Il Consiglio comunale del 1982 ricorda Piersanti Mattarella

Ritratto di Quale Cefalù

6 Gennaio 2020, 11:04 - Quale Cefalù   [suoi interventi e commenti]

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Deliberazione di Consiglio Comunale n. 3 del 12 gennaio 1980

 

Oggetto: Commemorazione dell’On. le Piersanti Mattarella.

Pier Santi Mattarella 45 anni, Presidente della Regione Sicilia ucciso nella sua auto alla presenza della moglie e dei due figli a colpi di P.38.

 

Sindaco: Dott. Ing. Antonino Vazzana

Consiglieri presenti n. 23 – Assenti 7 Consiglieri.

IL PRESIDENTE

Dopo aver proposto un minuto di raccoglimento che il Consiglio osserva, all’impiedi, in profondo silenzio, dà lettura del testo della Comunicazione dell’On.Piersanti Mattarella, il cui tenore è il seguente:

“Signori Consiglieri – Cittadini

Sono trascorsi quasi sei giorni dall’assassinio dell’On. Santi Mattarella, ed i “perché” di questo delitto sembrano perdersi nell’oscurità di quello stesso disegno che fa della violenza sconcertante protagonista della nostra vita politica.

Mattarella era il Presidente della nostra Regione; un Presidente che nella vita politica aveva trasferito le sue convinzioni più profonde, privilegiando, perciò, in maniera quasi naturale, il discorso della nostra Autonomia, e sottolineando la necessità di larghe intese democratiche nuove quali strumenti indispensabili per una sua reale, intelligente attenzione.

Delitto politico, dunque, qualunque ne sia la causa, perché colpisce un uomo impegnato in favore di quel processo di rinnovamento, ad ogni livello, di cui la nostra Isola, al pari della restante parte del Paese, ha tanto bisogno e che si pone qualche processo inarrestabile, perché rispondente al Segno dei tempi, alle ansie reali della nostra Gente.

Nella travagliata vita del nostro Paese, resa più difficile da una pesante situazione internazionale, questo delitto perciò si pone, per ogni cittadino democratico, come fatto di profonda riflessione. Appare chiaro, ormai, che la vita umana è, ancora una volta, divenuta mezzo da parte di questi si propongono un clima di incertezze, di confusione per in ritorno all’indietro verso forme di potere aberranti, non ancora sconfitte ma quanto mai messe in discussioni. C’è una logica in ciò. Per quanti alimentano l’eversione, l’uomo non ha mai avuto alcun valore ideale e reale.

L’on Mattarella, cresciuto all’insegnamento cristiano, credeva profondamente nell’uomo, nelle sue grandi possibilità di muoversi, magari partendo da ideologie diverse, per un mondo migliore. Nasceva da ciò la sua convezione politica che su traduceva in quel disegno articolato, volto a dare concretezza alla nostra “ Autonomia speciale” attraverso l’incontro tra le forze sinceramente democratiche.

Questo disegno, ovviamente, passava da un profondo rinnovamento della Società attraverso una reale interpretazione del ruolo del suo Partito con la vocazione popolare.

Da qui la sua amicizia per Moro, la sua collaborazione politica e culturale nel Partito, i suoi collegamenti con le forze politiche, la ricerca costante del dialogo sincero con quelle parti politiche che, indubbiamente, sono l’espressione di quel mondo umano che attende l’affermazione reale dell’Utopia.

Disegno, indubbiamente, di ampio respiro, il suo, altamente qualificato e qualificante, soprattutto nella misura in cui esso coglie, in tal modo, lo strumento principe per trasformare in realtà i valori di quella Autonomia Siciliana, nel passato svilita a mero rivendicazionismo o peggio mortificata da una concezione del potere inteso come strumento per approfondire i solchi di un classico quanto mai ingiusto e non rispondente affatto alle tradizioni storiche e culturali dell’Isola.

Nasce proprio da ciò la Sua saggezza politica, nell’avere egli intuito il grande dramma della nostra Gente ed i rimedi per innescare un chiaro processo di rinnovamento effettivo, in un contesto nel quale i mali siciliani finiscono col perdere,  ceri connotati ghettizzanti e con il porsi quali mali generali del Paese reclamati, come tali, rimedi eguali in Sicilia come altrove.

Pensiero, quello di Piersanti Mattarella, che, comunque, nasce dalla propria formazione cattolica e che si accresce e si trasforma in azione politica, attraverso un discorso collegiale tra le parti più vive del proprio Partito, il quale ultimo si pone come obiettivo, per un suo necessario rinnovamento, e quale strumento per rinnovare una società quanto mai afflitta.

La forza obiettiva di questo suo discorso, cosi, da un lato porta la nostra Regione ad uscire dall’immobilismo degli anni sprecati in controversie di potere, e dall’altro a porsi come parte vitale che molto ha da dare per un disegno di generale rinnovamento del Paese.

