Le irrazionali richieste avanzate alle FFSS dal Comitato “Cefalù-Quale Ferrovia"

Ritratto di Saro Di Paola

20 Maggio 2023, 08:31 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Non avevo, più, memoria della nota che, il 27 luglio del 2000, il Comitato "Cefalù-Quale Ferrovia" aveva inviato agli Ingegneri che, in quegli anni, ricoprivano ruoli apicali nelle FF.SS.
                     
                     
                     

Ne faccio ammenda a me stesso e ringrazio il Consigliere Turdo, che avendola trovata tra gli allegati alla deliberazione della seduta consiliare del 17 luglio del 2003, alla quale avevo pure partecipato, l'ha citata nel suo intervento in aula del 17 maggio scorso e, poi, pubblicata su questo blog (www.qualecefalu.it/node/24656 ).
È una nota, che fa cogliere, a piene mani, la presunzione e l’incompetenza, con le quali, nel tempo, quel Comitato  ha ritenuto di difendere gli interessi di Cefalù, della fascia settentrionale della Sicilia e, addirittura, quelli delle FF.SS., nelle pluridecennali vicende del raddoppio ferroviario.

Sì perché le tre richieste, che il Comitato, con la citata nota, ha inoltrato agli Ingegneri delle FF.SS. "nella prospettiva di rendere ottimali le scelte progettuali delle FS" sono IRRAZIONALI.

Ne spiego le ragioni.

Per la prima richiesta:
l'abbassamento, nella zona antistante il Palasport, di 6.00 metri della quota della trincea, per farvi correre la nuova linea, al fine di “rendere pressoché nullo l’impatto ambientale sia sotto il profilo paesaggistico che dell’inquinamento acustico” avrebbe reso impossibile l'innesto dei due binari della nuova tratta Lascari-Ogliastrillo al binario della linea esistente.
Ciò perché, come di lapalissiana evidenza nella foto che segue,
                                                              
tra il binario della linea esistente, in direzione Cefalù, e i due binari della nuova linea provenienti da Lascari ci sarebbe stato un dislivello di 6.00 metri.
Il doppio binario tra Lascari e Ogliastrillo si sarebbe potuto, quindi, utilizzare soltanto dopo l'ultimazione del raddoppio della tratta Ogliastrillo-Castelbuono.
Perciò, LA PRIMA RICHIESTA E' IRRAZIONALE CHE PIU’ IRRAZIONALE NON SAREBBE POTUTA ESSERE.

Ma non solo!
Basta ricordarsi del cedimento della paratia verificatosi quando quella stessa trincea era stata spinta ad una quota più alta di circa 4,00 metri, rispetto a quella prevista nel progetto,
                                                              
con una trincea da approfondire per altri 4.00+6.00 metri, il più probabile degli scenari sarebbe stato quello documentato dai fotogrammi che seguono.
         
Tale scenario, anche, con i pali di diametro superiore e con le tirantature più potenti, rispetto a quelli della paratia che, davanti al Palatricoli, era iniziata spanciare nel  marzo 2020.
Quanto alla finalità di rendere pressoché nullo l’impatto ambientale sarebbe stato vero il contrario.
Per averne contezza non si deve essere ambientalisti, basta avere gli occhi.

Per la seconda richiesta:
una sottostazione elettrica da “realizzare in prossimità della stazione di Pollina-San Mauro, lungo la sponda orientale del fiume Pollina” avrebbe potuto alimentare la nuova tratta ferroviaria soltanto se si fosse costruito un elettrodotto da quel luogo, almeno, sino a Malpertugio.
Ciò perchè Malpertugio sarebbe stato il luogo più prossimo al Fiume Pollina, nel quale si sarebbe potuta alimentare la nuova linea.
L’ulteriore soluzione alternativa indicata dal Comitato lungo la sponda occidentale del torrente Malpertugio”,sarebbe stata irrealizzabile.
I cavi tra i tralicci avrebbero interferito con i viadotti Malpertugio dell’autostrada Palermo-Messina.
        

