La fiduciosa attesa di capire

Ritratto di Angelo Sciortino

20 Giugno 2013, 11:41 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Ieri mattina, leggendo su LiveSicilia la notizia degli arresti relativi a un'indagine della Guardia di Finanza su reati commessi da politici e burocrati, ho pubblicato i link relativi e li ho accompagnati con una mia brevissima osservazione.

Ecco come funziona la politica, che è espressione di cittadini, che sono soltanto sudditi:

http://livesicilia.it/2013/06/19/politici-burocrati-giacchetto-maxi-retata-alla-regione-diciassette-arresti-indagati-politici-scoma-cascio-formica_335964/

http://livesicilia.it/2013/06/19/arresti-alla-regione-i-politici-indagati_336018/

Fa certamente male leggere queste cose, ma potrebbe essere utile a capire che ci sono anche nostre responsabilità, perché non abbiamo saputo capire, perché siamo stati troppo distratti.

Facciamo esperienza e impariamo da essa, per aprire gli occhi e scoprire con quanta facilità si progettano comitati e associazioni, per gestire grandi eventi. Anche a livello locale, dove è possibile conoscere la storia e la preparazione di ogni componente e dove tacere sarebbe esempio di connivenza o di complicità.

 

La mia osservazione ha colpito la mente del dottor Gaetano Lapunzina, che così ha commentato:

Tacere sarebbe esempio di connivenza o di complicità

Sono certo che Angelo Sciortino, per aver fatto un collegamento così diretto ed immediato tra la notizia dell'indagine che ha portato ai clamorosi arresti di oggi e quanto avviene "a livello locale", vorrà fornire, prima all'Autorità Giudiziaria, ma anche ai Cittadini lettori, ogni informazione di cui è al corrente, per consentire a chiunque, di "aprire gli occhi". Ne sono certo perché, volendo usare le parole di Sciortino, "tacere sarebbe esempio di connivenza o di complicità", specie per chi fa intendere di conoscere "la storia e la preparazione" di talune, non meglio identificate, persone. Attendo fiducioso. Ne va della Sua credibilità di opinionista.

Questi i fatti, che non vorrei commentare, perché si commentano da soli. Qualche piccola osservazione mi corre l'obbligo di farla, però. Non per avvalorare una qualche verità agli occhi del mio grazioso commentatore, ma piuttosto per invitarlo a farmi capire meglio il suo illuminato pensiero.

Faccio una prima considerazione sul commento nella sua completezza. Mi rifiuto di credere che sia vero quel che prima facie esso suggerisce: che excusatio non petita sia un'accusatio manifesta o che l'inferno esiste solo nella mente del diavolo. Tenterò di farmene dare un'interpretazione più corretta e proprio con l'aiuto del dottor Gaetano Lapunzina.

Quando passo poi ai particolari, vengo colpito da veri e propri cazzotti sui neuroni. E non perché non è consentito a chicchessia e al dottor Gaetano Lapunzina alcun riferimento al mio obbligo di denunziare all'Autorità Giudiziaria ogni informazione di cui sono al corrente, per consentire a chiunque di aprire gli occhi. Come dimostra la mia storia personale, questo l'ho fatto quando egli portava ancora i pantaloni corti e contro personaggi ben più pericolosi, quando sfidarli e denunziarli equivaleva a rischiare la vita. Non ho bisogno di fornire prove, perché esse sono conservate proprio negli archivi dell'Autorità Giudiziaria.

I cazzotti sono di altro tipo. Essi sono dovuti a un esercizio mistificatore e interpretativo delle mie parole, per farmi dire quel che non ho detto e soltanto per poter zittire una voce critica. Per questo esercizio valgono le parole dello stesso Papa Francesco, che già in altra occasione ho ricordato: “Io penso a tanti dolori di uomini e donne, anche di bambini, che sono sfruttati da tante mafie, che li sfruttano facendo fare loro un lavoro che li rende schiavi, con la prostituzione e tante pressioni sociali. Dietro a questi sfruttamenti, dietro a queste schiavitù, ci sono mafie. Preghiamo il Signore perché converta il cuore di queste persone”.

Dopo queste precisazioni, non mi resta che chiedere l'aiuto del dottor Gaetano Lapunzina di farmi capire meglio il suo commento e il pensiero che lo sottende. Ma lo faccia con l'aiuto di qualcuno, che saprà riportarlo più chiaramente. Per esempio – e sarebbe il massimo – presentando un esposto all'Autorità Giudiziaria, in modo che un avvocato possa fargli le domande necessarie per meglio cogliere il suo pensiero e possa ricavare dalle sue risposte gli argomenti, che sicuramente riporterà in maniera più comprensibile. Per me e per i magistrati.

Attendo fiducioso, almeno per dieci giorni, altrimenti sarò costretto a fare io stesso i passi necessari per arrivare a una corretta comprensione del commento del dottor Gaetano Lapunzina..