Muore, l’immagine di una Sicilia destinataria di benefici economici assistenziali, che privilegiano gruppi di potere e non, emerge una nuova Sicilia certa di inserirsi da protagonista, con la sua cultura e le sue diverse energie, nella vita del Paese, dell’Europa, del Terzo Mondo.

Ogni fatto autenticamente rivoluzionario nasce da una chiara visione di ciò che ne forma l’oggetto. Santi Mattarella ha questa chiara visione della situazione siciliana, ed egli stesso, perciò ne diviene protagonista ed il simbolo, senza arroganza e con quella pazienza di chi possiede il senso della Storia come fatto di Popolo e quindi di Unità.

In una terra, quale la nostra in cui la violenza sembra essersi fatta Storia, egli rilancia cosi il discorso della “ forza delle idee”. E ciò diventa realtà e all’interno del suo Partito nel quale, in tal modo, una minoranza assume il potere contro ogni logica apparente, e all’esterno di esso, dove si avvia una tenace, quanto preziosa, azione che si propone di privilegiare i contenuti e di sconfiggere ogni concezione autoritaria e di comodo dei modi e delle forme di gestione del potere.

Il tempo ci dirà con maggiore compiutezza del valore di quest’Uomo e della sua azione di cero, due anni sono ben poca cosa per un disegno politico di ampio respiro e di siffatta portata rivoluzionaria. Possiamo, anzi affermare che eravamo all’alba di un nuovo discorso che, mai, tanto da vicino, ci ha coinvolto, chiamandoci alle nostre autentiche responsabilità politiche.

Per queste cose, indubbiamente, la repubblica ha perso un uomo nobile ed intelligente.

Per questo motivo siamo qui riuniti, riflettere sul significato di un delitto e sull’uomo che ne è stato la vittima il valore del cui messaggio, come sempre, sta a noi raccogliere per trasferirlo nella nostra vita, senza retorica e, con il massimo impegno, ciascuno per la propria parte; tutti quanti per ciò che rappresentiamo e siamo, dagli atti apparentemente più insignificanti alle scelte più impegnative.

Dopo di che prendono la parola i seguenti Consiglieri:

Geom. Franco Cesare (P.R.I) – il quale dà lettura del seguente suo intervento:

“Signor Sindaco, Sigg.ri Consiglieri

Con il bieco, feroce e cinico assassinio del Presidente della Regione Siciliana, On.le Piersanti Mattarella, un altro uomo di grande prestigio viene ad essere sottratto in particolare alla Democrazia Cristina e più in generale alla democrazia italiana.

La Sicilia, che piange uno dei suoi uomini migliori, esce ancora una vota macchiata, umiliata da tali infamanti delitti siano essi di matrice mafiosa, siano essi di matrice politica.

Un’altra tesserina del mosaico democratico italiano viene a mancare. E pensare che il PRI quando alcuni anni fa ebbe a proporre la Legge Reale, Legge peraltro da quasi tutte le parti politiche era invocata, fu talmente accusato di volere una polizia più efficiente (come se una polizia più efficiente possa significare una stato totalitario, gravissimo erro questo) che ebbe a pagare tale proposta con la non elezione del suo proponente l’On.le Oronzo Reale, con un quasi insuccesso elettorale in quelle elezioni e con il successivo referendum abrogativo sulla stessa legge proposto dai radicali. Strano destino in quello del P.R.I. in Italia. Ogni volta portatore di istanze precorritrici che sistematicamente si rilevano esatte, forse perché più attento osservatore delle vicende nazionali rispetto ad altre forze politiche, privo per tradizione di tematiche elettoralistiche e demagogiche, e però sistematicamente ahimè quasi sempre perdente nelle sue battaglie parlamentari. Strano destino dicevo. D’altronde le parole del Comandante dei Carabinieri Generale Corsini, di circa un mese fa costituiscono una ulteriore conferma della tesi repubblicane e rappresentano un altro autorevole e motivato grido d’allarme sulla degenerazione delle condizioni dell’ordine pubblico e della convivenza civile in Italia; un grido d’allarme che si aggiunge ad altri levatasi in queste settimane e che le forze politiche non possono ignorare. Dall’assassinio del giornalista Carlo Casalegno, alla tragedia di Aldo Moro in poi, ai delitti dei vari Mario Francese, Scaglione, Reina, Boris Giuliano, del Giudice Cesare Terranova, le istituzioni democratiche sui cui si fonda la Repubblica sono sottoposte ad un attacco che rischia di travolgere gli organi stessi dello stato di diritto. Nel rispetto pieno della libertà, occorre offrire alle forze dell’ordine tutti gli strumenti operativi necessari per contrastare una minaccia ogni giorno più grave.