Per la terza richiesta:
oltre alla galleria di sfollamento, due gallerie per i binari di “precedenza, che, però, non si potrebbero innestare alle due gallerie di linea se dislocate, entrambe, lato Nord, come il Comitato le avrebbe “preferite”, la galleria di accesso, la galleria del mezzaninoquattro gallerie per scale mobili a sei rampe, quattro pozzi per scale di sicurezza sino a 23 rampe, 13x4 gallerie di bypasse tra le 4 gallerie, 2 di linea e 2 di precedenza, avrebbero reso il groviglio di buchi, o la gruviera, prevista per le due sole gallerie di linea, già di rischiosa e difficile realizzazione, un labirinto di gallerie, per non dire un autentico casino di buchi, in un volume di terreno di 500x90x30= 1.350.000 mc, ricchissimo d’acqua, che, via via si sarebbe dovuto congelare,  non per 1 metro intorno alle canne come nel suggerimento del Comitato di qualche giorno fa,  ma a fette, quasi fosse una torta.
Il tutto per realizzare un’opera. con difficoltà esecutive ben maggiori di quelle che sono state superate per realizzare il tunnel sotto Lamanica, che troppo spesso viene citato a sproposito.
Sulla terza richiesta, non aggiungo altro.

La IRRAZIONALITÀ delle tre richieste o suggerimenti ai vertici di RFI contenuti nella nota del Comitato, datata 2000, avrebbe dovuto, essa sì, suggerire cautela, se non silenzio, al Comitato e a quanti, nel tempo, di quel Comitato hanno fatto parte.
Ed invece, dopo 23 anni da quella nota, il suo presidente continua a dispensare consigli e suggerimenti alla Politica cittadina.
Ed invece, dopo 23 anni da quella nota, qualcuno declama, a gran voce, l'onore di aver fatto parte di quel Comitato per l'importanza del ruolo che quel Comitato ha avuto nella storia del raddoppio ferroviario, non solo nella tratta Ogliastrillo-Castelbuono ma nell'intera tratta Palermo Messina, che, ahinoi, non è più nei programmi del Governo Centrale e di quello Regionale.

Al contrario, io sono uno dei tanti, dei più, della quasi totalità dei cittadini di Cefalù, che di quel Comitato non ha, mai, fatto parte.
Rivendico, con orgoglio, di essermi battuto per il raddoppio con la fermata di Cefalù ad Ogliastrillo.
Da Assessore all'Urbanistica e da Consigliere.
E di continuare a battermi, da semplice cittadino, che avrebbe la colpa di farlo su questo blog e a Radio Cammarata, quando Pino Simplicio mi invita.

Mi batto sin da quando la Palermo-Messina era prevista ad Alta Velocità, con una fermata ben più importante di quella metropolitana nella linea Punta Raisi Cefalù.
Sin da prima che, intorno alla fine del 1988, quel Comitato, impugnando il vessillo della "tutela delle valenze ambientali di Ogliastrillo"
si costituì "stimolato" da tre nostri concittadini, passati a miglior vita, che nutrivano timori, più o meno legittimi ma assolutamente infondati, come il tempo ha, poi, dimostrato, di subire espropri se la stazione-fermata di Cefalù si fosse realizzata ad Ogliastrillo.
                                                                    
 

Gli schizzi a mano delle prefigurazioni del “disastro” ambientale, che sarebbe stato perpetrato ad Ogliastrillo e dello “squarcio”, che in questa località sarebbe stato aperto, se la stazione fosse stata realizzata in quel luogo sono tratti dal numero 3 del 10 febbraio 1988 e dal numero 7 del 10 aprile 1988  del quindicinale "L'Obiettivo" (www.qualecefalu.it/node/24299 ).

A non dare l'idea esatta della trasformazione che, in corso d'opera, ha subito quel luogo è la foto con la quale viene pubblicizzato il cantiere.
L' area è molto più vasta di quella che si vede nella foto, i muri "ciclopici" in pietra e le opere in cemento armato eseguite su quasi tutta la sua superficie non sono di immediata rimozione.  Gli ulivi e le altre piantunazioni che rendevano quel luogo lussureggiante di verde non esistono più.
                                                                      
La mutazione finale nessuno, oggi, può prefigurarla.
Anche perchè, per dare una sistemazione, anche minima, a quell'immensa area serviranno tantissimi euro.
Molti, moltissimi di più di quelli che, sinora, nessuno ha trovato per il recupero ambientale dei reliquati della vecchia linea, che sono rimasti dopo l'entrata in esercizio della tratta Lascari-Ogliastrillo.
                                                                                        

Saro Di Paola, 20 maggio 2023