Il Giglio ospedale Covid

Ritratto di Angelo Sciortino

20 Novembre 2020, 11:43 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Battendo i suoi piedini a terra e frignando come un agnello al macello, il Sindaco di questa amena cittadina ha protestato sulla decisione, non si capisce se della politica o del CdA del Giglio, di fare dell'ospedale un ospedale Covid. E sì, perché sembra che il compito di un ospedale non sia quello di interessarsi della salute dei cittadini, ma quello di essere un fiore all'occhiello, di cui menare vanto, e difeso dalle infezione di una epidemia con un vero e proprio atto di patriottismo, che lotta con tutte le sue armi contro il nemico, anche se occulto. Nessun riferimento alla responsabilità di questo modo di valutare, che ha fatto piombare la Sicilia in zona arancione e probabilmente destinata a finire in zona rossa. Infatti, questa decisione non nasce dal numero dei contagi e nemmeno da quello dei morti, ma semplicemente dalla mancanza di ospedali attrezzati alla cura.

Con enorme ritardo i Governi nazionale e regionale stanno cercando di rimediare. Non per nulla proprio vicino a noi abbiamo due ospedali dichiarati Covid: quello di Petralia e quello di Termini Imerese. Ma il Sindaco, forse richiamandosi alle zone bianche dell'ex capo del Servizio Urbanistica, il compianto ingegnere Duca, vorrebbe che Cefalù fosse dichiarata zona bianca rispetto all'epidemia di Covid. Che poi proprio a Cefalù ci siano oltre quaranta contagiati poco importa. Potremo sempre mandarli per la cura a Petralia o a Termini e magari a Palermo! E ancora meno importa che i loro cari oltre a non potere vederli, dovranno considerarli lontani, quasi abbandonati.

Ma il Sindaco ha dalla sua il parere degli esperti e della letteratura scientifica. Infatti dichiara che tutti gli esperti sono concordi e che sono stati ampiamente illustrati dalla letteratura scientifica. Non so a quale letteratura scientifica ha affidato le sue conoscenze e come abbia scoperto una concordia tra gli esperti, che concordi non sono. Personalmente non ho mai ascoltato un esperto, purché onesto, né letto un solo libro libro scientifico, che dicano che deve impedirsi che un ospedale diventi misto, come se si trattasse di un contenitore per macedonia, in cui si vuol fare dei malati i contenitori di una macedonia di virus.

Ben altro era ed è il dovere di un sindaco per difendere la salute dei suoi cittadini. Non certamente stabilire quali malati devono essere curati e come un ospedale deve organizzare i suoi reparti per evitare eventuali contagi fra gli ammalati, semmai controllare che tale organizzazione funzioni, informandosi con i medici responsabili e con la dirigenza e persino disponendo un'ispezione nel caso in cui si abbiano dubbi. Quest'azione, forse e però, non concede di alimentare timori fra la popolazione, servendosene poi per fare dichiarazioni prive di senso logico, ma colme di captatio benevontiae, come quella che sono stato costretto a leggere, vergognandomi per averla letta.

Commenti

Dall'ANSA: "Ero incavolato: dicevo ai manager di ospedali e ASP che dovevano applicare il piano della Regione destinando posti letto ai malati Covid ma non lo facevano, non avevano gli attributi per imporsi su alcuni medici: perché la verità è che ci sono medici che si stanno sacrificando dando l'anima in questa emergenza e ci sono quelli che invece non vogliono occuparsi di questi malati per potere continuare a gestire pazienti in intramoenia". Così il dirigente Mario La Rocca.

Ha dimenticato i sindaci contrari, come quello di Cefalù, e i paurosi per natura. Una dimenticanza gravissima, perché costoro sarebbero responsabili se la Sicilia finisse in zona rossa per mancanza di posti letto e di cure adeguate.