Rendere più incisive e coese le strutture istituzionali del Parco delle Madonie

Ritratto di Salvatore Ilardo

3 Febbraio 2020, 21:25 - Salvatore Ilardo   [suoi interventi e commenti]

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Nel breve arco di due settimane, 13 e 25 gennaio 2020, hanno avuto luogo due importanti convegni, rispettivamente a Castelbuono sulla “Resilienza delle aree interne”, e ad Isnello su “Quale futuro per le Madonie”. Temi e problematiche non facili, che riguardano, peraltro, non pochi attori, pubblici e privati, con molteplici ruoli e competenze. Dagli interventi che si sono susseguiti, è emersa la responsabilità che le condizioni di arretratezza, di carenza di servizi, di poche opportunità occupazionali, non è qualcosa correlato alla natura intrinseca delle Aree Interne, ma la risultante di scelte fatte da altri. Per citare al riguardo il Prof. Fabrizio Barca, ex Ministro della Coesione Sociale, nonché promotore del Forum “Disuguglianze e Diversità”, vi sono aree marginali ovunque nelle aree rurali, come nelle periferie urbane, a Nord, come a Sud, nelle zone montane, come nella valle del fiume Po. Ebbene, queste aree hanno tutte straordinarie opportunità di sviluppo, offrono una diversità agricola, ambientale, climatica.

Numerosi e qualificati sono stati gli interventi dei partecipanti sia al Convegno di Castelbuono, che a quello di Isnello, di alcuni dei quali si riporta qui di seguito una breve sintesi.

Fabrizio Barca, Presidente Forum Diseguaglianze e Diversità, ex Ministro per la Coesione Territoriale, ha insistito nel ribadire che occorre provare a rompere certi schematismi culturali, che tendono a differenziare aree di arretratezza economica, sociale del Sud Italia, da quelle di altre regioni d’Italia. Vi sono aree interne in Sicilia, come ve ne sono nell’Appennino Tosco-Emiliano, con identiche problematiche, e con altrettante opportunità di essere valorizzate. La marginalizzazione delle aree interne non è nella loro natura, ma nelle scelte fatte da altri. Se parliamo di aree marginali del Sud, rischiamo di isolarci. Occorre evitare, sottolinea il Prof. Barca, di affrontare le problematiche delle nostre aree interne, come distinte, particolari, diverse dalle problematiche di altre aree interne del Paese. Tutte hanno problemi similari, e ciò dovrebbe facilitarci nella elaborazione di azioni, progetti, interventi, per avviare un processo virtuoso di sviluppo economico sociale di tali aree. Avremmo il conforto di poterci raffrontare, evitare errori, trovare supporti amministrativi, nonché una sorta di incoraggiamento psicologico, a percorrere strade già sperimentate con successo da altre Istituzioni, Amministrazioni, Enti, Consorzi.

Occorre realizzare una rete capillare di contatti tra Sindaci, rappresentanti di associazioni, enti, della nostra Area Interna delle Madonie, con controparti di altre Aree interne, per poterci confrontare sulle nostre e sulle loro esperienze, acquisire conoscenze, indicazioni, ma anche incoraggiamenti a proseguire in una determinata direzione. Incoraggiamento anche a forzare le tante pastoie burocratiche, a sollecitare quei finanziamenti per dei progetti approvati da anni, come è il caso dei progetti della SNAI, che aspettano da anni il relativo decreto di finanziamento. Il Prof. Barca invita a non distinguere tra aree interne ed aree montane. Non è l’altitudine che fa la differenza. Vi sono aree della Valle del Po che hanno gli stessi problemi. Occorre una chiara chiave di lettura delle singole realtà. Le Aree interne hanno straordinarie opportunità, offrono al mercato internazionale alcune loro peculiarità, come: diversità agricole, diversità climatiche. Occorre anche dotarsi di un sistema burocratico amministrativo che sappia calarsi nelle singole realtà delle aree interne, andare sul posto a studiare i problemi. Rimodulare un sistema burocratico, amministrativo, di tecnocrati, uguale per tutti (regioni, province, comuni) che ha creato malcontento e soluzioni non appropriate al territorio. Bisogna semplificare, condividere un progetto, una infrastruttura.

Giuseppe Mogavero, Presidente del GAL HASSIN, Centro Internazionale per le Scienze Astronomiche, nonché ex Sindaco di Isnello. Il Centro Gal Hassin è una realtà molto nota da parte di varie Istituzioni scientifiche a livello internazionale. Il MIUR ha investito 7,5 milioni di Euro. Se si vuole dare un seguito a tale importante investimento, occorre procedere nel finanziamento della ricerca, con un bilancio annuo previsto di circa 1,3 milioni di Euro. Altrimenti tutto l’investimento va in malora. Finora non si è visto nulla, nonostante i ripetuti appelli. Anche il Parco delle Madonie, istituito nel 1989, non ha alcuna autonomia decisionale, non ha perfino un presidente. Dopo circa 30 anni, occorre fare uno sforzo approfondito per capire cosa non ha funzionato nella governance del Parco.

