Elezioni comunali, un appello ai candidati e agli elettori

Ritratto di Angelo Sciortino

22 Aprile 2022, 17:58 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Vi confesso che ho troppa confusione nella mente e troppa ansia nel cuore nel seguire questa campagna elettorale. Mi chiedo, inutilmente, che cosa possiamo aspettarci non soltanto nel sentire le parole dei candidati, ma anche quelli dei loro sostenitori. Nonostante una risposta potrebbe tranquillizzare chi ha a cuore il futuro di Cefalù, non riesco a trovarla.

Da sempre mi chiedo ancora: alle elezioni amministrative deve votarsi per il partito o è bene scegliere un bravo sindaco, del quale magari si sono verificate le capacità? Se le nostre città fossero amministrate bene, non saremmo già a buon punto?

Non è strano, però, che mi faccia pure altre due domande: a) interessa a qualcuno che la propria città sia amministrata bene e b) quanti sono in grado di verificare le capacità dei candidati? Anche in questo caso non ho una risposta; anzi, la sola risposta che la ragione mi detta è così pessimista, che non posso accettarla senza provare un senso di disperazione.

Che cosa devo fare per non provare il rimorso di essere stato costretto all'ignavia di fronte al pericolo di un ulteriore decadenza di Cefalù sotto l'aspetto politico, sociale e culturale? In verità, come sanno coloro che hanno letto i miei precedenti interventi sull'argomento, la mia scelta l'ho fatta e confido d'aver fatto una buona scelta, almeno per quanto riguarda l'uomo, le cui capacità e la cui dirittura morale sono fuori discussione. Già questo sarebbe sufficiente, se Cefalù non fosse una realtà complessa, resa ancora più difficile da almeno un quindicennio di errori amministrativi e di diseducazione alla partecipazione responsabile di tutti i suoi cittadini. È questa la ragione vera dei miei dubbi; dubbi che potrebbero essere fugati dai candidati consiglieri, se la loro attività non si fermasse a pubblicare i loro fac-simili e alla richiesta del voto di amici, parenti e dipendenti, se svolgono attività imprenditoriale.

Un tempo, quando spadroneggiavano i partiti, dicevo che le cose sarebbero migliorate, solo se non fosse stato necessario distribuire fac-simili, definiti dal buonsenso “santini”, come se il voto potesse esprimersi per atto di fede.

A quanto sembra è ancora difficile convincere, cioè vincere insieme, con argomenti e non con chiacchiere e promesse, quando non pure con la distribuzione di vantaggi clientelari, che saziano il presente, ma preparano la fame nel futuro. La fame, cioè, per i propri figli.

Che fare, allora? Forse sarà il caso di tacere e accettare che dopo la pandemia e la guerra ci aspettano i risultati elettorali.