato dai missini e dai comunisti, che ha tolto libertà persino ai barbieri, che adesso sono tenuti alla ricevuta fiscale elettronica. Ecco perché non riesco a fidarmi degli attuali politici da strapazzo alla Grillo, alla Salvini, alla Renzi eccetera.

Pensavo che l’infelice distinzione inventata da Croce tra liberisti e liberali, che non trova riscontro nelle altre lingue, fosse relegata nella soffitta delle cianfrusaglie ideologiche, almeno dopo la replica di Einaudi. La libertà è unica e comprende anche quella economica. Invece...invece rieccola qui, coperta dal lenzuolo della gobalizzazione o dell'UE, ormai indicate come uniche colpevoli delle miserie italiane. E gli italiani ci credono come allocchi oppure si astengono dal crederci, ma non sanno più in cosa credere, non avendo il coraggio o l'intelligenza di proporre un maggiore e più illuminato moderatismo. Sognano a occhi aperti d'imitare i francesi, che si ribellano, e sono pronti a fidarsi di ogni capopopolo possibile, Grillo per esempio o uno che bacia un crocefisso come Salvini.

Oggi, quando si ripete sempre più spesso che è tutta colpa del liberismo sfrenato l'attuale situazione, mi vengono in mente le cose che ho detto e che già ripetevo e scrivevo, giovane ventenne, negli anni '60 e '70. come Cassandra rimasi inascoltato e ancora resterò inascoltato. Ma ormai m'importa poco, perché non ci sarò più quando questo statalismo avrà vinto definitivamente e nel mondo in cui sarò, se ci sarà libertà, nessuno potrà togliermela. Mi spiace soltanto che questa vittoria stia subendo un'accelerazione grazie alle scelte di un ministro come Bonafede o di un Presidente del Consiglio come Conte, per non dire dei vari Zingaretti e compagni. Un'accelerazione che purtroppo mi costringerà a vedere i giovani di oggi costretti all'inedia o a fuggire da questa Italia.

Io non riesco, come Salvini, ad affidare il futuro di questi giovani alla Madonna e non credo neppure nei miracoli, ma se devo credere in qualcosa, queste sono le parole di Gesù: aiutati che t'aiuto. Ma come potrà darsi aiuto questo popolo ormai costretto all'ignoranza e all'assenza di ogni cultura? Questi giovani, ai quali è stato tolto anche il diritto allo studio, considerato lo stato in cui versa ormai il sistema scolastico odierno? Insomma, per dirla con franchezza, l'Italia è “fottuta”.