Quando Cefalù esportava olio in Russia e importava grano dall'Ucraina

Ritratto di Angelo Sciortino

26 Febbraio 2022, 19:21 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Credo che in pochi sanno che nell'Ottocento proprio Cefalù ebbe rapporti commerciali con la Russia zarista e soprattutto con l'Ucraina.

C'era in quel tempo un uomo ricco di spirito imprenditoriale, che lo spinse a cercare clientela proprio in Russia per vendere l'abbondante olio che si produceva a Cefalù. Raggiunti gli accordi di rito, i vascelli carichi di quest'olio partirono verso la Russia, raggiungendo sia il porto di Odessa nel mar Nero e sia il porto di Kalinigrad nel mar Baltico. Quando ciò accadeva, la Sicilia era ancora borbonica e pochi anni dopo entrò a far parte dell'Italia Unita. Non perciò cessarono le esportazioni di olio; anzi, aumentarono. Insieme all'esportazione, non sempre, ma spesso, i vascelli trasportavano anche grano ucraino necessario, visto che a Cefalù e nei dintorni non se ne produceva a sufficienza per rispondere alla domanda locale.

A questo punto è urgente ricordare quest'uomo e conoscerne il nome. Si chiamava Damiano Giardina ed era il nonno dell'omonimo nipote, che i miei coetanei hanno conosciuto, nonché di Prospero Giardina, che fu sindaco di Cefalù.

Ricordarlo oggi, quando la Russia e la stessa Ucraina stanno vivendo un difficile momento storico, è quanto mai opportuno. Un imprenditore di Cefalù visitò quei Paesi e vi raggiunse accordi commerciali, facendo conoscere il nome della sua città senza l'aiuto costoso di una società siracusana per aiutarlo! Anzi, non soltanto non ebbe bisogno di una simile spesa, ma arricchì Cefalù e i suoi agricoltori e aiutò i suoi compaesani a sfamarsi.

Questo episodio della storia di Cefalù non risale ai tempi lontani di Ruggero II o di Federico II, ma è relativamente recente e sarebbe opportuno ricordarcene, se vogliamo costruire un futuro per Cefalù.