Un grande interrogativo

Ritratto di Angelo Sciortino

28 Giugno 2013, 15:31 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Un punto interrogativo svolazza per il paese. Se non fosse accompagnato pure dal titolo di un sito e se non avesse fatto la sua apparizione in un momento in cui i cittadini si pongono non poche domande, il fatto sarebbe passato quasi inosservato.

Invece non poche persone sembrano scoppiare per la curiosità di sapere e vanno in giro, chiedendo ad altri lumi.

Non mancano, evidentemente, le ipotesi d'ogni genere e troppo spesso con riferimenti alla realtà politica e amministrativa. A riprova, tutto ciò, del fatto che questa amministrazione ispira nei cittadini più dubbi e domande, che risposte.

Ecco che allora le pseudo scadenze di tre o di dieci giorni finiscono con il creare aspettative, che appaiono ridicole agli occhi d'ogni uomo di buon senso e non necessariamente colto o finto colto. L'atmosfera è ormai carica di spasmodica attesa. La si legge nello sguardo di tanti uomini, che s'incontrano per strada e sono dimentichi di più importanti problemi e persino delle partite di calcio, per fortuna sospese per le ferie estive. Una qualche attenzione l'ha sollevata il caso di quel giocatore prima idolatrato e oggi ghettizzato fra le lacrime sue e loro. Per il resto c'è soltanto attesa...per un punto interrogativo.

Mi sono chiesto in questi giorni dove prende la forza questo semplice segno, se quando s'invita qualcuno a riflettere su problemi correttamente argomentati, se ne ricava soltanto silenzio.

Credo d'avere trovato una risposta, della quale non sono certo che sia la verità, ma soltanto il mio giudizio e persino la mia modesta opinione. Credo, cioè, che il successo sia dovuto al fatto che quel semplice segno non obbliga a dimostrare alcunché, perché esso colpisce e penetra naturalmente dentro di loro e non ha necessità di essere masticato dalla ragione, per essere digerito. Proprio come quell'altro segno – il punto esclamativo – usato sempre più spesso dal Sindaco nei suoi proclami.

E' il successo dell'ideogramma, del segnale stradale di curva o di strettoia, che tutti sanno leggere e capire, anche se si tratta di analfabeti di ritorno.