RADDOPPIO FERROVIARIO: sulla galleria di sfollamento e sulla fermata sotterranea Cefalù merita certezze

Ritratto di Saro Di Paola

23 Aprile 2021, 21:13 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Il 16 febbraio 2016, (www.qualecefalu.it/node/18815), servendomi di alcune tavole del “progetto esecutivo”, redatto dalla ToTo Costruzioni, che era stato messo a disposizione dei cittadini, nel Palazzo di Città, mostrai, come e in che misura, l’imbocco della galleria di sfollamento, previsto a monte della ripida curva della Via Antonello da Messina in corrispondenza della Piazzetta di San Pio, avrebbe interferito col tubo ARMCO, del diametro di circa 2,00 metri, nel quale, intorno al 1980, vennero convogliate le acque del torrente Spinito.

   

   

   

Tale interferenza, da sola, avrebbe dovuto dirimere, definitivamente, la questione galleria di sfollamento, già nel febbraio 2016.

Però, averla mostrata, senza tema di potere essere smentito e senza essere smentito da alcuno, non bastò.

Di quella interferenza nessun cenno venne fatto nell’incontro pubblico del 26 febbraio 2016 organizzato dal Sindaco, nei locali della Parrocchia dello Spirito Santo, “in vista dell'avvio dei lavori di realizzazione dello scavo del tunnel di emergenza in Via Antonello da Messina” (www.qualecefalu.it/node/18766),  “al fine di illustrare le opere che saranno realizzate, dibattere sulle problematiche connesse alla costruzione delle infrastrutture in progetto e informare sui provvedimenti che saranno adottati in vista dell'imminente avvio dei lavori di scavo del tunnel di emergenza della nuova fermata metropolitana.”
Quella interferenza non era un problema, i problemi erano altri.
E, per dare le giuste risposte alle preoccupazioni, assolutamente legittime e giustificate, dei proprietari degli appartamenti del complesso ARGI e di altri edifici di Spinito, Pacenzia e Pietragrossa, il Sindaco Lapunzina conferì al Geologo Prof. Fabio Cafiso, l’incarico di “valutare le interferenze tra il progetto del tunnel di sfollamento e le edificazioni presenti in contrada Spinito”.

Il Prof. Cafiso, il 25 giugno del 2016, illustrò, pubblicamente nella Sala delle Capriate del Comune, le risultanze delle sue valutazioni, che hanno la più efficace ed eloquente delle sintesi nelle sezioni che riporto di seguito

   

e nelle parole con le quali Cafiso concluse la sua relazione:
Si ritiene opportuno suggerire lo spostamento della galleria di sfollamento o, quantomeno, della rampa di uscita in pendenza in un’altra zona senza preesistenze in superficie”.

La relazione Cafiso venne elogiata dalle forze politiche cittadine per la sua chiarezza e, da più parti, per superare le criticità evidenziate da Cafiso si cominciarono ad avanzare le più svariate allocazioni della galleria di sfollamento: dal vallone Pietrapollastra a ovest, addirittura, al vallone Sant'Oliva a Est della fermata.
Allocazioni 
che ho escluso perchè  avrebbero riproposto in altre zone le stesse criticità evidenziate nella relazione Cafiso per gli edifici e le strade dello Spinito.

Relativamente a Pietrapollastra nel mio intervento (www.qualecefalu.it/node/19483) e relativamente al Sant'Oliva  nelle mie repliche ai commenti di quanti sui social, in quel luogo, la suggerivano.

Il 5 luglio 2016, (www.qualecefalu.it/node/20120)  “su indirizzo del Sindaco, il Servizio Urbanistica, Lavori Pubblici e P.R.G. dell'Ente chiese a Rete Ferroviaria Italiana di prendere atto dei rilievi contenuti in detta relazione e di procedere ad una variante di progetto ex comma 1 art.132 del codice dei contratti, approvato con D. Lgs. 163/06 e smi”.

Alla corrispondenza che, dopo tale richiesta, intercorse tra il Ministero delle Infrastrutture, RFI ed il Comune seguì,
prima,
il comunicato (www.qualecefalu.it/node/20231), nel quale, il 29 dicembre, dopo un incontro a Roma con l’Amministratore Delegato di RFI, dott. Maurizio Gentile, il Sindaco, dopo avere scritto testualmente: “sarà abolita la “galleria di sfollamento” della nuova fermata sotterranea di Cefalù”,  aggiunse che l’abolizione ci sarebbe stata perché  “per venire incontro alle richieste avanzate con determinazione dall'Amministrazione comunale, si stava concretizzando l'ipotesi di ridurre, da 400 a 250 metri, la lunghezza delle banchine della Fermata sotterranea di Cefalù che, con l’applicazione di recentissime Direttive sulla sicurezza, eviterebbe del tutto la costruzione della galleria di sfollamento, potendosi considerare a ciò utili anche i percorsi normalmente destinati all'ingresso” ,
e, a stretto giro,
l’immediata replica a questo comunicato (www.qualecefalu.it/comment/4159#comment-4159) che RFI affidò all’ANSA per sottolineare che: "Nessuna modifica e' stata decisa, ne' tantomeno annunciata, essendosi trattato di una mera fase di confronto interlocutorio dal quale sono emerse ipotesi di variazioni che dovranno concretizzarsi in successivi progetti da approvare  In particolare, poi, occorre precisare che non si registrano condizioni di instabilità, come paventato da un consulente del Comune, non essendoci problemi di sicurezza o di potenziali pericoli connessi allo scavo delle gallerie”.

A mettere d’accordo il Comune ed RFI fu l’allora Sottosegretario alle Infrastrutture, Senatrice Simona Vicari, che, il 26 gennaio 2017 (www.qualecefalu.it/node/20329) diede la notizia, immediatamente ripresa anche dal Sindaco Lapunzina, che la galleria di sfollamento non si sarebbe più fatta.

Dopo tale notizia, sulle vicende della fermata sotterranea e della galleria di sfollamento a farla da padrone fu il più assordante dei silenzi, che ho tentato di rompere con le mie reiterate provocazioni su questo blog e che, tre giorni addietro, ha rotto l’Assessore regionale ai LL.PP, che nella dichiarazione resa alla stampa dopo la sua “giornata campale” a Cefalù ha testualmente detto: “Abbiamo in corso un impegnativo confronto con RFI per trovare la soluzione alla galleria di smistamento più idonea per garantire la sicurezza all’interno della stazione di Cefalù”.

Parole, quelle di Falcone, che relegano a chiacchiere quelle sino al 26 gennaio 2017 che  ho cercato di mettere in ordine in questo mio intervento o parole, quelle di Falcone, chiacchiere esse stesse?
Dopo quasi dieci anni dall’appalto dei lavori e quasi sei dalla presentazione del “progetto esecutivo”, CEFALU’ MERITA CERTEZZE.
IL TEMPO DELLE CHIACCHIERE E’ ABBONDANTEMENTE SCADUTO!

Saro Di Paola, 23 aprile 2021