Luca Antonini, Giudice Corte Costituzionale. Recenti rilevazioni statistiche, riportano il numero di presenze turistiche in alcune nostre città nel 2019. A Roma 26 milioni di presenze, a Milano 11 milioni, a Venezia 11 milioni, a Firenze 10 milioni, a Rimini 7 milioni. A Cavallino 3 Porti, in provincia di Venezia 6 milioni di presenze, corrispondenti a 4000 turisti per ogni abitante. Naturalmente ci si chiede quali fattori abbiano contribuito ad una presenza così consistente di visitatori. Ha inciso soprattutto il fattore fidelizzazione nei confronti dei turisti, campeggi attrezzatissimi, parco acquatico, ristoranti con piatti tipici locali, sviluppo di sinergie varie. La Sicilia è stata la prima Regione ad avere l’autonomia. Essa è un valore di cui beneficiare per incrementare i diritti ed il benessere dei cittadini. Essa non può mai essere invece dissipativa di diritti dei cittadini. Autonomia non può concepirsi come sindacalismo delle competenze, cioè conflittuale rispetto al Potere centrale, ma sinergica, in un rapporto di fisiologica dialettica, per raggiungere gli obiettivi prefissati. Ciò naturalmente vale anche per quanto riguarda i Parchi.  L’Italia ha circa 11% del suo territorio destinato a Parchi. Vi è la legge 394 del 1999, che si sta cercando di aggiornare con incentivi fiscali, fondi comunitari. L’Unione dei Comuni, Enti Parchi, i Comuni, potranno costituire una grande sinergia, se si mettono al servizio del territorio. Al contrario, non porterà ad alcun risultato, se essi rimangono un policentrismo anarchico, che non si confrontano o non si parlino. Ci sono poi cose che non funzionano nell’Unione dei Comuni: il contrasto tra “spesa storica”, con le spese delle Start Up. Occorre avere anche un’idea nuova del territorio. Vi è un dato materiale (diciamo la cosiddetta argilla del vasaio), ma vi è un dato immateriale, capitale sociale, territorio come ricchezza culturale. Autonomia è da intendersi quindi come responsabilità, funzionalità, valorizzazione elementi di eccellenza, creazione di sinergie. I Fondi europei in Portogallo, Spagna, Polonia hanno cambiato la faccia del territorio.

Maria D’Amico Esponente Associazione Nebrodi Outdoor. L’Ente Parco dei Nebrodi coordina 15 associazioni in 3 Province (Ct, Me, En). Questa Associazione mira a fornire una serie di servizi nel campo sportivo, escursionistico, gastronomico, lavori artigianali. L’Associazione prova a mettere in contatto diretto il proprio territorio con gli ospiti, i viaggiatori, il turista non frettoloso, attento a tutto quello che il territorio esprime (cultura, gastronomia, natura). L’Associazione ha sottoscritto una Carta di Impegno Etico, sul piano della sostenibilità ambientale.

Pietro Macaluso, Presidente Unione Comuni delle Madonie, Sindaco di Petralia Soprana. Il futuro delle Madonie siamo noi. Vi sono risorse di cui magari non abbiamo consapevolezza. Dobbiamo essere consapevoli che nel nostro territorio si vive bene. L’area di Isnello è stata classificata zona blue. Dobbiamo fare dei punti di forza di questi aspetti positivi, e trasmetterli. Provare nel contempo a trattenere i nostri giovani, e provare magari a richiamare coloro che sono già partiti. A Petralia Soprana vi è la più grande miniera di sale al mondo. Vi è un’area museale, con preziose sculture di sale. L’Unione dei Comuni delle Madonie, è l’Unione di Comuni più grande d’Italia. Deve essere messa in grado di operare al meglio. Abbiamo delle sfide, ma il nostro futuro è qui.

Marcello  Catanzaro Sindaco Comune di Isnello. Conclusioni del Convegno. Il Parco delle Madonie non ha tuttora un Presidente. I sindaci debbono essere più uniti, e far sentire la loro voce alla Regione. Debbono provare a fare squadra, sistema, fare politica, utilizzando tutti gli spazi disponibili. È indicativo che a tutt’oggi il Parco delle Madonie non abbia un Presidente, ma soltanto un Commissario ad Acta. Tre fattori occorre valorizzare e perseguire: Identità, Innovazione, Rete.

Salvatore  Ilardo