Ogliastrillo come ce lo fecero prefigurare nel 1988 e com'è nel 2021

Ritratto di Saro Di Paola

16 Dicembre 2021, 11:25 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Nel 1988, un manipolo di ambientalisti si intestò la battaglia per evitare che la stazione ferroviaria della linea ad alta velocità facesse “scempio di Ogliastrillo distruggendone l’ambiente e la sua baia quasi incontaminata”.

Quel manipolo di ambientalisti ci fece prefigurare i danni ambientali dello “squarcio” che la stazione avrebbe provocato “in quella località”, con schizzi a mano libera del pittore cefaludese Benedetto Morello.
Da ben tre punti di vista.

Dal mare,
                                                                           

da oriente e da occidente.
     

Nel 2021, Ogliastrillo  ce lo ritroviamo così:
          

                                   

                                                     
                                                               

Nel 2021, dopo “soli” 32 anni, nessuno, ambientalista e non, ci ha fatto prefigurare i danni, ambientali e non, che, a Pietragrossa, Spinito e Pacenzia, provocherà non già la stazione di una linea ferroviaria ad alta velocità, ma la fermata sotterranea per il trenino che farà la spola tra l’aeroporto Falcone-Borsellino e Castelbuono.
Presumo che se nessuno lo ha fatto è perché per fare prefigurare quei danni, ambientali e non, non servono gli schizzi a mano e neanche i rendering: basta guardare la realtà.
Quella di vicolo Bernava.

Gli schizzi a mano delle prefigurazioni di Ogliastrillo sono tratti dal numero 3 del 10 febbraio 1988
                                                                                                     

e dal numero 7 del 10 aprile 1988  del quindicinale "L'Obiettivo".
                                                                  
In quei due numeri vennero pubblicati gli articoli, che quel manipolo di ambientalisti affidò alla penna dei più illuminati dei suoi esponenti per attaccare il Consiglio comunale di Cefalù, che, già l’8 agosto 1985, dopo avere acquisito il parere di compatibilità ambientale della Commissione di esperti appositamente nominata nelle persone del Prof. Arch. Pasquale Culotta e degli Architetti Salvatore Giardina e Marcello Panzarella, aveva espresso, all'unanimità, il suo voto favorevole alla localizzazione ad Ogliastrillo della stazione di Cefalù proposta dalle Ferrovie dello Stato.
Secondo il Consiglio, infatti,  quel progetto “salvaguardava i valori naturali e paesaggistici dell’intera fascia costiera del nostro territorio”, come disse testualmente il Consigliere Dott. Prospero Giardina.

Quello stesso Consiglio comunale, che, con voto unanime, riapprovò la localizzazione della stazione ad Ogliastrillo, il 10 luglio 1987, allorquando venne chiamato ad esprimersi sulla variante al progetto di raddoppio, che le Ferrovie avevano chiesto di apportare al progetto già approvato, al fine di rendere immediatamente funzionale la tratta Fiume Torto-Nuova stazione di Cefalù, con l’inserimento del binario della linea esistente in uscita dalla nuova stazione di Ogliastrillo.

Quello stesso Consiglio comunale, che riapprovò la localizzazione della stazione ad Ogliastrillo, il 28 dicembre 1987, allorquando venne chiamato ad esprimersi sulla richiesta di riesame della localizzazione medesima, che 14 Consiglieri, di maggioranza e di opposizione, avevano presentato perché la stazione ad Ogliastrillo, piuttosto che “salvaguardare i valori naturali e paesaggistici dell’intera fascia costiera del nostro territorio”, come li salvaguardava  sino al 10 luglio dello stesso anno, “arrecava una grave e irreparabile turbativa ai valori naturali e paesaggistici della contrada Ogliastrillo”.

Quello stesso Consiglio comunale, che, quel 28 dicembre, col voto contrario di soli due dei quattordici consiglieri che avevano sottoscritto la richiesta di riesame, approvò la proposta dell’On. Avv. Gioacchino Ventimiglia di “mantenere ferme le precedenti deliberazioni e dare mandato al Sindaco ed alla Giunta di seguire attentamente le ulteriori fasi della progettazione esecutiva”.

Una proposta, quella di Ventimiglia, che altro non era se non il corollario al chilometrico intervento che avevo svolto in aula e che compendio così.

Il compito della Politica cittadina negli anni a venire dopo il 1987 sarebbe dovuto essere quello di seguire le fasi della progettazione esecutiva della stazione ad Ogliastrillo al fine di realizzarvi la soluzione ottimale in quel luogo ottimale.

Quel luogo era ottimale, perché la disamina del territorio comunale, da Malpertugio a Torretonda, non consentiva, come non consente, una localizzazione della stazione di Cefalù in altro luogo diverso da Ogliastrillo.
Ciò, ovviamente, nel progetto di raddoppio ferroviario per quella linea ad Alta Velocità che, nel 1987, era previsto arrivasse in Sicilia sulla tratta Messina-Palermo e che, nel 2021, grazie al PNRR, sta arrivando in Sicilia sulla tratta Messina-Catania.
La stazione ottimale nel luogo ottimale avrebbe dato alla necessità socio-economica, unanimemente riconosciuta, di realizzare il raddoppio la risposta giusta, nel segno e nel rispetto dei principi cardine della Valutazione di Impatto Ambientale.

Ciò che venne scritto negli articoli pubblicati su quei due numeri de “L’Obiettivo” contro quel Consiglio e, in particolare, contro di me si può ancora leggere.
Io li ho riletti.
Con soddisfazione.
Non per il fatto che uno degli estensori mi ha fatto ricordare “gli applausi a scena aperta” che ricevetti “da parte di parecchi consiglieri” dopo il mio chilometrico intervento, ma per essere stato definito “tenace assertore” della localizzazione ad Ogliastrillo della stazione di Cefalù.
Ne sono fiero.
Il giudizio definitivo sul “protagonismo” mio e di quanti altri, in quegli anni, “con tanta frequenza ci mescolavamo e ci scomponevamo nel nuovo Palazzosarà il tempo a darlo e sarà giudizio inappellabile.
Sino ad oggi il tempo è stato galantuomo.
Il suo giudizio l’ha già dato.

Saro Di Paola, 16 dicembre 2021