Il pericolo più grave causato dalla pandemia

Ritratto di Angelo Sciortino

19 Novembre 2020, 20:21 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Qual è il danno maggiore provocato da questa epidemia? Non quello all'economia e neppure quello al rischio della vita. Il danno maggiore è quello provocato alle menti dei cittadini, offuscate dalla paura e da una sensazione d'impotenza di fronte a un male, che ogni giorno di più viene ingigantito dalle dichiarazioni di politici disattenti alle vere necessità del Paese e da una certa stampa, che le riporta acriticamente, come se fossero verità rivelate. Ma la nostra cara politica si preoccupa di passare alla storia e fa perciò di tutto perché venga mortificata la cultura, specialmente fra i giovani studenti, ai quali, con la scusa del virus, viene impedito la partecipazione piena all'istruzione. Un'istruzione contemplata nella nostra Costituzione, che da anni con le più farneticanti riforme è stata ridotta a un pericoloso sistema di costruzioni d'ignoranza, ma soprattutto all'insegnamento di come non pensare.

E infatti sta proprio qui il danno gravissimo provocato dall'epidemia, con i dati relativi alla sua diffusione raccolti e comunicati non per informare, ma per giustificare le scelte dei famigerati DPCM del Presidente del Consiglio. Se, infatti, tali dati rispettassero la realtà, scopriremmo che forse proprio le scuole sono i luoghi più sicuri contro l'infezione; più sicuri a condizione che si usino i necessari accorgimenti igienici, che comunque non dovrebbero mai mancare in una scuola. Invece, questi poveri nostri ragazzi hanno ricevuto prima i banchi a rotelle e poi la cosiddetta didattica a distanza.

Quali vantaggi da questa didattica a distanza? Nessuno. Quali svantaggi? Tantissimi! Eccone un elenco: innanzitutto un disabitudine alla socialità e quindi un ritorno all'Australopiteco Afarensis, cioè all'uomo primitivo, che ancora non apprezzava la collaborazione, che permise il progresso umano; poi la difficoltà oggettiva di apprendere e quella di dimostrare compiutamente l'apprendimento; considerare la scuola e l'istruzione come un'educazione alla solitudine; ritenere che erudizione significhi cultura e quindi rinunciare alla meta più bella dell'istruzione, quella di pensare. Potrei continuare, ma credo che già queste cose bastino per dimostrare che i giovani più di ogni altro subiranno i danni di questa pandemia, forse esagerata e sicuramente utilizzata per costruire un futuro popolato da minus habentes, d'ignoranti incapaci di giudicare e quindi vittime di ogni sopruso e di ogni dittatura.

Commenti

hai ragione. L'idea, non detta ma chiarissima, é trasformare le prossime generazioni in una massa informe che non protesterà quando verrà deciso che la loro permanenza in vita non è più necessaria, anzi è dannosa. Se osassero ribellarsi, ci penseranno i droni...!