L’Autorità di bacino non ha adempiuto i suoi compiti

Ritratto di Saro Di Paola

30 Aprile 2023, 07:25 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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L'Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia è stata istituita presso la sede della Presidenza della Regione nel 2018, per adempiere, tra gli altri, i compiti "di assicurare la difesa del suolo e la mitigazione del rischio idrogeologico" nonché quello di "provvedere ad elaborare il piano di gestione del rischio alluvioni".

Sul progetto di “delocalizzazione del punto di imbocco della rampa di accesso alla galleria di sfollamento nel contesto meno urbanizzato” della Gallizza, tale Autorità ha espresso il "nulla osta idrico", (A.I.U.), con la prescrizione, per la quale “Il Comune si dovrà fare carico di tutti i danni a persone e/o cose che la realizzazione delle opere in questione possa produrre in ordine ad aspetti di natura idrogeologica”, “sollevando in maniera assoluta l’Amministrazione regionale” dai danni medesimi.

Quasi a dire a sé stessa: io il nulla osta l’ho dato, però non c’entro, in maniera assoluta.
Nel mio scritto (www.qualecefalu.it/node/24643), ho riportato, integralmente, il provvedimento.

Con la citata prescrizione, l’Autorità ha emesso una sentenza, assumendo il ruolo di Giudice, che, nella Repubblica Italiana, viene esercitato nelle aule dei Tribunali e non nelle stanze di un ufficio della Regione. 
 
Due degli elaborati dell’intervento autorizzato dall’Autorità sono:
la fotocomposizione, che inserisce nel contesto ambientale di Gallizza l'area di cantiere nel corso dei lavori

e la fotocomposizione, che inserisce, nello stesso contesto, ma a lavori ultimati, lo spiazzale antistante l'imbocco della rampa di accesso alla galleria di sfollamento e gli edifici tecnologici in esso previsti, come delimitato in rosso.

Sono due fotocomposizioni di lettura abbastanza agevole, anche per quanti non hanno alcuna attitudine a “leggere” elaborati tecnici.
Infatti, il raffronto visivo delle due fotocomposizioni fa saltare agli occhi di tutti la grandissima differenza tra le due aree.
Personalmente, dopo avere "trasferito" le due aree in una carta planimetrica, mi sono preso la briga di misurarle.
Ho ottenuto, per la prima, la superficie di oltre 11.500 mq e, per la seconda, la superficie di circa 1.500 mq.
Il che equivale a dire che la prima area è, quasi, otto volte più estesa della seconda.

Ebbene, per quanto si legge nel primo dei CONSIDERATA dell'A.I.U.,

l'Autorità di bacino ha rilasciato il nulla osta idrico, anche, perché “l’intervento prevede la realizzazione di una rete di smaltimento verso la fognatura esistente delle acque meteoriche defluenti sul piazzale antistante il punto di imbocco della nuova rampa di accesso alla galleria di sfollamento”.

Al riguardo null’altro si potrebbe eccepire se non che la condotta fognaria, che scende lungo la via Pietrapollastra, è per sole acque nere e la sua sezione potrebbe non essere sufficiente a smaltire il carico idraulico delle acque meteoriche sul piazzale.
Se così dovesse essere l'incremento di carico provocherebbe lo scoppio dei chiusini in ghisa

della condotta fognaria, con rischi, per l’incolumità e la salute pubbliche, che la pendenza e l'angustia della larghezza della via Pietrapollastra accentuerebbero.
Rischi, che, per l'Autorità, ovviamente, non esistono.
E dire che uno dei suoi compiti sarebbe, proprio, quello di "elaborare piani di gestione del rischio alluvioni", come ho ricordato all’inizio.

Di assoluta gravità,  ben maggiore di quella descritta è il rischio costituito dalle acque meteoriche sull'area di cantiere nel corso dei lavori, sul quale la stessa Autorità, nel provvedimento medesimo, non ha fatto cenno alcuno.
Eppure, quell'area, in caso non di alluvioni, ma, soltanto, di piogge intense, sarebbe una autentica mina ambientale.
Per la sua dislocazione plano-altimetrica, per la sua estensione, per la natura, sterrata, della sua superficie, per l'impossibilità di convogliare, di canalizzare, e di controllare il deflusso di quelle acque, che finirebbero, inevitabilmente, per riversarsi sulla sede della via Pietrapollastra, trasformandola nel letto di un fiume di fango, che, per il suo andamento plano-altimetrico,

     

sfocerebbe, addirittura, sulla strada ferrata, con conseguenze non difficili da prevedere.

Io sarò, pure, catastrofista, ma forse che quelle che ho scritto sono cazzate?
Forse che, se dovessi averle scritte, l'Autorità non potrebbe smentirle?
O, forse, che l'Autorità non ha adempiuto, o ha adempiuto malissimo, i compiti del suo Ufficio?

Saro Di Paola, 30 aprile 2023