Concessione lidi: basta con le proroghe

Ritratto di Angelo Sciortino

13 Dicembre 2020, 11:45 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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La Commissione europea ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia per la proroga al 2033 delle concessioni balneari. Il governo dovrà dunque rimettere mano alla questione e sarebbe utile riflettere sul tipo di procedura competitiva che occorre organizzare. Tutto ciò è particolarmente interessante per Cefalù, che, in quanto anche cittadina ospitante nei mesi estivi turismo balneare, ha il suo Lungomare, e non solo, popolato da concessioni balneari.

Noi sappiamo bene che tali concessioni non hanno subito negli anni alcun miglioramento e sono un intoppo per essere affidate ad altri, soprattutto agli alberghi sul lungomare, che potrebbero sfruttarle meglio per la loro clientela. Una clientela, che spende a Cefalù e quindi diversa dalla clientela, che spesso trasforma la spiaggia del Lungomare in una tavola imbandita, quando non pure in una pattumiera.

Provo a consigliare alle Istituzioni politiche alcune soluzioni, che negli anni nn sono state prese in considerazione, causando il decadimento del nostro turismo.

Premetto una considerazione. Il valore di uno stabilimento balneare già in attività non dipende solo dalla qualità dell'arenile, ma anche dall'imprenditorialità del gestore, che tramite i servizi proposti riesce a differenziare la sua offerta e a fidelizzare la clientela.

Il valore diverso non dipende dalla qualità della risorsa scarsa originaria, l'arenile, ma anche (e forse soprattutto) da investimenti materiali effettuati dal gestore (per esempio, ristorante, cabine, piscine) e immateriali (per esempio, personale, pulizia, distanza degli ombrelloni). Questi investimenti cessano nel momento in cui si avvicina la scadenza, ma anche quando la concessione viene considerata quasi come un dono ereditario. E quando accade questo, diminuisce il valore dell'arenile e quindi quello di una futura concessione.

La soluzione non è evitare la gara, come finora avvenuto, proroga dopo proroga. La soluzione è trovare un tipo di gara che non produce questi effetti negativi. Lo Stato e la Regione potrebbero prevedere la fissazione di un onere concessorio variabile e modificabile periodicamente in funzione dell'attrattiva della risorsa scarsa, analogamente a quanto accade nel mercato privato con i contratti di locazione rinegoziati alla scadenza. In questo modo, coloro la cui attività non è più profittevole ai nuovi canoni, sono costretti a cederla a terzi più efficienti. Il sistema sarebbe coerente con gli incentivi a investire da parte del concessionario, perché potrebbe sempre cedere al nuovo entrante la sua attività.

Alla fine del periodo di durata della concessione viene chiesto al concessionario il valore dell'attività che ha contribuito a realizzare (e che accetterebbe come prezzo di vendita se dovesse cedere l'attività) e sulla base di quel valore viene calcolato un onere concessorio da corrispondere annualmente all'amministrazione concedente per il periodo successivo (per esempio, per i 10 anni successivi).

Per l'accesso di concorrenti più efficienti, viene eseguita una gara che ha come base d'asta l'onere concessorio così individuato e la concessione viene affidata all'impresa che offre di pagare il canone più elevato. Chi si aggiudica la concessione deve però compensare il concessionario uscente: in particolare, il nuovo entrante dovrà corrispondergli il valore che il concessionario uscente aveva indicato come quello a cui sarebbe stato disposto a cedere. Se nessuno si presenta alla gara o se vince il concessionario uscente stesso, la concessione viene riaffidata al concessionario uscente, che pagherà un canone in proporzione del valore da lui dichiarato o, altrimenti, pagherà il canone con il quale si è aggiudicato la gara.

In questo modo, nessuno viene espropriato, si mantengono gli incentivi all'investimento per tutta la durata della concessione, si fa partecipare l'amministrazione concedente a eventuali incrementi di valore dell'oggetto della concessione e si mantiene aperto il mercato a possibili concorrenti più efficienti . Insomma, tutti i problemi, che ostano all'organizzazione di una gara per la concessione degli arenili e che hanno condotto a una serie interminabile di proroghe, verrebbero risolti.