FERMATA DI CEFALU’: si deve passare dal registro degli esercizi di disegno al registro del progetto esecutivo

Ritratto di Saro Di Paola

8 Dicembre 2021, 07:48 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Lo scorso 2 dicembre, dopo il rinvio dell’udienza, nella quale il TAR si sarebbe dovuto pronunciare nel merito del ricorso intentato da RFI contro il Comune di Cefalù perché non aveva, come non ha, ancora, “proceduto alla chiesta emanazione dell’ordinanza comunale di istituzione della disciplina del traffico necessaria all’avvio delle attività di realizzazione dell’imbocco della galleria carrabile”, nel mio post (www.qualecefalu.it/node/24292 ), relativamente alla fermata sotterranea di Cefalù, ho scritto  che, quanti, sono responsabili della questione, per esserne tecnicamente coinvolti, devono cambiare registro.

Ciò perché l’impossibilità di realizzare una galleria di sfollamento, laddove servirebbe, cioè nella fascia collinare delimitata dalla via Gibilmanna a Est aIla Gallizza a Ovest, dalla Gallizza sino a Via Moro a Nord, alla Via del Giubileo Magno a Sud, non consente di demandare ad essa la sicurezza in esercizio della fermata.
Nei giorni successivi, alcuni dei lettori di quel post, mi hanno chiesto quale, secondo me, è il registro nel quale i responsabili devono trovare la soluzione che permetta, nei casi di emergenza, l’evacuazione della fermata e l’accesso dei mezzi di soccorso alle sue banchine.

A mio giudizio, il nuovo registro è quello del progetto esecutivo.
Sì, perché, alla fine del 2021, dopo quasi 10 anni dall’aggiudicazione definitiva alla ToTo dell’appalto, il tempo degli esercizi di disegno è abbondantemente scaduto.
Non possono, infatti, essere definite altrimenti le soluzioni di galleria di sfollamento, che sono state elaborate e proposte, prima, nel 2003, come “progetto definitivo” e dopo, nel 2013, come “progetto esecutivo”.

Tre soluzioni, tutte, irrealizzabili.

La prima, a valle della Via Cirincione in corrispondenza dell’area del mercato del contadino, era irrealizzabile perché non era carrabile.
Infatti, sfociava in un pozzo a cul de sac, profondo all’incirca 10 metri, dal quale, nei casi di emergenza, l’evacuazione sarebbe stata possibile con l’ausilio di una piattaforma elevatrice che, alzandosi, avrebbe dovuto sbarcare all’esterno gli eventuali malcapitati e forse, anche, gli eventuali soccorritori, come evidenziai nel documento che, nella seduta consiliare del 15 luglio 2003, avevo letto e che il Consiglio comunale, su proposta del Consigliere Lapunzina, all’unanimità volle costituisse parte integrante della deliberazione consiliare.
                                                                               

La seconda soluzione era irrealizzabile per due ordini di motivi:
- il suo imbocco, a monte della Piazzetta di San Pio, avrebbe tappato il tubo ARMCO, nel quale sono convogliate le acque del torrente Spinito, come fui io a rilevare (www.qualecefalu.it/node/18815 );
-  il suo sviluppo plano-altimetrico  avrebbe compromesso la stabilità degli edifici del complesso ARGI, come fece rilevare il Prof. Cafiso.
                                                                               

La terza soluzione era irrealizzabile perché avrebbe allungato la galleria facendola sviluppare a monte di quegli edifici, però senza modificarne l’imbocco a monte della Piazzetta di San Pio.
                                                                   

La irrealizzabilità relega le tre soluzioni nel registro degli esercizi di disegno.
Cambiare registro, perciò, significa passare da tale registro a quello del progetto esecutivo.
Un registro, però, al quale si può passare, soltanto, dopo avere condotto una campagna di sondaggi, preventiva ed adeguata all'importanza dell'opera, estesa alla vasta area di Pietragrossa-Pacenzia-Spinito che dovrebbe essere sottopassata dalla galleria di accesso alla fermata e da quella del mezzanino, oltre che da quelle interessate dalle opere necessarie nei casi di emergenza.

In Ingegneria funziona così.
Le campagne di sondaggi devono precedere l’inizio di un’opera, se condotte dopo non servono alla sua buona riuscita.
Servono, soltanto, a mettere pezze.

Accadde, nel 2012, in vicolo Bernava a Palermo,
         
dopo che si erano aperte lesioni negli edifici, non già, sovrastanti l’area che si sarebbe dovuta sottopassare con 56 metri di galleria, ma nel suo intorno.
         

E’ accaduto, nel 2021, ad Ogliastrillo.
                                                                 
                                                                 
dopo che si sono aperte lesioni nella sede della strada statale 
                                                                 
e a monte della stessa.
                                                                 

In entrambi i casi, ironia della sorte, le pezze sono gallerie artificiali.
Quella di vicolo Bernava, che sarà realizzata lungo il fondo di una trincea che dovrà essere spinta alla profondità di 30 metri.
Quella di Ogliastrillo, che è stata già realizzata nella trincea della talpa, profonda oltre 15 metri.

A Pietragrossa-Pacenzia-Spinito, però, non potranno essere realizzate trincee e, neanche, gallerie artificiali: non sarà possibile mettere pezze.

Saro Di Paola, 8 dicembre 2021