Le metamorfosi del nuovo Piano Urbanistico Generale

Ritratto di Angelo Sciortino

19 Novembre 2021, 21:23 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Facciamo il punto sull'argomento PRG. Il Consiglio comunale approva il piano urbanistico generale. Essendo uno strumento politico cogente sul territorio e vincolante la proprietà privata, il piano deve essere chiaramente formalizzato e istituzionalizzato. Aggiungendo poi quanto previsto dall' art. 42 comma 2 lett. a), t.u. enti locali, approvato con D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267, appartiene in via esclusiva al Consiglio comunale la competenza a fissare i criteri generali di tale piano e sia il sindaco e sia la giunta dovranno attenervisi. Invece...

Il Sindaco scrive al Segretario comunale, al Responsabile del settore Urbanistica ed Edilizia privata e per conoscenza al Presidente del Consiglio comunale – che non osa ribellarsi - e all'Assessore all'Urbanistica la nota avente per oggetto una “Variante Generale del PRG del Comune di Cefalù-presa d'atto della nota prot. 4765 del 16.11.2021 a firma del consigliere comunale Laura Crisafi”.

Che cosa è accaduto a pochi giorni dall'approvazione del piano? Semplicemente che il consigliere autore della nota ha dichiarato che nel PRG approvato era stato previsto che un terreno di proprietà della madre passasse da destinazione a verde agricolo a quella edificabile e che ella stessa avesse partecipato alla votazione della deliberazione di approvazione.

Precisa il consigliere che non si era astenuto dalla votazione sia in commissione e sia nel Consiglio, che ha approvato il piano, perché non considerava che l'inclusione del terreno proprietà della madre non avrebbe comportato alcun vantaggio, perché “La possibilità di edificare, pertanto, resta subordinata al coinvolgimento di soggetti terzi (leggasi il Demanio Armentizio) il cui consenso è solo ipotetico. Insomma, le particelle 1387, 1389, 1518 pur risultando formalmente intestate a Garbo Lucia, non consentono alla stessa di possederle con valido titolo giuridico, appartenendo, come detto, al patrimonio demaniale indisponibile.

Confesso che dubito fortemente che tale argomentazione reggerebbe di fronte a un tribunale, sebbene abbia retto per il Sindaco, che proprio in forza dell'art. 42 del Testo Unico Enti Locali non aveva alcun titolo di disporre attività degli uffici comunali, nel caso specifico l'Ufficio Tecnico, né suggerire al Presidente del Consiglio alcun punto all'ordine del giorno. Poteva chiedere, questo sì, di dare comunicazione al Consiglio, chiedendogli una proposta per risolvere il caso.

A questo punto confesso che non sono capace di continuare. Potrebbero farlo, se fossero ancora in vita, Thomas Mann o Aleksandr Solzhenitsyn, che ebbero una grande abilità nello scrivere degli autocrati del loro tempo, Stalin e Hitler. Oppure basterebbe un Franz Kafka, se a queste vicende si desse, come sarebbe giusto, il sapore amaro dell'assurdità. Perché, confessiamolo, quel che sta accadendo con questo nuovo PRG, che doveva nei proclami superare quello precedente “a macchia di leopardo” e che invece, escludendo il leopardo, è esso stesso un insieme di macchie confuse, che ne distruggono una visione moderna di un Piano Urbanistico Generale.