Il PRI di Cefalù nella ricorrenza della morte di Falcone: “I nuovi martiri”

Ritratto di P.R.I. Cefalù

23 Maggio 2020, 11:30 - P.R.I. Cefalù   [suoi interventi e commenti]

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Comunicato Stampa Partito Repubblicano Italiano

 

Nel tempo, i martiri di cui si parlava erano di religione cristiana, in genere fatti santi dalla Chiesa e che ancora si venerano perché avevano creduto profondamente nella loro fede mai rinnegata, a costo della loro vita. Ma i tempi cambiano ed ora i nuovi martiri sono i giudici, le forze dell'ordine e anche i medici e gli infermieri che in questo particolare momento del “corona virus” affrontano spesso disarmati, perché sprovvisti degli strumenti necessari atti a difendersi, ma malgrado ciò accanto ai sofferenti e soffocati spesso dal particolare momento pandemico.

Ma in questi momenti mi pare doveroso ricordare e quindi non dimenticare la strage di Capaci dove morirono il giudice Giovanni Falcone, la sua compagna Francesca Morvillo e gli uomini della sua scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Fu una strage voluta ed organizzata dalla mafia verso uomini che lottavano fino al sacrificio della loro vita, per una società migliore, più giusta, più limpida.

Ricordo che in quella tragica circostanza fu convocato in “seduta straordinaria” il Consiglio comunale di Cefalù – di cui io facevo parte come rappresentante del Partito Repubblicano Italiano – e nel mio breve intervento tra le altre cose dissi che: “la vera lotta alla mafia la si fa se ogni cittadino,  nella sua azione quotidiana, si comporta da vero cittadino senza se e senza ma”.

Questa idea, malgrado i molti anni trascorsi e avendo quasi 83 anni, non l'ho cambiata.

Cosicché ognuno di noi può essere eroe senza essere un eroe.

                                                             Il segretario della sezione “Domenico Portera”  di Cefalù
                                                       Franco Cesare