Sempre più incresciosa la vicenda della galleria di sfollamento

Ritratto di Saro Di Paola

25 Marzo 2022, 13:34 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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L'impossibilità di realizzare l'imbocco della galleria di sfollamento, perché avrebbe fatto da tappo al tubo ARMCO del diametro di 2.00 metri in cui sono convogliate le acque del torrente Spinito e, a seguire, l’impossibilità di realizzare la rampa di uscita in pendenza della galleria medesima, perché ad una profondità di circa dieci metri rispetto alle fondamenta  degli edifici del complesso ARGI, hanno fatto venir meno il presupposto sul quale era fondato il ricorso al TAR intentato da RFI contro il Comune di Cefalù, che non “aveva emanato l'ordinanza di istituzione della disciplina del traffico necessaria all'avvio dei lavori”.

Infatti, non avrebbe avuto, e non ha, senso dare avvio ad opere irrealizzabili.

Sicché RFI, pur di non essere costretta a fare ammenda a sé stessa per tale eclatante errore progettuale e per evitare che il TAR le facesse rilevare l’errore procedurale, altrettanto eclatante, di non avere completato presso il Ministero dei Trasporti l'iter per realizzare, carrabile, allo Spinito la galleria di sfollamento, che, nel progetto presentato al Comune nel 2003, era prevista, non carrabile, a Pietragrossa, "ha proposto una variante tecnica alternativa, che prevede l'insediamento -presumo dell'imbocco della galleria- in altra zona della Città, priva di edificazioni viciniori, ubicata in terreni liberi, nei pressi del passaggio a livello della Gallizza", come ha scritto il Sindaco nel comunicato di ieri.

Il progetto esecutivo di tale variante, che sarà approntato dalla ToTo Costruzioni Generali, assuntrice  dell'appalto integrato dell'opera, non potrà non prevedere opere fuori terra, per le  quali lo stesso progetto dovrà essere sottoposto all’esame del Consiglio comunale, avviando così il nuovo iter approvativo, che si concluderà al Ministero delle Infrastrutture.
Il che significa che ieri, 24 marzo 2022, si è tornati indietro di venti anni, al 2002, quando venne elaborato il progetto che prevedeva la galleria di sfollamento a Pietragrossa.

Una galleria, che, come si ricorderà, non era carrabile e che, nel 2003, il Consiglio comunale non approvò, perché, come feci rilevare io in quella sede, sfociava ad una profondità di circa 10 metri rispetto al terreno circostante in un cul de sac con muri di fondo di pari altezza, che i mezzi di soccorso avrebbero potuto superare, soltanto, se sollevati e/o calati mediante piattaforma elevatrice.
Una galleria, che, giocoforza, RFI fu costretta a spostare allo Spinito senza avere avuto, però, l’avvertenza di completare le procedure necessarie per la definitiva approvazione ministeriale, come "dedotto dal Comune in sede di giudizio amministrativo".

La descrizione del nuovo imbocco della galleria di sfollamento, che ha fatto il Sindaco nel comunicato di ieri, mi fa ritenere che la sua ubicazione non può che essere nel versante orientale del vallone Pietrapollastra tra la via dei Mulini e l’alveo del torrente omonimo.
                                                                                        

Orbene, se le problematiche connesse alla realizzazione della galleria di sfollamento fossero soltanto quelle della ubicazione del suo imbocco, mi sentirei di dire che con la “soluzione alternativa”, RFI ha, finalmente, per restare in tema, imboccato la strada giusta.
Infatti, il terreno nell'intorno dell'imbocco è libero da costruzioni, non è a confine con una strada pubblica e per l’avvio dei lavori non richiede l’emanazione di una ordinanza che stravolga il traffico della zona di Pietrapollastra, come l’avrebbe stravolto l’ordinanza per avviare i lavori allo Spinito.


Ma, purtroppo, le problematiche connesse alla realizzazione della soluzione alternativa sono ben più complesse e riguardano tutto il suo tracciato che, rispetto a quello della galleria con imbocco allo Spinito è, addirittura, più lungo di oltre 200 metri.

Di tale soluzione ho già scritto il 28 giugno del 2016, subito dopo l'illustrazione della relazione, che il Comune aveva chiesto al Prof. Cafiso sulla galleria di sfollamento allo Spinito, non già per "tutelare l'incolumità dei cittadini", come si legge nel comunicato del Sindaco, ma per scongiurare il pericolo di danni agli edifici sottopassati dalla galleria medesima.
(www.qualecefalu.it/node/19483 )

Nel 2016, ne ho scritto, avendola individuata come l’unica alternativa possibile alla galleria di sfollamento allo Spinito.
Nella vista satellitare che segue
                              

ho tracciato, con buona approssimazione:
- due linee rosse continue per indicare gli assi delle due canne della galleria Cefalù nel tratto che va da Gallizza allo slargo della via Cirincione, nel quale è prevista la scala di sicurezza con 23 rampe;
- una linea gialla continua per indicare l’asse della galleria di sfollamento allo Spinito;
- una linea gialla tratteggiata per indicare, proprio, quella che, da ieri, è la soluzione alternativa proposta da RFI, che, con apposita delibera di Giunta, l’Amministrazione comunale ha “condiviso derivandone la cessazione di ogni interesse a proseguire il giudizio davanti al TAR”.

Una soluzione alternativa, con l’imbocco  nel terreno, che la Signora Antonella Scicolone ha donato al Comune a condizione che vi si realizzi una casa di riposo per anziani e, cui, peraltro, il Sindaco aveva fatto cenno intervenendo, nella Sala delle Capriate, dopo che il Prof. Cafiso aveva finito di illustrare le risultanze del suo studio.

Una soluzione alternativa, che, a mio giudizio, ripropone per gli edifici e le strade di Pietrapollastra gli stessi pericoli che si vogliono evitare agli edifici e alle strade dello Spinito.
Ciò per la sussistenza delle stesse condizioni, per le quali il Prof. Cafiso ha concluso la sua relazione scrivendo:  "si ritiene opportuno suggerire lo spostamento della galleria di sfollamento o, quantomeno, della sua rampa di uscita in pendenza in un’altra zona senza preesistenze in superficie”.
Preesitenze in superficie, che sono ben evidenti in corrispondenza dell’asse, che ho tratteggiato in giallo che non potrà che correre ad una profondità di una decina o due decine di metri rispetto alle fondamenta delle preesistenze medesime e delle urbanizzazioni della zona.
Proprio come allo Spinito.

Ebbene:
- solo a ricordarsi che la strada pubblica che corre  sopra l'imbocco della galleria  e che, dal lato di occidente, serve tutta la fascia collinare intensamente edificata a monte dell’attuale strada ferrata, è stata chiamata VIA DEI MULINI per una ragione ben precisa;
        

- solo a prendere atto del fatto che prima di prospettare la nuova soluzione alternativa non è stato condotto un solo sondaggio;
- solo a ricordarsi di vicolo Bernava;
                                                               
mi sento di dire che nella vicenda della galleria di sfollamento dalla fermata sotterranea di Cefalù, le parti in causa non hanno ancora imboccato la strada giusta.
Ma, che lo dica io non serve affatto.
Sono il signor Nessuno.

Saro Di Paola, 25 marzo 2022