Non è senza preoccupazione che i repubblicani hanno constatato la persistenza di talune incertezze che ancora caratterizzano incursioni del potere sindacale in un settore che rientra nella prioritaria competenza del Parlamento e del Governo. Tutte le forze politiche quindi possono e devono far qualcosa e non ci si venga a raccontare che con certe forze politiche nel Governo tutto finirebbe quasi per incanto mentre con altre forze politiche niente è possibile fare.

Una simile affermazione che viene sempre più ripetuta da qualche parte politica, lascia noi repubblicani francamente molto perplessi e ci fa chiedere d’obbligo dove andrebbe a finire il gioco democratico. E l’augurio Signor Sindaco, Sigg.ri Consiglieri che questa sera posso fare è che non abbiamo più a commemorarsi qui in questa sede municipale lutti del genere; se no il sacrificio di una vita spesa al servizio per un paese sempre più libero e democratico di uomini come l’attuale Presidente della Repubblica Sandro Pertini, di Aldo Moro, di Ugo La Malfa, di Piersanti Mattarella, tutti tendenti a darci l’altra Italia, un Italia diversa da questa, questo sacrificio sarebbe stato vano e noi non possiamo né accettare né permettere che, questo sacrificio venga dissolto e disperso. Non resta quindi che esprimere con la mente e con il cuore tutta la costernazione del paese per la perdita di Piersanti Mattarella, caduto vittima ne pieno del suo vigore, di uno dei o più efferati delitti politici di cui è costellato il lungo elenco di questi ultimo anni che hanno visto cadere decine di cittadini per i quali il cordoglio nazionale è stato sempre espresso ad ogni occasione. Ciascuna di queste perdite deve rappresentare il cemento spirituale ed ideale non solo per condannare i sistemi ma soprattutto per costruire una valida forza che contrasti il dilagare del terrorismo. Il P.R.I. consapevole che è giusto non limitarsi alle parole, rendendosi interprete del generale cordoglio per la perdita di Piersanti Mattarella ha l’onore di proporre a questo Consiglio comunale di intestare al suo nome una via della nostra Città a ricordo perenne del Suo martirio.

Franco Cesare Consigliere P.R.I.”

Dott. Prof. Mario Alfredo La Grua (M.S.I.) – Si associa, con profondo senso di civismo e di partecipazione umana, al cordoglio del Partito della Democrazia Cristiana e della classe dirigente politica Regionale barbaramente colpito nel suo vertice, in un disegno diabolico preordinato per scardinare lo Stato, per scoraggiare alla base l’opinione pubblica, per dare la sensazione della ingovernabilità e per creare spazi per manovre eversive.

L’On.le Mattarella, prosegue l’oratore, rappresenta, per l’impegno proficuo con cui ha svolto la sua attività politica, tutta la Sicilia. In lui, dice, cade il Presidente della Regione, cadono un simbolo, un impegno e un modo tutto diverso di volere gestire la cosa pubblica. Per questo, continua il Prof.La Grua, ci si inchina con profondo rispetto di fronte alla nobile e pulita figura dell’On.le Piersanti Mattarella.

Le forze occulte che hanno stroncato la vita del Presidente della Regione, dice ancora il Dr. La Grua, sono il prodotto di una deformazione morale prima che culturale, il risultato di quanto viene insegnato negli Atenei dove ogni cosa è consentita. Da ciò, afferma, discende una precisa responsabilità che fa carico alla classe politica dirigente. Certo una parte di responsabilità, soggiunge, c’è in tutti, per non aver operato con maggiore impegno e con più sacrificio. Perché questa commemorazione, conclude il Consigliere Prof.La Grua, sia feconda di risultati morali e operativi, esprime l’auspicio che ogni cittadino ritrovi dentro sé stesso la linea della dirittura morale e che ogni impegno si traduca in azioni di difesa della libertà di tutti che abbia come soggetto l’uomo.

Dr. Prof. Giovanni Cristina (P.C.I.) – Definisce l’assassinio di Mattarella il fatto criminoso più grave che sia stato compiuto in Italia dopo la morte di Aldo Moro. Nel commemorare, Piersanti Mattarella evidenzia nell’uomo scomparso il dirigente politico fra i più attenti e fra i più consapevoli della gravità della crisi che il paese e la Regione stanno attraversando. L’On.le Mattarella, prosegue, era convinto che alla politica nazionale e regionale bisognava dare un nuovo corso avendo capito che l’incontro con il P.C.I. era un momento non più eludibile.

L’uccisione di Piersanti Mattarella rappresenta un grave colpo all’idea dell’unità delle forze democratiche ed anche un tentativo di decapitare il vertice della D.C. in Sicilia.

In una intervista fatta al Giornale di Sicilia alcuni giorni prima della morte, dice ancora il Prof.Cristina, l’On.le Mattarella concludeva che il peggio è cominciato proprio ora che esso va affrontato.

