Mentre i politici menano vanto, il porto rimane tale e quale

Ritratto di Angelo Sciortino

28 Gennaio 2022, 17:06 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Non c'è alcun dubbio che l'opinione dei cefalutani di fronte alla preparazione delle elezioni di maggio è disorientata e lacerata. E nessuno fa niente, piuttosto coloro che fanno politica attiva, non fa qualcosa per aiutare i cittadini a vedere più chiaramente. Anzi...

Da alcuni giorni su Facebook e anche su Quale Cefalù, con un intervento di Mauro Lombardo, circola la notizia della decisione del Governo regionale di dare al porto di Cefalù la qualifica di porto turistico, ripristinando così le corse da e per le isole Eolie. Una decisione senza dubbio positiva e che darà sicuramente un contributo alla crescita del turismo cefaludese. Tale decisione è stata sollecitata da non pochi imprenditori del turismo e da tanti cittadini.

Mi chiedo, però, c'era proprio bisogno di queste sollecitazioni? C'era bisogno che assessori regionali e politici locali facessero fotografarsi al porto, come se fossero tecnici e professionisti intenti a progettare? No, per il futuro del porto di Cefalù non serviva a nulla! Serviva, però, per poter presentarsi oggi agli occhi dei cittadini come gli autori della promozione del porto di Cefalù a porto turistico. Da qui lo scontro tra i sostenitori dell'assessore Tizio contro i sostenitori dell'assessore Caio oppure quello tra i sostenitori di uno qualsiasi dei prossimi candidati alla carica di sindaco o soltanto a consigliere comunale. Il bello è che, mentre perdura questo ridicolo scontro, nessuno ammette le due cose che veramente contano; a) che il porto è e rimane fatiscente e insicuro e b) che la sua promozione a porto turistico è soltanto un fatto burocratico, che si vorrebbe usare per acquisire meriti.

Politici seri, veramente interessati al bene pubblico, non dovrebbero essere sollecitati a fare il proprio dovere, visto che hanno ottenuto la fiducia dei cittadini al momento delle elezioni, impegnandosi a perseguirlo questo bene pubblico. Invece, hanno bisogno di fare le passerelle per convincere di perseguirlo o delle sollecitazioni di uno o più imprenditori. Ma questo si chiama clientelismo ed è una gara per provare chi è più bravo a ingannare i cittadini. Cittadini che da alcuni decenni si lasciano ingannare, traendone una forma di beatitudine, salvo a riservarsi il diritto di brontolare per essere stati ingannati.

E l'inganno provenisse soltanto dai politici regionali, ma diviene insopportabile quando esso proviene anche da un politico locale; il loro Sindaco, che di fronte a una offerta di un nuovo porto da costruirsi a Fiume Carbone senza spese, visto che l'offerta era gratuita, perché l'impresa faceva l'offerta di un “progetto finanza”, che non impegnava il Comune e la Regione ad alcuna spesa, ha fatto di tutto per farsi sfuggire l'occasione. Su questo punto ci tornerò più approfonditamente in un prossimo intervento, evitando che il presente divenga troppo lungo.