RADDOPPIO FERROVIARIO: "historia magistra vitae"?

Ritratto di Saro Di Paola

3 Ottobre 2021, 07:20 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

Ieri mattina, dopo circa due anni, sono tornato dalle parti di quello che, nello stradario e nel tessuto viario di Palermo, era, e dal 2012 non è più, Vicolo Bernava.
                                                                               
, da quelle parti, dopo circa due anni, nulla è cambiato.
Demolite, con 811.000 euro di pubblico danaro, le cinque palazzine, dalle quali nel 2012 vennero sgomberate sessanta famiglie,
                                                                    

          
 
         

                                                                                 
tutto è fermo.
Come era fermo due anni addietro.

Là da quelle parti niente di nuovo.
Le transenne e gli alti sbarramenti, che delimitano la zona di cantiere, sono dov'erano due anni addietro.
         
L’unica novità è un grande cartello
                                                                           
informa che il 30/04/2021 è stato aggiudicato l'appalto per "il completamento della galleria denominata GN1D (Vicolo Bernava)...." per l'importo complessivo di 17.678.055 euro ed un tempo contrattuale di 780 giorni.

I lavori appaltati consisteranno nell’apertura di un baratro, profondo all’incirca 30 metri, nel quale verranno realizzati i 58 metri di galleria artificiale, che sostituiranno i corrispondenti 58 metri di galleria che, nel giugno del 2012, fu impossibile realizzare con i metodi tradizionali.
                                                                       
Realizzata la galleria, il baratro verrà ricolmato di terra con un intervento che, a detta dell’Assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone determinerà, udite udite, “una imponente e significativa rigenerazione (sic!) di questo territorio (sic!)”.

A chi non dovesse saperlo o dovesse essersene scordato, ricordo che, a fermare l'avanzamento della galleria dispari del passante ferroviario di Palermo, nel giugno del 2012, quando, mancavano soli 58 metri per il suo completamento, fu un "imprevisto idrogeologico" consistito in  fornelli  innescati da venute d'acqua che “svuotarono" il sottosuolo degli edifici o, per dirla con una espressione iperbolica, che fecero mancare il terreno sotto i piedi degli edifici medesimi.
Un “imprevisto idrogeologico”, per il quale, ben prima che iniziassero i lavori del passante, il geologo Dott. Pietro Todaro  aveva messo sull’avviso i pubblici amministratori:
Occorrono studi specifici dettagliati. Il sottosuolo palermitano non è caratterizzato solo dai fiumi Kemonia, Papireto e flumen Galli, ci sono tanti rivoli secondari mai abbastanza studiati. E se si scende in profondità i rischi aumentano affrontando gli strati geologici più remoti”.

Là, dalle parti di quello che era Vicolo Bernava,  ieri mattina, in un ambiente postbellico, surreale, ho incontrato, dopo più di venti anni, "u Zu Carlu", un intagliatore, molto avanti negli anni, zio di Franco, il collega col quale ho condiviso trenta esami universitari e trentasei anni di professione.
Mi ha riconosciuto, tante volte eravamo andati a trovarlo nella sua bottega al piano terra di una delle palazzine di quel vicolo che sono state demolite.
Usciva dal portone dell’edificio di via Giacomo Serpotta nel quale continuava ad abitare
                                                                            
Ancora per poco”, mi ha detto molto preoccupato, ”nei giorni scorsi architetti sono venuti a controllare le condizioni della casa”.
Mentre me lo diceva, ho pensato ai cefaludesi di Spinito, Pacenzia e Pietragrossa, che, nel 2015, hanno visto altri tecnici controllare le loro case.

Poi ho pensato a Marco Tullio Cicerone.
Mi sono chiesto:
è possibile che nei “palazzi” del Ministero delle Infrastrutture, dell’Assessorato regionale alle Infrastrutture, del Comune di Cefalù, di RFI e di ITALFERR si siano scordati della sua lectio sulla STORIA?
E’ possibile che, in quei palazzi, HISTORIA non sia MAGISTRA VITAE?
Se è vero che intelligentibus pauca, non aggiungo altro.

Sono sicuro che, dopo questo mio scritto, in tanti continueranno a darmi del “terrorista”.
Me ne strafotto: continuerò a scrivere del raddoppio e della fermata sotterranea di Cefalù.
Forse che un “terrorista” di quelli che pesano le parole che scrivono non sia più utile  dei signori dei “palazzi” che non pesano le cose che fanno e le parole che dicono?

Saro Di Paola, 3 ottobre 2021

La foto con la vista dall'alto dell'area di risulta dalle demolizioni è tratta da Repubblica.it