Ciò è espressione, afferma, di un travaglio e di una tensione sociale che erano presenti in Lui. Ritiene che l’omicidio di Mattarella sia da definirsi senz’altro un delitto politico voluto ed organizzato dalle forze eversive che vedevano minacciato nell’azione di Mattarella il loro potere politico-economico.

Per tali motivi è necessario che si pervenga alla costituzione di un Governo forte, saldo ed autorevole, per cui non bisogna oltre consentire alla D.C. di rinviare scelte che non possono più essere ritardate.

Cav. Saverio Portera (D.C.) – Sottolinea, con evidente commozione, la profondità del dramma che si è verificato con l’uccisione di Piersanti Mattarella. Evidenzia la crudeltà, la ferocia e la freddezza con cui il delitto è stato consumato.

Riferisce le impressioni che esso ha provocato nel Capo dello Stato, nel Cardinale Pappalardo, nel Segretario della D.C., nei vertici del Partito, negli uomini politici e nei cittadini  tutti.

Piersanti Mattarella, prosegue il Cav.Portera, sfasando la causa, nell’azione di Governo, ha cercato di portare avanti un disegno nuovo e più giusto che altri, con azione criminosa, hanno cercato di interrompere.

L’assassinio di Mattarella, di Moro, del Questore Giuliano, di magistrati e di tutori dell’ordine ha provocato ferme proteste nell’opinione pubblica ed accorate invocazioni di una presenza più utile dello Stato per la tutela della libertà e della vita umana.

La società, afferma ancora il capogruppo della D.C., paga con gli uomini migliori la sua crescita. Su questa strada di progresso e di civiltà Piersanti Mattarella ha incontrato la mano omicida che gli ha stroncato la vita.

Si augura che le generazioni nuove e soprattutto i giovani possano in tempo rendersi conto che la crescita è frutto di sacrifici e spesso si paga.

Piersanti Mattarella ha pagato con il dono più grande: la vita.

Avv. Giuseppe Corsello (P.S.D.I.) – per non ripetere, dice quanto già detto dagli oratori precedenti, si limita, a nome del suo gruppo ad associarsi al cordoglio e all’esecrazione per il delitto commesso.

On.le Gioacchino Ventimiglia (P.S.I.) – Facendo riferimento alla recente scomparsa dell’On.le Pietro Nenni e mettendo a confronto la Sua morte con quella dell’On.le Mattarella fa rilevare come la prima, anche se ha provocato dolore in tutti i democratici, costituisca un dolore rassegnato, mentre l’assassino di Piersanti Mattarella è il risultato della violenza che ha stroncato una giovane vita.

Piersanti Mattarella prosegue, l’On.le Ventimiglia, col quale ha condiviso dieci anni di vita politica e due anni di Governo nella Regione Siciliana, è ricordato come un carissimo amico per i rapporti di sincera amicizia e di reciproca stima.

L’On.le Mattarella, afferma, è andato ad arricchire la schiera di martiri dello Stato Repubblicano.

Da tale fatto ciascuno di noi, dice, dovrebbe trarre un insegnamento. Pur nella unanimità del cordoglio, soggiunge, continua la pratica delle divisioni e i morti, che insanguinano la vita della Repubblica, non ci inducono ad altro che a compiere celebrazioni e riti.

Ciò che emerge, prosegue, sono le divisioni, a Roma, come a Palermo, come a Cefalù.

Sarebbe ora, dice, ancora, che se mettessero da parte le formule e gli schematismi.

E’ venuto il momento di operare in unità di intenti per portare in porto la barca che affonda.,

L’On.le Mattarella, afferma, era stato eletto anche con i voti del P.C.I. senza che per questo si fossero verificati scompigli nell’ambito delle forze democratiche.

A Cefalù, deve persistere la pratica della divisione tra i partiti e all’interno dei partiti, è necessaria l’unità di tutte le forze democratiche per risolvere i numerosi ed assillanti problemi che travagliano la Comunità cittadina.

Così solo si può rendere giusto omaggio a Piersanti Mattarella, così solo si può costruire un domani diverso.

Conclude il suo intervento dichiarando la sua personale e più ampia disponibilità a servizio dell’unità delle forze politiche e del suo paese.

A questo punto il Presidente, per ricordare ai posteri il sublime sacrificio di Piersanti Mattarella, aderendo anche alla richiesta prima formulata dal Consigliere Geom.Franco Cesare, propone che il Consiglio Comunale, in una delle sue prossime sedute, esamini l’opportunità di intitolare all’ex Presidente della Regione una via della zona di espansione urbana della città.

Su tale proposta riscontra l’assenso dell’intero Consiglio.

 

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Sono le ore 20,30 il Presidente dichiara chiusa la sessione e sciolta la seduta.

(Archivio Robertomaranto/Cefalù)